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Sono stesa sul mio letto che guardo il soffitto, siamo arrivati circa tre ore fa ed è sera. Volto lentamente la testa verso la sveglia, sono le otto di sera. Mi alzo dal letto e scendo le scale passandomi una mano tra i capelli scompigliati e vedo i ragazzi seduti sul divano che si guardano le mani, quando sono sull'ultimo gradino si voltano tutti e sette a guardarmi

"Bè?" Chiedo "ho fame"

E senza aggiungere nulla mi dirigo in cucina e mi faccio un panino con il prosciutto e bevo due bicchieri d'acqua. Quando ho finito Eva entra in cucina, ha gli occhi gonfi, ha pianto tutto il tempo. Facendo dei lunghi passi la raggiungo e la abbraccio.

"Volevo rimanere in America, perché è successo tutto a noi?" dice piangendo, io la stringo di più a me. Non mi piace vederla così triste, per tornare in Italia ha fatto un enorme sacrificio, so quanto ama l'America ma lei sa anche quanto è pericolosa questa storia di Michele, per entrambe.

"Hei Eva, in America ci possiamo ritornare, quei biglietti erano per delle data che vogliamo noi e ci torneremo non appena questa situazione non sarà finita" cerco di consolarla.

"Il problema non è solo l'America, il problema è questa storia, e se tu rischi di nuovo la vita? E se uno dei ragazzi morirà? L'altra volta stavi per morire" mi ricorda.

"Questa volta non succederà, promesso" dico spostandole i capelli più indietro. Lei mi sorride e si asciuga con la manica della felpa le lacrime.

"Hai fame?" Chiedo

"Si, Hei sta sera come facciamo ad andare al cimitero senza i ragazzi?"

"Bu ci inventeremo al momento" dico porgendogli una fetta di pane con il prosciutto. Quando finisce di mangiare andiamo di nuovo nel piano di sopra, ogniuna nella propria stanza. Mi siedo su un Puff e comincio a fare i compiti per le vacanze estive.
Un ora dopo mi stanco e comincio a leggere shadowhunters. Poi bussano alla porta.

"Avanti" dico chiudendo il libro

"Ei sofh sono io" dice Eva spuntando con la testa da dietro la porta

"Preparati, tra mezz'ora partiamo" mi informa. Annuisco e vado verso la cabina armadio, tiro fuori una felpa rossa con dei lacci bianchi e mi metto degli shorts in jeans. Mi faccio la coda e mi metto il cellulare sulla tasca dei pantaloncini. Scendo al piano di sotto e vedo i ragazzi che mi guardano

"Dove vai?" Chiede Giovanni con aria triste. Mi dispiace per lui, se me andato via dall'America senza nemmeno avvisare Natalie.

"Da nessuna parte volevo vestirmi meglio, con l'aspetto di prima facevo schifo" dico

"Comunque tra poco io vado a dormire, qualcuno vuole una tisana?" Chiedo andando verso la cucina

"Io" mi volto e vedo Federico con la mano alzata. Vado in cucina e aspetto che l'acqua bolla, tiro fuori il cellulare e apro i vari social, poi lo spengo e il mio sguardo cade sul piatto che c'è sul tavolo, ci sono le chiavi del furgone. Le prendo e le metto in tasca, poi metto l'acqua in due tazze e le porto di là. Il cellulare di Matt suona, leggo sullo schermo il nome, Marta. Matt legge il nome e non risponde

"Non rispondi?" Chiedo passando la tazza a Federico che a differenza di Matt mi aveva vista. Matt tira un piccolo urlo dallo spavento ma si ricompone subito

"No, non voglio parlarle" dice semplicemente. Io annuisco e salgo al piano di sopra, mi siedo sul letto, mi bevo la mia tisana e quando finisco controllo l'ora sull'orologio da polso, dieci e trentacinque. Vado davanti alla camera di Eva e busso, quando mi da il permesso di entrare le mostro le chiavi del furgone e lei mi sorride.
Scendiamo al piano di sotto e sentiamo i ragazzi parlare

THE DREAM (Storia Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora