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Mi giro di scatto verso Eva che è accasciata a terra e intorno a lei ce una pozza di sangue ha gli occhi chiusi, un sorriso in viso e tutta la sua faccia è serena, tranquilla, come se morendo ha finalmente trovato la pace. Io mi siedo accanto a lei e mi sporco di sangue ma non me ne frega un cazzo. La mia migliore amica è morta. Inizio a piangere e non vedo più nulla, cerco con lo sguardo la ferita e finalmente la trovo. Subito mi passo una mano sugli occhi e mi asciugo le lacrime poi mi alzo e guardo i ragazzi. Matthew è pietrificato che guarda Eva, mentre Carter e in parte a lei che sta piangendo e pregando chisssa quante divinità perché Eva sia viva. Prendo in cellulare con le mani sporche di sangue e digito il 118 ma Matt mi blocca.

"Abbiamo già chiamato l'ambulanza" mi informa. Non dico nulla, metto giù il telefono è torno da Eva, le controllo il battito cardiaco e vedo che respira ancora. Tiro un sospiro di sollievo. Per fortuna si è sparata sulla gamba e non al petto. Dopo cinque minuti arriva l'ambulanza è cattiva Eva poi il dottore mi blocca:

"C'è qualcuno che deve venire? Un parente o un genitore?" Mi chiede

"No, vengo io" e faccio un passo verso l'ambulanza ma il dottore mi ferma

"E tu saresti?" Mi chiede

"Sofia Carson piacere ora vogliamo andare in ospedale? Non so se ve ne siete resi conto ma la mia migliore amica, o coinquilina si è sparata a una gamba e potrebbe morire, quindi mi fa il sacro santo favore di mettere in moto quell'ambulanza e partire?" Urlo io disperata

"No, nessuno di voi" dice il dottore indicando me, Matthew, Carter, Giovanni, Marco, Cameron, Alex e Federico
"Vi devo portare dalla polizia" aggiunge poi

"Perché?" Chiede Giovanni

"Per sapere come mai una pistola era in mano a dei ragazzi di sedici anni e a due ragazze di quattordici" dice il dottore, poi sale sull'ambulanza che parte velocissima.
La polizia arriva un quarto d'ora dopo e ci porta a tutti in centrale.

"Allora, vi faremo degli interrogatori uno alla volta. Partiremo con te" mi dice indicandomi "e poi proseguiremo con voi" aggiunge riferendosi ai ragazzi. Poi mi indica una porta e mi ordina di entrare. Io segue l'ordine e mi ritrovo in un ufficio. C'è un poliziotto con delle carte in mano e una scrivania. Davanti alla scrivania c'è una sedia.

"Si accomodi signorina....?" Mi invia il poliziotto

"Carson, Sofia Carson" gli rispondo

"Carson... Bene vuole raccontarmi com'è successo 'l'incidente' ?" comincia il poliziotto.

"Pensa davvero che io abbia cercato di uccidere la mia migliore amica?" Chiedo abbastanza calma.

"Non ho detto questo, può dirmi un motivo valido per cui Eva si sarebbe sparata?" Chiede poi guardandomi negli occhi

"Ero innamorata di un ragazzo... Che diceva di amarla ma poi ha scoperto che lui non ricambiava" dico io cercando di non fare il nome di Carter per non metterlo in guai.

"Lei e Eva eravate amiche amiche o litigavate tra di voi?" Mi chiede mentre annota qualcosa in un foglio

"Io... Aspetti lei pensa veramente che io sia veramente capace di ucciderla?" Alzo un po la voce.

"No. Ma voglio sapere come mai voi ragazzi avete una pistola, ne avete altre?" Mi chiede guardandomi. E ora che dico, so che Carter ne ha una ma non so se anche gli altri ragazzi c'è l'hanno e non voglio che finiscano in casini per colpa mia.

"Non lo so, io non ne ho nemmeno una quella che ha usato Eva non ne ho la più pallida idea di chi sia" mi limito a dire, so che sto mentendo ma non so che altro dire.

"Bene Sofia, puoi andare in ospedale dalla tua amica" mi dice il poliziotto

"Ho già finito?" Chiedo io

"Si mi sembra palese che lei non ha provato ad uccidere la sua amica e che non era in possesso di un arma, fossi in lei però mi preoccuperei per i ragazzi" mi dice e detto questo mi congeda. I ragazzi mi guardano e io abbasso lo sguardo. Federico mi prende per i polsi

"Che gli hai detto?" Mi urla contro

"Non ho fatto nomi e cognomi, mi ha fatto domande sul rapporto vhe avevo con Eva e poi mi ha chiesto se abbiamo altre pistole. "

"E tu cos'hai detto?" Mi chiede stringendomi più i polsi

"Che non ne avevo idea" dico calma

"Federico lasciala stare non ci ha tradito" gli dice Carter. Matt mi guarda e abbassa lo sguardo. Federico mi molla

"Già, io non ho fatto come voi, io non vi ho tradito" e detto questo rivolgo un ultimo sguardo ai ragazzi ed esco da quel posto. Prendo un taxi fino all'ospedale e chiedo informazioni su Eva Martin. Terzo piano stanza quattordici. L'ascensore ci mette ore così mi metto a correre per le scale. Primo piano. Secondo piano. Terzo piano. Percorri il corridoio vuoto e leggo i cartelli sulle porte. Uno, due...dieci... tredici e... Quattordici. Sto per bussare quando esce un infermiera dalla stanza.

"Non può entrare, la stanno operando" mi dice l'infermiera che ha caricato Eva in ambulanza.

"Okay, io...resterò qui" dico passandomi una mano sui capelli. Mi siedo su una sedia e fisso il cartello con scritto quattordici. Passa un ora, due, tre, quattro e si fa mezzogiorno ma nessuno informazione su Eva. Poi mi torna in mente una cosa, i ragazzi. Chissà com'è andato l'interrogatorio. Un infermiera passa li davanti, e già passata tre o quattro volte da quando sono qui

"Signorina non ha fame? Vuole che le porto qualcosa?" Mi chiede gentilmente. io faccio un debole sorriso

"No grazie. Non ho fame" ringrazio e lei ricambia il sorriso e se ne va.
Appoggio la testa sul muro e chiudo gli occhi ma sento delle voci

"Non può entrare la signorina Martin e in gravi condizioni e la stiamo operando" e la voce del dottore. Apro gli occhi e la vedo. Caterina. Ha i capelli rossi e gli occhi azzurri con delle lentiggini sul viso, al collo porta un medaglione, c'è una luna e in parte una specie di M. E un po plbassetta ma a giudicare dall'età penso abbi quattordici o tredici anni.
Mi alzo e mi nascondo dietro i distributori automatici.

"Glielo dico per l'ultimo volta, non può entrare"

"Devo parlarle e importante, la prego"

"Oh d'accordo ha cinque minuti e basta" le consente il dottore.

"Grazie mille dottore" ed entra nella stanza. Il dottore squote la testa e va avanti per il corridoio, quando non lo vedo più vado verso la porta e la apro piano. Cerco Caterina con lo sguardo e quello che vedo mi lascia perplessa.

THE DREAM (Storia Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora