Capitolo XIX

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Quella notte Byron entrò nella loro camera da letto che era già molto tardi. Non avevano cenato insieme perché si era letteralmente chiuso nel suo ufficio, insieme al fratello, alla ricerca di un modo e una soluzione per risolvere tutti i problemi della loro famiglia. Si erano fatti portare la cena e anche se non ne era stato molto contento, aveva lasciato Astrid da sola con i nipoti. 

Non che negli ultimi tempi potesse sperare in un dialogo pacifico con la moglie, ma essere presente era il primo passo per farle notare quanto volesse cambiare. Così si sentiva già in inferiorità quando aprì la porta della loro camera da letto. Una parte di lui sperava che Astrid dormisse, per evitare di dover parlare, cosa che stava diventando difficile di giorno in giorno. 

Non aveva mai pensato che l'indifferenza sarebbe riuscito a ferirlo in quel modo ma era proprio quello che succedeva ogni volta che Astrid fingeva di non vederlo. E cercava sempre di smuovere la sua curiosità per riuscire a sciogliere la corazza di ghiaccio che si era costruita ad arte intorno a se stessa. 

Come quella notte che, non appena fu entrato, le disse, mentre si stava togliendo la cravatta che gli stringeva troppo sul collo da tutto il giorno: "Non vuoi sapere dove sono stato questa mattina?", gli sarebbe tanto piaciuto se fosse stata proprio lei a chiederglielo, visto che aveva notato la sua assenza ed aveva chiesto in giro ai domestici. Non voleva parlare con lui ma dialogava volentieri con tutti gli altri. 

Di nuovo, Astrid lo ignorò. Seduta sul letto, con una mano ad accarezzare la pancia, con l'altra teneva in mano un libro che aveva preso dalla biblioteca. La luce della candela che aveva acceso non era più sufficiente ad illuminarle tutta la pagina e avrebbe fatto meglio a mettersi a dormire prima che arrivasse suo marito. Invece voleva finire la storia e per la prima da quando avevano litigato si era fatta trovare sveglia. 

Ignorarlo di giorno quando per la maggior parte del tempo erano separati, non era tanto difficile. Ma quando ce lo aveva davanti, nella stessa camera da letto, non era affatto facile far finta di non vederlo e non sentirlo. Soprattutto perché suo marito era un vero testardo e tendeva ad insistere. Come i bambini, finché non aveva le attenzioni dovute, continuava a parlare e ad infastidire. 

"Lo so che sei curiosa di saperlo", la stuzzicò, salendo sul grande letto matrimoniale a quattro zampe ed avvicinandosi a lei quasi fino a toccarla. Non troppo perché il loro rapporto si era freddato anche sotto le coperte e Byron evitava di fare qualcosa che potesse infastidirla. Ma aveva un sorrisetto furbo in volto, quasi sicuro che prima o poi sarebbe riuscito a farla parlare. 

Per lui era come quel gioco che si fa da bambini, che chi ride prima perde. Nel suo caso perdeva chi dei due si sarebbe arreso prima. Ma Astrid era così stanca dei suoi giochi che ormai non avrebbe accettato più nulla, se prima non si fosse assicurata di avere ciò che voleva veramente. 

Per questo chiuse il libro, con il volto scocciato e si voltò lentamente nella sua direzione. Lo fece apposta, a fare movimenti lenti, per tenerlo ancora di più sulle spine. Le sarebbe piaciuto vedere nei suoi occhi la solita freddezza tipica del marito, con quella aveva imparato a convivere e poteva gestirla. Con quella poteva anche mantenere l'atteggiamento indifferente, perché sapeva di meritarselo. 

Ma quello che invece vide nei suoi occhi fu supplica. Non era una cosa che poteva vedere tanto facilmente stampata sul volto di Byron e se ne rendeva conto anche lei, ma non poteva cedere soltanto a causa di uno sguardo. Sapeva che riusciva a ferirlo nel punto giusto con la sua decisione d'ignorarlo, ma quello che non avrebbe mai potuto immaginare era l'effetto che le avrebbe fatto vedere suo marito in quello stato. 

Non doveva cedere però, non nel momento in cui sembrava che stesse ricevendo qualcosa in cambio. E proprio per questo rispose alla sua domanda con un'altra domanda, come a volerlo sfidare: "Che cosa hai detto al marito di mia sorella?", ne era convinta che era stato lui a far scattare l'Arciduca, anche se non avrebbe mai potuto provarlo. E non si trattava solo di curiosità, voleva effettivamente sapere per quale motivo Camille aveva rovinato il suo rapporto. E poi trarre le sue conclusioni anche su Byron. 

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