Capitolo VIII

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La luna di miele posticipata procedeva proprio come Byron aveva immaginato. Lontano da Plaingrass, dalla tenuta Devenport e da tutto quello che era successo in quei pochi mesi, Astrid sembrava tornata la ragazza felice e spensierata di quando si erano sposati. Passava le sue giornate in spiaggia, ad osservare quelle belle meraviglie che le erano sempre state private, a fare lunghe passeggiate e a giocare con il cane del guardiano del castello, ben felice di avere qualcuno che gli dava più attenzione del solito. 

Si era lasciata alle spalle i momenti brutti e tristi che era stata costretta a sopportare da dopo il matrimonio e, come promesso, stava abbracciando a pieno la nuova vita matrimoniale, sperando che quella vacanza fosse un riflesso di ciò che l'aspettava anche a casa. Non poteva illudersi che sarebbe andato tutto per il verso giusto, perché comunque a Plaingrass li attendeva la realtà. Ma sperava comunque di non dover più soffrire come quando aveva visto suo marito e sua sorella insieme nello stesso letto. 

Portava una nuova vita dentro di sé ed era suo dovere proteggerla, prendersi cura di lei e metterla al primo posto davanti a tutti, perfino a se stessa. Ed era proprio a questo che stava pensando mentre Byron da lontano la osservava toccarsi la pancia, ancora del tutto inesistente, immaginandosi il loro figlio crescere e ricevere tutto quell'amore che i suoi genitori non erano riusciti ad ottenere. 

Voltandosi appena si accorse che lui era lì, seduto sulla sabbia vicino alle rocce, che la guardava quasi assorto con un sorriso strano in faccia. A volte, la parte più dubbiosa di lei, non si sentiva al sicuro con quel Byron nuovo, costantemente preoccupata che potesse essere solo un illusione. Per questo gli si avvicinò per chiedergli, reticente e dubbiosa: "Perché mi fissi in quel modo?", la sua domanda fece scaturire un sorriso ancora più sornione sul volto del marito. 

"Perché sei bellissima e non posso credere di essere stato così fortunato", ogni volta che le faceva un complimento sincero per lei era come se fosse la prima. Non riusciva proprio ad abituarsi a quella nuova realtà dove Byron era seriamente coinvolto, per questo arrossì in volto come se a dire quelle parole fosse stato un uomo come un altro e non suo marito. 

Lui le allungò la mano, in un tacito invito, e si ritrovò così sulla sabbia, sopra di lui, a ridere come una bambina insieme a Byron, che non sembrava sdegnare le risate. Se pensava che solo qualche mese prima poteva sentire il suo di quella bellissima voce ridente solo quando era ubriaco. Doveva ammetterlo che di passi in avanti ne avevano fatti molti, anche se era convinta che ci fosse ancora molto da lavorare. 

"A cosa pensi?" Le domandò, distraendola dai suoi monologhi interiore e costringendola a guardarlo prendendole il viso con le mani e voltandola verso di lui. Il suo sguardo così intenso, così desideroso di sapere davvero la verità la convinse ad aprirsi: "A noi, ha tutta la strada che abbiamo fatto". In poche parole era riuscita a racchiudere tutto quello che avrebbe voluto dire ma che lo teneva taciuto per paura che i demoni del passato potessero tornare. 

Sapeva che quello che stavano vivendo era un momento fuori dal resto del mondo, come vivere all'interno di una bolla di vetro. Avevano completamente messo da parte ogni ripicca, ogni dolore causato l'un l'altro, ogni bugia e ogni sotterfugio. Lo avevano fatto perché voleva credere che era possibile ricominciare, ma tutti sanno che prima o poi le bugie e il passato tornano a galla. 

Astrid aveva paura del giorno in cui sarebbero stati costretti a confrontarsi, sapeva che sarebbe giunto prima o poi, mentre Byron non ci pensava neanche. Vivere l'attimo era l'unica cosa che gli premeva, per questo rispose, continuando a tenerle il viso tra le mani: "Da adesso possiamo anche fare di meglio". Molte volte si era svegliato nel cuore della notte con l'impellente bisogno di raccontarle tutta la verità, ma la consapevolezza che avrebbe rovinato il rapporto che, con tanta fatica, si stava creando fra di loro, lo aveva sempre fermato.

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