Non aveva aspettato neanche un giorno, il mattino seguente il loro ritorno a casa aveva convocato il fratello nel suo ufficio, che di fatto era diventato il loro. C'era da dire che, nonostante le sue incredibili doti di amministratore, Trevor era anche molto disordinato. Di più di Byron.
Il Duca infatti aveva trovato il suo studio completamente sotto sopra. Stentava quasi a vedere la sua scrivania sotto a quel mare di carte, documenti e oggetti di cui non riconosceva neanche la natura. C'erano perfino libri che non aveva mai visto prima d'ora e terra, sparsi sul pavimento ed impilati l'uno sopra l'altro. La sensazione che ebbe, non appena varcata la soglia, era che suo fratello avesse passato le ultime due settimane a fare conti.
Dopo aver sposato una coperta, che non voleva neanche sapere da quanto era lì, dalla sua poltrona, si era messo seduto ad aspettare il più piccolo della famiglia Devenport. E non appena aveva varcato la soglia, bussando come se ormai non considerava quel posto il suo ufficio, bensì la stanza di suo fratello, Byron poté vedere nei suoi occhi il timore perciò che gli stava per dire.
"Credo che mi servirà un drink", intuì il Duca, troppo bravo a leggere il volto di Trevor come un libro aperto. Si voltò versò il mobile dove teneva il suo amato bourbon e chiese: "Ne vuoi uno anche tu?", sapeva che suo fratello non era tipo da grandi bevute, soprattutto mentre stava lavorando, perciò non rimase stupito della sua risposta negativa. Lui aveva bisogno di qualcosa per calmarsi, e anche qualcosa da tenere nelle mani mentre ascoltava il resoconto, sicuramente negativo, di Trevor.
Perciò si versò da bere ed aspettò che il fratello si mettesse seduto alla scrivania, anche se con un po' di titubanza. Era stato, nelle ultime settimane, sempre in quella postazione e per lui era diventato quasi normale eppure non aveva dimenticato che quella era la sedia del Duca, di Byron. E quando il fratello maggiore gli fece cenno con il mento di procedere, Trevor trovò la forza e il coraggio di sedersi a quella scrivania, senza però sentirsi poi così importante. Forse proprio perché la situazione non era delle più rosee.
Con la fronte sudata, e una vena nel collo che rischiava di esplodere, Trevor deglutì ben tre volte prima di riuscire a mandare giù la saliva che rischiava di soffocarlo e a prendere così la parola, sotto lo sguardo attento e paziente di Byron: "Dunque, ho visto e rivisto il bilancio familiare, almeno dieci volte, cercando carte e calcoli ovunque e il risultato è che siamo in banca rotta". Non c'era un modo giusto per dare quella notizia, Trevor lo sapeva meglio di chiunque altro perché aveva passato gli ultimi due giorni - sapendo del rientro del fratello - ad organizzarsi un discorso davanti allo specchio.
Alla fine però ogni bella parola era volata via di fronte alla realtà e il ragazzo si era ritrovato a dire ciò che più temeva con una tale semplicità che sembrò una doccia fredda per Byron. Nonostante si aspettasse una cosa simile - Lord Stephan non aveva fatto mistero dei loro problemi economici - il modo in cui lo aveva detto suo fratello, così all'improvviso, lo aveva comunque lasciato senza parole. Lui, che era il Duca e dal quale tutti si aspettavano che mantenesse la famiglia in piedi, per almeno mezzo secondo non seppe neanche che cosa dire.
Poi si riprese e chiese: "Spiegati meglio, quanto è grave?", una parte di lui era consapevole di non voler ascoltare la risposta, troppo difficile e dolorosa. Ma ormai si era lasciato alle spalle la strada facile, quella priva di problemi ed aveva attraversato la più tortuosa, quasi con fierezza. Non credeva minimamente di riuscire a gestire tutto, come aveva fatto suo padre, ma per sua fortuna non era solo. Aveva Trevor, e Astrid. Le uniche due persone che gli sarebbero state al fianco in qualsiasi momento, qualunque cosa lui avesse fatto.
"Direi molto grave! Nostro padre non ha fatto altro che indebitarsi, ed indebitarsi ancora per pagare... ecco, per risolvere i tuoi problemi", iniziò, quasi a fatica soprattutto quando dovette ammettere che parte della colpa era proprio di Byron. Nonostante quasi Trevor sembrasse dispiaciuto, come se fosse sua responsabilità, Byron era già a conoscenza del fatto che i suoi errori avrebbero messo in difficoltà l'intera famiglia. Prima non se ne curava molto, ma da quando era divenuto lui il Duca, e tutti dipendevano da ciò che faceva e dalle sue decisioni, aveva iniziato a capire perché suo padre avesse speso tutta la sua vita per quei possedimenti.
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