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Appena mi sveglio mi precipito in bagno e mi preparo per la scuola, indosso una gonna nera a vita alta e una camicia bianca. Quando rientro nella mia camera prendo una borsa a tracolla nera e dentro ci metto: dei pantaloncini neri, una canottiera nera e i libri per scuola. Ma mi serve anche un'altra cosa. Una pistola.
I ragazzi mi chiamano e io scendo di corsa con le chiavi e il cellulare in mano

"Vamos?" Chiede Marco

"Si io devo prendere il portafoglio voi andate vi raggiungo." Dico

"Okay" rispondono Giovanni e Cameron in coro. E in meno di trenta secondi rimango da sola. Dove tengono le pistole i ragazzi? Inizio a cercare ma non trovo nulla. Cazzo.
Vado in cucina e tiro un urlo ma lo soffoco subito. C'è Maicol

"Sofia sono molto incuriosito dal tuo comportamento, come mai mi stai aiutando?" Mi chiede Maicol

"Non so aiutando lei, voglio salvare la mia migliore amica" dico io

"Se... migliore amica" risponde vago.

"Perché hai ucciso mio padre?" È una domanda che avrei voluto fargli da anni e finalmente né ho l'opportunità

"Sofia tu non mi crederai mai se di dico che non sono stato io" mi confessa lui. Rimango spiazzata.

"Come? Lei ha detto che..." Ma non finisco la frase che mi interrompe

"Si lo so che ho detto ma non sono stato io te lo posso giurare e comunque adesso devi andare i ragazzi verranno a cercarti"

I ragazzi.

"Si giusto"

"Aspetta prendi questa" mi dice poi lanciandosi una pistola

"Io ci sarò, ti aiuterò, ci vendicheremo."

Io faccio un cenno con la testa e vado via.

"Ci hai messo tanto" mi rimprovera Marco

"Si lo so... Ma... Alex che ci fai qui non ti facevi vivo da giorni"

"Si ero via... Era molto impegnato, ora andiamo" dice serio. E marco fa partire il furgone, nessuno parla

"Ciao ragazzi io vado in classe" dico non appena scendo dal furgone e mi dirigo verso l'entrata della scuola. Salgo le scale attraverso i corridoi e arrivo in classe. Ce solo Eva.

"Sofia" scatta in piedi e mi viene in contro

"Lo so che mi odi ma ho scoperto delle cose e devi per forza ascoltarmi" aggiunge poi

"Ti manipolano vero?" Chiedo io facendo finta di non aver sentito. Lei abbassa la testa

"Non ti avrei mai fatto nulla" sussurra piano

"Lo so" e la abbraccio. Conosco Eva da quando ero piccola e non farebbe del male a nessuno se non la obbligassero. Ho capito tutto ieri pomeriggio. Tutto. Quasi

"Ho un piano per salvarti tranquilla" la rassicuro e la classe inizia a riempirsi. Io finalmente ho fatto pace con Eva, so che posso fidarmi di lei. La campanella suona e alla fine della terza ora io vado al piano di sopra. Devo trovare Carter. E dopo cinque minuti eccolo lì, attaccato al termosifone che parla con Alex

"ciao ragazzi" li saluto

"Ué" ricambiano in coro

"Carter posso parlarti?" Chiedo e Alex se se ne va

"Ti manca Eva?" Chiedo

"Si..molto"

"E se sapessi dove si trova tu andresti a prenderla?"
Carter sbianca di colpo.

"S-sai dove abita?" Mi chiede. Sa qualcosa

"No mi stavo solo chiedendo che forse è meglio iniziare a cercarla" dico cercando di sembrare indifferente. Poi mi fa una domanda mi spiazza completamente

"Con chi eri sta mattina prima di venire a scuola? Quando io e i ragazzi ti abbiamo lasciato cercare il portafoglio, stavi parlando con qualcuno. Chi?"

"Stavo parlando da sola perché non trovavo il portafoglio" mi invento al momento. Lui fa un cenno con la testa e guarda un punto dietro di me. Mi volto e vedo Alex, Matt e Federico che ci guardano.

"Okay, ti crediamo." Dice Alex sarcastico.

"Sofia!" Urla Eva dal fondo del corridoio e inzia a correre e mi raggiunge, mi prende per il braccio destro e mi trascina in un angolo. Federico con dei passi decisi ci raggiunge e prende Eva e la allontana da me

"Stalle. Lontana." Dice fermo

"Okay, me ne vado" sembra tutto troppo semplice, non si sarebbe mai arresa così facilmente, pensavo avrebbe insistito. Cerco il suo sguardo e quando lei finalmente mi guarda capisco tutto. Guarda i ragazzi e mi passa in parte dandomi una spallata, le nostre mani si sfiorano e sento qualcosa nella mia mano. Un bigliettino. Lo sapevo.
Con i ragazzi passo tutta la ricreazione ma è stato abbastanza imbarazzante nessuno ha osato parlare. Finalmente la ricreazione suona e io scappo in classe senza dire una parola. Nel corridoio apro il bigliettino che ho girato tra le mani per tutto il tempo.

"Sofia, non volevo dirtelo ma mi sembra giusto. I ragazzi ieri sera sono venuti nella casa dove tengono me e Caterina. Loro sanno tutto. L'uomo che ci ricatta e il lo stesso per cui lavorano. Ci stanno, ti stanno, mentendo."

Finisco di leggere il foglio che cambio strada e mi dirigo verso il bagno. Mi chiudo dentro e inizio a piangere, ho mal di testa. Dentro di me c'è casino, una guerra. I ragazzi sapevano tutto e mi hanno mentito nonostante sapessero quanto ci sto male per Eva. Sto lì dentro per circa un ora quando esco dal bagno e mi asciugo le lacrime.

"Dov'è Carson?" Urla il professore sbraitando

"Non lo so la posso andare a cercare?" Chiede Eva

"Faccia veloce signorina Martin"

Lei mi vede e mi raggiunge, torniamo in bagno e io continuo a piangere

"Mi dispiace" sussurra

"Bè non dev'essere facile per te..." Dico riferendomi chiaramente a Carter

"Sai, ieri sera mi ha guardato, io avevo gli occhi lucidi e una lacrima mi è caduta. Lui ha stretto la mano in un pugno e si è girato dall'altro lato, era come arrabbiato" mi dice riferendosi ancora a Carter. Non dico niente ma continuo a piangere abbracciata alla mia migliore amica quando entrano Carter e Matt in bagno. Il bagno delle femmine. Bello.

"Staccato da lei" le ordina Carter estraendo la pistola. Ma che cazzo se la porta a scuola?

"Che ti ha fatto?" Chiede Matt prendendomi e stringendomi a se.

"Lascia Carter faccio io" dice Matthew e prende Eva, la sbatte al muro e le urla contro, Carter mi mette una mano introno alla vita e vedo le chiavi del motorino sulla tasca del cappotto. Appoggio la testa sulla sua spalla e tiro fuori le chiavi e le metto in tasca

"Sto bene, non mi ha fatto nulla" dico ed esco dal bagno.

THE DREAM (Storia Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora