Capitolo XXIX

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Non aveva ancora visitato la cittadina di Plaingrass, il luogo dove lord Stephan e la sua famiglia erano cresciuti. Perciò una mattina, dopo aver fatto colazione, si fece sellare il suo cavallo ed andò in città.

si era fatto consigliare da lady Astrid il giorno migliore e lei gli aveva suggerito di andare a vedere il paese nel giorno del mercato. Ne aveva parlato così bene che si era incuriosito e non aveva potuto resistere. 

Plaingrass si presentava come una piccola cittadella, non troppo pretenziosa ma allo stesso tempo funzionale in ogni aspetto della vita sociale. 

Le varie botteghe e negozi offrivano ogni genere di servizio, così da non costringere gli abitanti a doversi spostare in un altro paese ogni qual volta avesse bisogno di qualcosa. E questo era già un punto a favore. 

L'aspetto caratteristico della case e dell'architettura pubblica, poi, gli aveva lasciato quasi un senso confortante, di casa, abbracciandolo perfino. 

Di posti nell'Impero, e fuori, ne aveva visti così tanti che alla fine gli sembravano quasi tutti uguali. Eppure non aveva avuto molte occasioni di vivere veramente in quei piccoli luoghi pieni di vita e quotidianità. 

E doveva ammettere che non dispiaceva fermarsi finalmente in un posto e, magari, mettere su famiglia. 

Forse anche per questo si guardò ovunque, considerando sul serio di poter restare e quindi analizzando gli aspetti positivi e quelli negativi di vivere all'interno di un paese di campagna come quello. 

Doveva considerare anche che non era abituato a tutta quella tranquillità ma fu piacevolmente sorpreso dalla vitalità che i paesani gli mostrarono all'interno del mercato settimanale. 

Montato lungo tutta la via principale, era molto grande considerate le dimensioni complessive del paese e soprattutto molto popolato. I visitatori ci venivano perfino da fuori per approfittare delle offerte che i mercanti metteva in bella mostra sui loro banconi.

I prodotti erano i più variati. Dal cibo alle bevande, dai tessuti ai fittili, dagli strumenti per il lavoro al ciarpame. C'era perfino anche una bancarella che vendetta vecchi libri, unici nel suo genere. E un altra ancora che metteva in mostra piccoli oggettivi creati a mano dai bambini orfani del convento. 

Prima di iniziare il suo giro turistico all'interno del mercato, si prese una bevanda calda per riscaldarsi, che un mercante vendeva proprio all'inizio della via. Un modo in più per fare qualche soldo, dato che il freddo ancora imperversava nella valle. 

Ma sembrava che a nessuno desse fastidio, tanto che la folla era molta e a volte faticò perfino nel riuscire ad avanzare tra le bancarelle. 

E poté constatare che non era l'unico a godersi la giornata. Un gruppo di bambini, lasciati liberi dalle mamme, correvano tra le persone, incuranti di creare qualche fastidio, ridendo e cantando un motivetto che anche lui conosceva.

Un altro gruppo, invece, giocava lanciando un bastoncino ad un cane randagio che, fedelmente lo riportava ai diretti interessati, premiato con una carezza o un biscotto.

Le signore osservavano con attenzione le merci che più gli interessavano, cercando di convincere il commerciante a fare qualche sconto, mentre ogni venditore cercava di attrarre gente raccontando quasi delle storie che parlavano di semplicità.

Sebastian fu così rapito da una scena così normale, ma che per lui aveva un significato più profondo, che alla fine decise perfino di comprare uno di quei monili fatto dai bambini, attratto proprio dal loro bancone, presieduto dai due piccoli orfanelli.

Lasciò loro più del dovuto ed ebbe in regalo un espressione stupita e felice allo stesso tempo che lo ripagò di tutto.

Era così attento a cogliere ogni istante di vita di quella cittadina, che non si accorse che, con il tempo, iniziò anche ad attirare gli sguardi indiscreti di chi lì ci viveva da sempre. 

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