Capitolo II

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Come aveva previsto, alla notizia della visita del principe e di sua moglie, lady Penelope era finalmente uscita da sua stanza e, dimentica di tutto, era tornata la padrona di casa di un tempo. Troppo presa a far stare bene i suoi ospiti, non si era resa conto delle occhiate di sincero interesse di suo figlio ed aveva iniziato ad abbassare la guardia. Così Byron aveva potuto agire indisturbato. Prima di tutto aveva licenziato il nuovo dottore assunto da sua madre, perché una strana sensazione lo pervadeva ogni volta che parlava con lui. 

Era un bugiardo nato perciò aveva anche imparato a riconoscere le menzogne quando gli venivano rifilate e passate come verità. E quell'uomo mentiva ogni volta che apriva bocca. Ad ogni sua domanda combaciava una risposta falsa. Ed  anche il fatto che lady Penelope non avesse deciso di chiamare il loro medico di famiglia gli era suonato strano fin dall'inizio. Così aveva mandato una lettera a quell'uomo, chiedendogli di raggiungere la tenuta il più in fretta possibile per visitare sua moglie, e dirgli finalmente la verità sulle sue condizioni di salute. 

Ma non riusciva a restarsene seduto alla sua scrivania, nel suo studio quasi del tutto a pezzi, ad aspettare la risposta e la venuta di un medico che tardava a raggiungerli. Doveva attuare il suo piano, dal momento che ne aveva l'occasione. Sua madre era impegnata a conversare e intrattenere gli ospiti ed illustri dall'altra parte della tenuta e ciò gli permetteva di entrare indisturbato nella sua camera da letto. 

Si fece dare il passepartout da uno dei domestici della casa che, nonostante il modo ambiguo in cui lo guardò, non fece alcuna domanda. Non avrebbe comunque potuto capire le sue intenzioni visto che Byron era il suo padrone e non aveva bisogno di avere una scusa per ottenere la chiave. Una parte di lui, però, quella che pensava di conoscere ancora sua madre, si sentiva un po' in colpa per quello che stava facendo. Nonostante tendeste a credere alle parole di Astrid, avvalorate da quelle strane conversazioni avute con lady Penelope, voleva ancora credere che fosse tutto un equivoco. 

O almeno una parte di lui lo desiderava. L'altra, quella convinta che sua madre era una serpe velenosa e alquanto pericolosa, voleva solo una scusa per le terribili condizioni della moglie. Perché ammettere che era colpa sua se stava morendo era troppo da sopportare anche per uno come Byron, che aveva costruito intorno a lui una barriera pressoché indistruttibili. L'idea che Heath avesse ragione, che era stato lui a farla ammalare, lo tormentava ed anche per questo non lo aveva ancora cacciato da casa sua, nonostante vederlo vicino a letto di Astrid gli causava rabbia e risentimento. 

Come aveva potuto non accorgersi che si stava ammalando? Come aveva potuto darle retta ed aspettare così tanto prima di chiamare il dottore? Sperava di non essere la causa della sua morte perché non sarebbe stato in grado di perdonarsi, se così fosse stato. Proprio perché non poteva restare a guardare, mentre la vita abbandonava il corpo di sua moglie, aveva deciso di agire in fretta. Andare contro sua madre era qualcosa di davvero estraneo a lui, era successo solo una volta prima della festa di compleanno dell'Imperatore. 

Per tutta la vita aveva creduto che lei fosse la sua colonna, così simili da non avere dubbio di essere madre e figlio. Perciò ammettere che ci poteva essere la possibilità che avesse avvelenato Astrid era difficile, e per questo era combattuto. Ma non abbastanza da fare irruzione della camera di sua madre senza il suo permesso, mentre lei era lontana. 

L'ultima volta che era entrato era stato per osservare suo padre morire e, nonostante tutto, provava ancora quell'oppressione e quella frustrazione nel vedere il letto dove lord Stephan aveva abbandonato il mondo dei vivi. Un'ulteriore dimostrazione di quanto sua madre fosse priva di sentimenti gli sarebbe dovuta arrivare dal fatto che non avesse deciso di sposarsi in un'altra stanza. Byron non riusciva neanche a guardare il loro letto per più di qualche secondo senza ricordarsi gli ultimi attimi di vita di suo padre e lei ci dormiva indisturbata tutte le notti. 

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