Capitolo XXVIII

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L'Enchanting era proprio come Astrid se lo ricordava. Chiassose e pieno di gente con il desiderio di svagarsi un po'. Suo marito non entrava in quel posto da mesi ed era preoccupata dalla sua reazione, ma invece di tuffarsi all'interno della festa, come ci si poteva aspettare, Byron si guardò attorno perfino spaesato. 

Aveva passato molto tempo all'interno di quella locanda, sperperando i soldi della sua famiglia e continuando a perseverare nei suoi vizi. Eppure quel tempo gli sembrava così lontano, tanto che nella sua mente appariva sfocato e del tutto privo di sensi. 

Si voltò a cercare la moglie, un po' in ansia, e quando si accorse che lei era rimasta al suo fianco, tirò un sospiro di sollievo. Per tutto il tragitto aveva cercato di convincerla a restare nella carrozza, ma Astrid alla fine era entrata. 

Così mentre lei era preoccupata che suo marito, in preda al desiderio di risolvere i problemi che lui stesso aveva creato, si cacciasse ulteriormente in qualche impiccio. Byron era invece in pensiero per lei e per il bambino e non ero sicuro all'Idra che stessero entrambi nello stesso edificio di un uomo viscido come Alistair.

Entrambi con il pensiero dell'altro erano facili bersagli e neanche se ne accorgevano. Ma l'evidente tensione era visibile nei loro occhi, tanto che perfino Sebastian lo notò. Non chiese infatti perché Astrid era lì con loro, ma li seguì in silenzio, pronto ad intervenire solo se necessario.

Guardandosi intorno, con occhi interessati, capì quasi subito di che genere di locale si trattava, nonostante non fosse solito frequentarli. I suoi commilitoni passavano il tempo libero in posti del genere, a bere e spendere tutto lo stipendio da soldato in donne e giocate. Spesso era stato invitato a tali serate ma non ci aveva trovato nulla d'interessante in tutto ciò che aveva visto. 

Non fece alcuna domanda a Byron, nonostante gli ronzassero nella testa fin da quando erano partiti, ma invece analizzò ogni particolare del posto. Si sentiva più sicuro se conosceva il luogo, ogni sua uscita e teneva d'occhio ogni persona presente. Anche se non era facile controllare tutti i clienti, essendo un posto pubblico e molto affollato.

Sembrava che ogni fosse lì solo per divertirsi. Alcuni giocatori stavano cercando di sfidare la fortuna, mentre le cameriere passavano intorno ai tavoli con lasciva, distraendoli dal gioco. Altri invece erano giunti fino a lì solo per guardare lo spettacolo di ballerine che si stava svolgendo sopra il palco, e per annegare qualche dispiacere nell'alcol. 

Solo un uomo, solo seduto ad un tavolo, attirò immediatamente la sua attenzione. Tutti i suoi sensi si accesero nell'esatto momento in cui Byron fissò l'uomo e s'irrigidì. Non gli servirono parole per capire che era la persona che stavano cercando. 

«Astrid, vai a sederti a quel tavolo», le ordinò il marito, indicando esattamente il posto dall'altra parte rispetto a quello dove sedeva Alistair. Era ovvio che la voleva il più lontano possibile, visto che l'ultima volta che avevano incontrato l'uomo aveva pugnalato Byron. 

Lei naturalmente avrebbe voluto obbiettare, ed era in procinto di farlo, aprendo la bocca e desiderosa di dire la sua. Ma Byron la fulminò con lo sguardo, i suoi glaciali le fecero venire un brivido lungo la schiena e si rese conto, solo in quel momento, di quanto lui fosse in tensione. 

Avrebbe voluto stare al suo fianco e rassicurarlo ma sapeva anche quando invece era meglio assecondarlo e non tirare troppo la corda. Come in quel momento. Per questo decise di voltargli le spalle e andare a sedersi proprio dove aveva richiesto lui, un po' imbronciata ma comunque conscia che suo marito voleva solo il suo bene. Da quella distanza le era possibile osservarli ma non sentirli. 

Con il cuore in gola, e le palpitazioni, fu costretta a guardare il marito che si avvicinava inesorabilmente all'uomo che lo aveva quasi ucciso. Lei sapeva che era preoccupato, e che la presenza di Sebastian lo tranquillizzava solo parzialmente, ma esteriormente sembrava calmo.

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