Secrets - Skylar

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Mi continuo a rigirare nel letto, in preda ad un sonno inquieto. Non riesco a dormire, così mi alzo dal letto cercando di non fare rumore, del resto sono le 2:30, apro la portafinestra e vado in terrazza. Mi appoggio al parapetto e guardo il panorama illuminato dalla fioca luce della luna.

Un rumore di passi esitanti viene da dietro, poi Bibi mi si avvicina.

- Ehi asociale, a cosa stai pensando?-

- A niente-

- Eddai... una come te non sta mica sveglia nel cuore della notte per niente! Cosa è successo? C'entra qualcosa Law vero?-

- Sì... più o meno-

- Più o meno?-

- Più che altro... non riesco a smettere di pensare a quell'occhiataccia che ci ha rivolto quando eravamo da Sabo-

- Sai quante volte l'ho visto guardare così la gente? Tante-

- No...pensandoci bene, l'occhiata non era rivolta a noi, in generale-

- E allora a chi?-

- A Sabo. Aveva una strana luce negli occhi Law in quello sguardo... non era rabbia, ma non so cosa possa essere-

Rimaniamo in silenzio per un po'.

- Skylar... ci stavo pensando anch'io e forse mi è venuto in mente qualcosa-

- Spara- dico, tradendo l'impazienza che è improvvisamente sopraggiunta in me.

- Ho visto anch'io quello sguardo e mi pareva di averlo visto giá mille volte, ma mi sbagliavo-

- Cos'hai notato di diverso? Sputa il rospo-

- Non vorrei sbagliarmi ma sembrava...ecco...come posso dirtelo... geloso-

- Cosa? Geloso? Lui? Impossibile- e rido amaramente. Perchè sto sperando il contrario di quello che dico? Che diavolo mi sta accadendo?

- Invece secondo me è la veritá... modestamente, me ne intendo di ragazzi e conosco i loro sguardi-

- Può essere, ma è solo un'ipotesi-

- E non ti andrebbe di convalidarla?- propone in un tono complice.

- Forse- le rispondo con lo stesso tono.

- CHE CI FATE VOI LÌ?- urla una voce da sotto- Tu Rifleman, eri in punizione!- è Akainu, il temutissimo e famigerato prof di inglese. Peccato solo che la sua aura intimidatoria non abbia effetto su di me.

- Appunto. Ero in punizione. Poi, tecnicamente, sono dentro la scuola, non fuori-

- Rispondi così a un professore? Ma chi ti credi di essere?-

- Me stessa- è troppo divertente vedere la rabbia che gli stravolge i tratti del volto.

- Ci lasci in pace, stavamo solo chiaccherando- si intromette Bibi.

- Nefertari, domani dobbiamo parlare-

-Forse intende oggi- le sussurro tra i denti.

- Rifleman! Esigo sapere cosa le hai detto-

- Ha detto che forse è meglio andare a dormire, se vogliamo essere pronte per le lezioni di domani- mi salva in corner Bibi.

Il prof non è del tutto convinto, ma alla fine cede e se ne va, con noi due che, quando lui si volta e a una distanza tale che non ci noti, gli facciamo due bei medi alle sue spalle. Tratteniamo le risate, andiamo in camera e dormiamo.

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Oggi, stavolta, sento la sveglia e mi alzo in tempo. Dopo essermi preparata, sto per andare a fare colazione quando qualcosa scivola da sotto la porta. Mi avvicino per osservare meglio... è una lettera. Indirizzata a me. Il destinatario è scritto con il computer e non c'è il francobollo nè il timbro postale, per cui deve essere stata portata qui a mano.

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