Friends - Cristal

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Quella domenica mattina mi ero svegliata presto per andare a correre. Era da tanto che non lo facevo. La corsa mi aiutava a rilassarmi e a scaricare le energie.
Avevo puntato la sveglia solo con la vibrazione e l'avevo infilata sotto al cuscino, così non avrei svegliato nessun'altra.
E adesso mi trovavo nel parco a fare una passeggiata per riprendere fiato.
Mi sedetti su una panchina e guardai le ultime luci rosee dell'alba.

-Bello, vero?-, disse una voce davanti a me.

Mi guardaia intorno, ma non vidi nessuno.
Perché ogni volta che vengo qui sento delle voci? Forse dovrei farmi curare da uno bravo.

-Sono quassù!

Alzai lo sguardo e notai una ragazza dai capelli verdi e con enormi ali piumate al posto delle braccia, che mi sorrideva sorniona.

La osservai accigliata. -Tu sei...?

-Mi chiamo Monet-, rispose l'altra. -Sono appena arrivata in questa scuola. Più precisamente ieri sera. Dopo aver sistemato le mie cose sono venuta qui a vedere le stelle, ma mi sono addormentata. Tu sei Cristal Newgate, ho indovinato?-, chiese infine, inclinando leggermente il capo dopo aver sparato una serie di informazioni tutto in maniera troppo veloce.

-Come fai a...- non mi fece finire la frase.

-Gli assomigli molto.

-A chi?-, domandai perplessa.

-A tuo padre, sciocca-, rispose lei ridendo.

-A me non sembra.- Avevo preso tutto da mia madre. Io e mio padre eravamo completamente diversi.

-E invece ti dico che siete uguali.

Scossi il capo. -Secondo me invece mi hai pedinata.

Al che l'altra sorrise furba. -Forse non sei così sciocca.- Fece un attimo di pausa scrutandomi attentamente. -Ebbene sì, ho visto il tuo nome tra i miei nuovi compagni di classe e volevo sapere come fossi.

-E come sarei, di grazia?-, chiesi assottigliando gli occhi.

-Simpatica.

-Allora facciamo colazione insieme?

Al che Monet allargò il sorriso -Sicuro!

***

Il bar era quasi vuoto per via dell'orario. Forse eravamo lì troppo presto, ma non ce ne fregava granché: più cibo per noi.
Presi una brioche vuota e una tazza di té caldo al limone. Monet prese la mia stessa bevanda, ma accompagnata da una brioche ripiena alla marmellata.

-Oggi fai qualcosa?-, mi chiese d'impulso.

-Sì, mi dispiace. Vado con alcune mie amiche a Dressrosa. Come mai me lo chiedi?- Presi la brioche e le diedi un morso.

-Non so... ci saremmo potute conoscere meglio e magari mi avresti fatto fare un giro della scuola-, abbassò lo sguardo sul té fumante.

-Proprio non posso. Il giro dovrá fartelo fare qualcun altro, ma appena torno ti prometto che passeremo una giornata solo io e te-, replicai con un sorriso.

Anche lei ne abbozzò uno e bevve un sorso del suo té, ma riabbassò la tazza sul piatto con un tonfo, portandosi poi un'ala sulla bocca.
-Scottaaaaaaa-, urlò.

Io la guardai qualche secondo in tralice e poi scoppiai a ridere.

Lei mi guardó male. -Non c'é niente di divertente.

-Scusa hai ragione-, dissi non reprimendo un sorrisetto. -Aspetta che ci penso io.

-No, tranquilla. Posso anche farlo da sola.

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