Quarrels - Kylie

163 14 1
                                    

"Quando pioveva nei suoi occhi, non c'era alcuna traccia di tristezza.

Solo l'impassibilità che lentamente stringeva e prendeva a pugni il cuore.

Percepiva la sua anima come un'ombra nera e peccaminosa.

Quando parlava con le persone, non vedeva altro che un piccolo vuoto.

Tante piccole inutilità che messe assieme modellavano il mondo e la sua origine.

Tutto ciò che era vivo, tutto ciò che respirava, uomo, donna o animale che fosse, era niente.

Il niente che già da molti anni l'aveva oppresso e rinchiusa in quella sua gabbia di sufficienza.

Il niente che strappava la carne.

Il niente che ingoiava i suoi sentimenti..."

"Mi fa salire l'ansia questa cosa."

"Questa cosa come la chiami tu, è una delle composizioni scritte più belle con cui io sia mai venuta a contatto."

"Bene, veniamo a contatto con cose diverse, evidentemente."

Sospirai rassegnata.

Chiusi il libro.

Passai la mano destra sulla rilegatura in cuoio rossa.

Le altre falangi erano intente ad accarezzare il suo braccio.

Dove eravamo?

Nel parco.

Profumo di ciliegi e aria fresca.

Frizzante, che sapeva d'autunno.

Erano gli inizi d'ottobre.

La leggera sciarpa di cachemire che avevo indosso, non proteggeva dalle prime note di freddo che la stagione regalava.

Gli anfibi di vernice nera erano leggermente graffiati.

L'ora del rientro era già scattata da un pezzo, ma non sembrava ci importasse.

Potevamo comodamente inventarci qualche scusa.

Un castigo che per una tale banalità non avrebbe corrotto la pace con noi stessi.

Era un traguardo che avevamo raggiunto insieme.

Ciò non significava che fossimo di buonumore ma nemmeno scontenti.

Semplicemente, non ci scaldavamo per cose che non possedevano nesso logico.

"Era un regalo di tuo padre?"

"No.

Un dono di un mio qualche parente."

"Ne hai così tanti?"

"Beh, sì.

La mia famiglia è anche collegata a qualche casata nobile di Marijoa."

One Piece's CampusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora