Il capitano Moore alla fine restò, per sommo dispiacere di Byron che avrebbe tanto voluto vederlo andare via dalle loro vite per sempre. Ed invece suo padre gli aveva tirato l'ennesimo tiro mancino.
Aveva chiesto esplicitamente nel suo secondo testamento - che valeva di più del primo - che la tenuta fosse gestita da tutti i figli maschi, compreso colui che in realtà non aveva alcun legame di sangue con lui.
La notizia aveva scioccato tutti quanti, soprattutto il capitano. Ma fu Byron a reagire nel peggiore dei modi. Diede letteralmente di matto e l'idea si avere tra i piedi un uomo che, inconsapevolmente, gli ricordava il pessimo rapporto con il padre non gli andava proprio giù.
Urlò, sbraitò e minacciò di cacciare l'ospite, e poi si chiuse nel suo studio per il resto della giornata. Non era riuscito ad obiettare quando il capitano aveva affermato, con gentilezza ma anche con fermezza: «Il volere di lord Stephan era che io restassi, perciò, se non vi dispiace, non ho intenzione di andarmene».
E così aveva deciso di non rivolgere la parola a nessuna, lasciando la moglie da sola a doversi occupare dell'ospite che ormai era diventato parte della famiglia. Non le restò che dare una camera da letto al capitano e si rincuorò quasi quando lui si congedò con la scusa che era stanco.
Astrid si ritrovò a ripensare a ciò che era successo in così poco tempo, a disagio per la strana sensazione. Doveva stare dalla parte del marito, perché così le imponevano gli anni di educazione, ma allo stesso tempo non riusciva a non essere disponibile e gentile con il loro ospite, che con lei aveva sempre avuto un occhio di riguardo.
Sapeva che più si mostrava affabile con il capitano e più suo marito sarebbe uscito dai gangheri, ma non poteva certo trattare male tutti solo perché Byron era di cattivo umore. Avrebbe voluto parlargli, per fargli capire che una parte di lei capiva i suoi sentimenti - e perché odiava il capitano - ma non aveva la minima idea di quale fosse il modo migliore per avvicinarlo.
Non avevano mai parlato attentamente del rapporto che Byron aveva avuto con il padre, o meglio del non rapporto. Era una questione molto delicata, che lei poteva capire soltanto superficialmente ma che avrebbe avuto desiderio di approfondire, per riuscire finalmente a comprendere una parte del marito che le era ancora in parte sconosciuta.
Le fu praticamente impossibile perché Byron non si fece vedere per il resto della giornata, si rifiutò anche di presenziare alla cena, lasciando Trevor a fare da padrone di casa. L'imbarazzo durante il pasto fu quasi palpabile e nonostante sia lei che il ragazzo cercarono di far sentire Sebastian a suo agio, Astrid tirò un sospiro di sollievo quando la giornata finì e fu giustificata a tornare nella sua camera da letto.
Sorprendentemente trovò il marito ad attenderla, con solo la luce di una candela ad illuminargli il volto pallido. Seduta sulla poltrona, fissava con sguardo truce proprio la porta, come se la stesse attendo ormai da ore, il che poteva anche essere plausibile.
«E' ancora qui?», non le servì chiedere a chi si stava riferendo, perché era ovvio. E Astrid non dissi assolutamente nulla, eppure suo marito capì che il loro ospite - a lui poco gradito - era ancora all'interno di quelle mura. Sebastian era stato categorico e Byron sapeva che non sarebbe stato facile cacciarlo via da casa sua, eppure aveva sperato in una sorta di miracolo.
Si alzò, sconfitto, e sbuffò, chiedendosi fra sé che cosa aveva fatto di male per meritarsi tutti quei problemi tra capo e collo. Il suo primo desiderio fu quello di andare ad abbracciare la moglie, perché in quel momento, più che mai, aveva bisogno del suo conforto. Ma tra di loro c'erano ancora alcune faccende in sospeso e non sapeva proprio se avrebbe apprezzato.
Per questo fece un passo avanti ma dopo si fermò, fissandola quasi come un cane bastonato. Era perso, non sapeva che cosa fare e cosa pensare di tutta quella situazione. Era solo sicuro di provare un fastidio, proprio alla base sul petto, un leggero dolore che era convinto di poter alleviare solo con la partenza del capitano.
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