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Capitolo 17

_La tua bocca.

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-Come?- Maya.
-Che dici?- Yoongi.
-Ah, niente.- Jung Su.
-No, Jung Su, parla. Che diamine stai dicendo?- Maya.
-Mamma, vuoi dire che non ci sei andata a letto?- Jung Su.
-Questo adesso, cosa dovrebbe centrare?- Yoongi.
-C'entra per me, per quello che sta dentro la mia testa, Yoongi. E credo di sapere fin troppe cose, che mi fanno male... non me le avete dette voi stessi, le ho dovute scoprire.- Jung Su.
-Cosa ti avrei nascosto, Jung Su?- Maya.
-Tu e Yoongi siete stati insieme e continuate a stare insieme. Se non è questa una prova, la foto che ho trovato di voi quindici anni fa, dove vi baciavate, non so cosa dirvi.- Jung Su.
-Dove hai trovato quella foto?- Maya.
-Cosa ti importa, Maya?- Jung Su.
-Mi stai anche chiamando per nome?- Maya.
-Finitela.- Yoongi.
I due guardarono il moro, mentre un senso di odio cresceva in corpo..
-Siamo stati insieme, e stiamo insieme. La cosa ti turba?- Yoongi.
-Posso dire che mi provoca schifo?- Jung Su.
-JUNG SU!- Maya.
-Lo direi, se non fosse per il fatto... che adesso mi tornano tutti i conti.- Jung Su.
-Jung Su, che intendi?- Yoongi.
-Come puoi tu, essere mio padre?- Jung Su.

Tutto accade per una ragione, nulla era stato affidato al caso.
Anche la nascita di qualcuno, non è mai un caso. Magari potrebbe essere una sorpresa, ma una nascita, non viene mai ritenuta un errore.
Non può.
Dopo quel breve dialogo, il loro rapporto era quasi crollato.
Yoongi tentava di prenderlo all'uscita da scuola, a portarlo a mangiare fuori, provava anche a spiegargli alcune parti al piano, ma lui lo guardava con sguardo sempre disperso.
Aveva iniziato a non parlare per evitare di litigare, ed ogni sua azione sembrava risultare quasi inutile. Le svariate ragioni per cui cadde in quel pozzo, furono tante.
La prima, forse, era per il semplice fatto che aveva sempre desiderato un padre, e dal momento che lo aveva, lo odiava con tutto sé stesso. Non sapeva il perché di quei sentimenti verso Yoongi, ma poteva solamente immaginare il motivo per cui la madre lo amasse: non si arrendeva.
Fin dal principio, nonostante lo avesse da sempre trattato male e cacciato via, Yoongi non si era mai arreso sul volere un approccio con lui. Anche se non gli parlasse, lui gli raccontava e spiegava cosa succedeva nel mondo della musica, anche se non lo guardasse negli occhi, Yoongi lo aveva riempito di regali.
Sembrava come se Yoongi stesso stesse per dare tutto di sè, anche quello che non aveva.
Non che ciò Jung Su non lo vedesse, ma per il semplice fatto che non lo accettasse.
Il vero punto, non era Yoongi, ma era lui.
Lui stesso stava bruciando un'opportunità per poter ricominciare, per poter rendere felice anche la madre, che a causa sua aveva da sempre sofferto.

Il ciclo era sempre lo stesso: scuola-> casa-> Big Hit-> studio-> casa-> scuola.
Ed in tutto ciò, nel mezzo, vi era anche Yoongi.
Proprio una giornata in particolare, ebbe modo di capire che i sentimenti di Yoongi fossero sinceri, ed anche in quella giornata, ebbe occasione per trattarlo più che male.

Jung Su era in sala prove, a ripassare un paio di coreografie e fare un paio di esercizi.
Ma proprio mentre stava tentando di fare la ruota senza braccia, cadde di spalla gettando un gran urlo.
-JUNG SU!- Il primo ad entrare fu JungKook, riconoscendo la voce del minore.
-STAI BENE?- Chiese, vedendo il minore accasciato di lato, mentre con una mano reggeva fortemente la spalla.
-Mi fa male... JungKook.-
In quel momento entrò Yoongi, che aveva visto JungKook scattare dentro la sala prove.
-Che cosa succede?-
Jungkook tentó di toccargli la spalla, ma al toccarla solamente, gli provocava un dolore atroce.
-Ma come diamine hai fatto?!-
Yoongi lo aiutò ad alzarsi, sentendo le sue urla sofferenti.
-Ti devo portare immediatamente in ospedale.-
-Scordatelo.-
-Jung Su, vacci... Yoongi ha ragione.- JungKook si intromise nel discorso.
-Senti, Yoongi, spostati.-
il tono di voce fu per un attimo calma.
-La mia vita va avanti senza di te,  chiaro? Così com'è sempre stato.-
Jung Su si trascinó fuori, ma cadde non appena varcò la soglia della porta.
Non era solo la spalla, erano anche le gambe.
-JUNG SU!-
Ancora una volta, la sua voce chiamò il suo nome.
-Per favore, finiscila Jung Su, vieni.-
Lo prese in braccio, nel modo più delicato possibile.
Il suo corpo era leggero, non pesava assai, anzi, era anche sottopeso.
A Yoongi venne semplice trasportarlo fino al furgone della Big Hit.
-Così sei comodo?-
-POSSO ESSERE COMODO IN UNA SITUAZIONE DEL GENERE?!-
-Va bene! Scusa! Scusa!-
Entrò in furgone anche lui, accedendo immediatamente il motore dell'aggeggio.
-Sei scemo?!-
-No, sono Min Yoongi.-
-PERCHÉ NON CHIAMI L'AMBULANZA?!-
-Ci stiamo andando noi, in ospedale.-
-Che sei stupido.-
-Aish! Questo ragazzo!-
-Guarda te.-
-Non parli per giorni, poi in un attimo mi aggredisci. DATTI TU UNA GUARDATA!-
-AISH! YOONGI!-
-Ti costa chiamarmi papà?-
-Non ti chiamerò mai in quel modo.-
-Ma dai.-
-Non succederà mai, dovrei prima perdonarti.-
-Quindi, quando sarà, è perché sono stato perdonato di tutto?-
-Ripeto: non arriverà.-
-Lasciami fare, intanto... 'parlando' con me, ti sei distratto e non hai pensato al dolore.-
-Mh.-
-Non puoi camminare, ti prenderò di nuovo in braccio.-
Disse, posteggiando il furgone
-Ti odio.-
-Lo so, Jung Su. Lo so.-

『  Ciao, papà!  』 { COMPLETA }- IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora