15

27 0 0
                                    

Rimango ferma a guardare la scena. Caterina sta parlando con Eva. Naturalmente Eva è addormentata ma lei le parla. Pensavo che le facesse chissà cosa ma non parlarle.

"Eva, io ti prometto che ti starò sempre vicina, ti difenderò e ti consolerò. Io ti starò sempre a fianco e chiunque ti facesse del male io lo ucciderei, ti starò sempre a fianco, come Sofia non ha saputo fare, io ce la farò. E una promessa.." Le dice Caterina. Una fitta mi attraversa lo stomaco. Ha ragione, io non le sono stata vicina come lei lo è stata con me, io non l'ho aiutata quando Carter le ha spezzato il cuore e non sono riuscita a impedire che si sparasse. Faccio per andarmene e rivolgo un ultimo sguardo verso Eva e lei piano piano apre gli occhi

"Grazie, Caterina" dice sorridendo per poi richiudere gli occhi. Mi sento uno schifo. Inizio a piangere e corro giù per fuggire da quell'ospedale. Continuo a correre, correre, correre. Non sento la stanchezza, la necessità di fermarmi, sento solo lacrime e dolore. Il dolore. Poi qualcos'altro si crea dentro di me: rabbia. Arrivo a casa e corro im camera. Inizio a sbattere tutto a terra, cuscini, trucchi, vestiti, profumi, quaderni libri, penne, tutto. Sbatto i pugni nell'armadio e continuo a piangere, un pianto disperato. Come ho fatto a essere così stupida. Come? Tolgo le coperte dal letto e le lancio dallaltra parte della stanza. Poi scendo in cucina e butto tutti i vasi per terra. Uno mi cade sul piede e mi procura altro dolore ma non è paragonabile a quello che provo per Eva. Corro di nuovo in camera, la rabbia sparisce, c'è solo disperazione e tristezza. Mi rannicchio in un angolo della stanza, stringo le gambe al petto e continuo a piangere. Sento la porta d'ingresso aprirsi ma non mi interessa io continuo a piangere nel mio angolino. 
"Che cazzo è successo qui?" Urla quella che penso sia la voce di Carter

"Sofia!" Urla Matt, credo. Iniziano a correre per le scale e poi entrano in camera. Carter procede Matthew e si inginocchia in parte a me è mi mette una mano sulla spalla. Matthew entra nella stanza subito dopo e rimane fermo a guardare la stanza, o almeno, i resti della mia stanza.

"Bè sei stata brava ma... Carter ha fatto peggio" dice Matt alzando le spalle, poi mi guarda e il suo sorriso sparisce. Mi corre in contro e spinge Carter in dietro con delicatezza.

"Sofia stai bene? No okay Matthew cazzo è logico che non sta bene... Hem... Che cos'è successo?" Mi chiede. Mi passo una mano sugli occhi e elimino le lacrime.

"Sto bene si tranquilli" dico fingendo un sorriso

"Be non si direbbe" dice Matthew prendendo mi per una mano e mi aiuta ad alzarmi.

"Sofia, cose successo in ospedale?" Mi chiede Carter.

"Sono arrivata in ospedale ma non mi anno fatto entrare, sono stata lì cinque ore ma non mi hanno fatto entrare. Poi è arrivata una ragazza, Emily o Caterina" dico e guardo i ragazzi che si scambiano occhiate preoccupate.

"Emily hai detto? Ne sei sicura?"  Chiede Carter

"Ho detto Caterina"

"E uguale" dice Carter "continua" aggiunge poi

"Grazie. Comunque io mi sono nascosta dietro un distributore, non so il perché, comunque lei voleva entrare ma il dottore non voleva più lei ha insistito finché non ha ceduto e quando sono entrata... Le stava parlando. Le stava dicendo che lei ci sarà sempre per Eva e che io con lei non sono stata brava, e che non l'ho consolata quando è stata male e poi Eva si è svegliata e ha sussurro un grazie è poi ha richiuso gli occhi" Spiego di nuovo tra le lacrime. Matthew mi abbraccia e mi stringe a se.

"Lo sai che tu le sei stata vicina e che c'eri sempre per lei." Mi consola

"No, io non c'ero sempre per lei, mi parlava dei suoi problemi e l'unica cosa che riuscivo a dire era: 'mi dispiace'". Spiego. Poi Matthew mi stringe di più a lui e Carter mi tiene la mano.

"Sofia?" Mi chiama Carter

"Cos'hai sul piede?" Urla. Ma che cazzo urla ci sento. Rivolgo uno sguardo al piede ed è insanguinato. Ma non sneto dolore

"Ah prima mi è caduto un vaso sul piede" dico con indifferenza

"Tu non sei normale e non hai tolto i vetri dal piede?" Mi chiede, sempre urlando.

"No, ma ti vuoi calmare?" Chiedo io. Non risponde ma mi butta sul letto. Grazie Carter, delicato come sempre. Un elefante.
Va in bagno e torna dopo poco con una pinzetta. Mi guarda e mi dice

"Farà malissimo". Grazie Carter

"Sei molto confortante" dico ironica. Appoggio testa sul cuscino e lascio che Carter mi tolga il vetro dal piede. Non fa male, brucia come quando ti danno un pizzicotto ma non fa male. Poi sento una fitta al piede. Adesso fa male. Matthew si siede e mi prende un mano. Io apro gli occhi e mi sorride.

"Fatto" dice poi Carter

"Ti conviene andare a farti un bagno mentre noi sistemiamo qui" dice Matthew

"No, voi potete andare ci penso io qui" dico io, non permetterò che loro puliscano tutto il casino che ho combinato.

"No, facciamo noi" dice Carter

"Chiamo i ragazzi per darci una mano" dice poi Matt prendo il cellulare in mano e digitando qualcosa. Va bè dai una doccia mi farà bene. Annuisco e vado in bagno, chiudo la porta a chiave e apro l'acqua calda. Mi spoglio e vado sotto la doccia. Mi rilasso subito, e una sensazione bellissima, di pace. Resto per un periodo di tempo indeterminato sotto la doccia senza fare nulla poi inizio a massaggiarmi i capelli con lo shampoo e con una spugna e il doccia schiuma mi pulisco e il corpo, dopo essermi sciacquata mi passo il balsamo e mi pettino i capelli e poi risciacquo di nuovo tutto. Resto circa dieci minuti soto l'acqua calda e poi esco, prendo un asciugamano e me lo metto intorno al corpo. Mi pettino i capelli bagnati e vado in camera. Appena entro la vedo pulita e ordinata come se non fosse successo nulla

"Wow ragazzi siete stati bravissimi" dico riferita a Matthew e Carter che mi sorridono preoccupati. È successo qualcosa.

"Gli altri si stanno occupando del piano sotto" mi informa Carter.

"Ragazzi e successo qualcosa? Avete un aria preoccupata" chiedo io

"No è tutto okay." Dice Carter passandosi una mano sui capelli e arruffandoli un po. Io faccio un cenno.

"Ora usciamo così ti puoi cambiare in pace." Dice Matt e detto questo escono dalla stanza. Io mi metto l'intimo e poi mi metto dei jeans a vita alta e una maglia corta fin sotto il seno a maniche lunghe, raccolgo i capelli in una cipolla disordinata e mi metto i miei occhiali per stare in casa neri. Vado in bagno e mi asciugo i capelli, mi trucco e torno in camera. Prendo il mio iPhone e le cuffie e scendo in salotto. La casa è pulitissima

"Sofia! Che casino avevi combinato qui dentro?" Chiede Giovanni ma Marco gli tira una gomitata

"Bè Gabriele quando siete scappati di casa ha fatto letteralmente peggio" cerca di rimediare. Io sorriso e vado verso il divano è mi metto le cuffie alle orecchie e faccio partire la musica. Vado Matthew, Federico e Carter parlare animatamente, come se stanno discutendo. Federico. Non so nemmeno cosa siamo noi ora. A me lui non piace l'ho sempre visto come amico, un semplice amico ma in qualche modo quel bacio ha cambiato qualcosa. Sto ascoltando 'photograph' di Ed Sheeran quando la canzone si interrompe e mi arriva una chiamata, leggo sullo schermo del cellulare. Numero privato. Di norma non rispondo ai numeri privati ma questa volta si. Rispondo e sto in silenzio.

"Sofia?" È la voce di Caterina.

THE DREAM (Storia Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora