Capitolo XXXIII

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Tutta l'alta società di Plaingrass, e d'intorni, era stata ben felice di partecipare alla festa in onore del duca Byron Devenport.

La maggior parte di loro avevano accettato l'invito solo per curiosare degli affari privati di famiglia.

Da settimane erano sulla bocca di tutti, non solo a causa del padre di Astrid. Senza contare che da quando lady Penelope se ne era andata, non si erano più fatte delle feste alla tenuta. 

Astrid già s'immaginava le sue compaesane sparlare e giudicare, in tutti i salotti dell'alta società, sul suo operato come donna di casa. 

Per questo si erano riversati in quella grande sala da ballo. Gli uomini più influenti della zona avevano indossato i loro completi migliori, fatti su misura, e sorseggiavano tranquillamente del buon vino. 

Le donne, strette all'interno dei loro corpetti, con abiti dalle gonne larghe, gareggiavano per decidere chi fosse la più bella e, naturalmente, la più esagerata in fatto di stile. 

Si guardavano intorno fameliche, ridevano come oche giulive, e sussurravano alle orecchie delle proprie amiche maldicenze e pettegolezzi. 

Sicuramente stavano parlando dei padroni di casa che, agli occhi di tutti, apparivano perfetti e sorridenti. 

Avevano fatto il loro ingresso quando tutti gli invitati erano già entrati, l'uno al fianco dell'altra, e vestiti entrambi con abiti dalle tonalità argentee. 

Era stata Astrid a decidere i tessuti e i colori per il loro abbigliamento, facendoli confezionare dal miglior sarto in città. E il risultato era ben visibile. 

I motivi floreali sulla gonna di lei richiamavano quelli sulla giacca di lui e all'apparenza sembravano più forti che mai. 

Entrambi con un sorriso di circostanza sul viso, non potevano che essere fieri e orgogliosi di quella festa ben riuscita. 

Astrid sentiva tutti gli occhi delle signore addosso e, mentre attraversava la sala, riuscì perfino a sentire alcuni commenti sussurrati. Non tutti erano positivi ma s'impose d'ignorarli e restare al fianco del marito fino alla fine. 

Le persone amavano sparlare degli altri e gioire delle disgrazie altrui, per questo si era aspettava crudeltà e perfidia anche all'interno della sua dimora. 

Diede solo una breve occhiata al marito, prendendo esempio dalla sua imperscrutabilità e sentendosi immediatamente più sicura, al punto da riuscire a raggiungere l'immenso buffet senza neanche esitare o inciampare.

Il primo ad andare loro incontro fu Trevor che li salutò con un inchino rispettoso: «Complimenti per l'organizzazione di questa splendida festa» ammise più teso del solito. 

Non era mai stato veramente a suo agio in tali circostanze ma si sforzava anche lui si apparire al meglio per il bene di tutta la famiglia. 

Chi invece sembrava veramente nel suo mondo era Sebastian Moore. Circondato da uomini facoltosi che lo invidiavano per la sua divisa, e donne annoiate che lo ammiravano per la sua prestanza, il capitano sorrideva a tutti e rispondeva ad ogni domanda con garbo. 

Era praticamente diventato la celebrità del posto, da quando era giunto in città, e aveva attirato la curiosità di tutti i paesani, poco abituati a vedere soldati da quelle parti. 

E nonostante Byron ancora faticava ad averlo sempre sotto gli occhi, capiva che la sua presenza attenuava i toni tesi all'interno di quella stanza. 

Perché era ovvio che le occhiate taglienti e i sussurri non troppo discreti erano rivolti ai padroni di casa e alla bufera che si era scatenata sulla loro famiglia. 

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