Capitolo I

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La carrozza imperiale si fermò proprio davanti alla tenuta Devenport che la neve aveva ricominciato a scendere dal cielo e rendere le cose ancora più difficili. Ad accogliere gli ospiti c'era lord Byron in persona, duca di Ios e signore di quelle terre. Purtroppo di signorile e autoritario non aveva proprio nulla in quel momento e quando il principe ereditario scese dalla sua carrozza fu la prima cosa che notò.

Il volto pallido, gli occhi rossi e stanchi di chi aveva pianto così tanto da non avere più lacrime e uno sconforto nell'atteggiamento che era palpabile anche dall'esterno. Sembrava più l'ombra del duca che tutti conoscevano e per lui, che poteva dire di essere quasi uno di famiglia, fu dura vederlo in quello stato.

Dopo aver aiutato sua moglie a scendere da cavallo andò da colui che considerava come un fratello e, incurante di qualsiasi regola di galateo, lo strinse a sé in un abbraccio. La cosa ancora più strana fu che Byron non si oppose a quel contatto così inusuale. Certo non lo contraccambiò, ma rimase immobile come una statua di cera.

E quando il principe si allontanò per guardarlo bene in faccia, l'espressione che il duca aveva in volto lo fece gelare fino alle ossa. Con i suoi occhi color del ghiaccio fissava un punto non ben preciso nella foresta di fronte a loro. Il suo sguardo era spento e vacuo, come se non fosse realmente lì con loro.

I coniugi si scambiarono qualche sguardo eloquenti, preoccupati per il loro amico che sembrava sul punto di svenire. E Byron si rese conto delle loro espressioni e del loro strano silenzio. Si voltò a fissarli, come se finalmente avesse realizzato che non era da solo e chiese con voce flebile: "Che cosa vi porta da queste parti?"

Era facilmente intuibile che non gli importasse nulla di sapere degli affari imperiali, lo aveva chiesto solo perché le buone maniere glielo imponevano. I suoi pensieri e le sue preoccupazioni erano altrove e il principe Joseph poteva solo immaginare che cosa stava provando in quel momento.

"Eravamo nei paraggi e abbiamo avuto la notizia di tua moglie così abbiamo pensato di venire a trovarvi..." cercò di spiegare il principe ma s'interruppe quando si rese conto che Byron non lo stava più ascoltando e si era di nuovo perso nella distesa di neve davanti a lui. Sembrava quasi ci fosse qualcosa di davvero importante da osservare, ed osservare per ore, in quel paesaggio.

Senza sapere bene che cosa fare, perché nessuno può insegnarti come confortare una persona in un momento simile, il principe e la principessa lo videro sospirare sofferente. Come se avesse un forte dolore, probabilmente al cuore. Poi tornò di nuovo fra loro e si rivolse solo a Catherine, con un tono che lasciava intendere quanto la faccenda gli fosse indifferente: "è nella nostra camera da letto, se vuoi farle visita". Le indicò la porta di casa come se non fosse abbastanza ovvio e non la degnò neanche di uno sguardo mentre lei lo superava ed entrava.

Non la guardò perché in quel momento era troppo intento a fissare il principe. I suoi occhi non avevano anche ritrovato la vitalità ma comunque sembrava più presente mentre indicava lui il sentiero che conduceva alle coltivazioni e gli sussurrava: "Vieni con me, devo parlarti".

Un po' titubante Joseph lo seguì lontano dalla villa, chiedendosi cosa mai volesse Byron in un momento del genere. Lo considerava come un fratello quindi avrebbe fatto tutto ciò che era possibile per aiutarlo, ma era anche convinto che non poteva fare nulla per risolvere il suo problema. Neanche i medici avevano capito che cosa avesse Astrid, perciò lui poteva fare ben poco per il suo caro amico. Eppure il suo amico era di tutt'altro avviso, perché inizio a parlare.

"La vostra presenza qui potrebbe essermi molto di aiuto, per quanto vi fermerete?" Joseph non comprese il significato nascosto delle sua domanda, non poteva capire che cosa stava passando per la testa del suo amico per questo di limitò a rispondere: "Tutto il tempo necessario, se è quello che vuoi".

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