CAPITOLO 2

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NARRATORE

Claire lasciò cadere la pistola, era paralizzata, non riusciva a muoversi, parlare o fare altro.

La persona che aveva davanti iniziò a camminare verso di lei, quando fu abbastanza vicino, la guardò negli occhi e la strinase in un abbraccio.

Claire, per la prima volta, scoppiò in un pianto e si lasciò cullare da quelle braccia che la stringevano.

"Tranquilla, va tutto bene."

Dopo qualche minuto, aveva ripreso le forze ed iniziò a parlare.

"D-Dan. Tu... Tu sei... Vivo? Ci... Ci avevano detto che eri morto. Ci hanno dato le tue ceneri, o almeno, quelle che credo essere le tue ceneri."

"Ho dovuto farlo. Non mi perdonerò mai per esserti stato lontano per tutto questo tempo. Ma dovevo sparire."

"Cosa? Perchè?"

"Non te lo posso dire ora. L'unica cosa che posso fare è spiegare cosa è successo."

Claire non poteva credere ai suoi occhi e alle sue orecchie.

Dan iniziò a raccontare dal principio. "Sono stato io a fare esplodere il magazzino, e i ragazzi mi hanno aiutato. Abbiamo posizionato le bombe, pagato la polizia per fare in modo che io risultassi morto, ho cambiato molte città e molti nomi, non dovevano trovarmi."

"Ma... perchè...? Almeno a me, potevi dirlo!"

"No, Claire. Non potevo."

"E ora? Mamma e papà?"

"Claire, non lo devono sapere."

CLAIRE'S POINT OF VIEW

Non mi capacitavo di tutto ciò. Avrei dovuto essere felice, insomma, avevo appena ritrovato mio fratello, quello che doveva essere morto, ma non ero felice. Ero confusa. perchè mi aveva fatto questo? Perchè mi aveva mentito? Non capivo.

Mi ritrovai fuori dal vecchio magazzino, Dan, mi disse di salire nella mia auto, si mise al posto di guida ed iniziò a guidare.

"Dove andiamo?"

"A casa mia. I ragazzi mi aspettano."

"Aspetta, mamma e papà mi credono a casa. Non posso venire."

"Sarai a casa prima del loro risveglio, non ti preoccupare."

In auto piombò il silenzio. Era un silenzio strano, carico di tensione. Volevo sapere di più, ma sapevo di non dover chiedere. Sapevo che Dan non mi avrebbe detto altro.

"Dan, sei ancora tu il capo?" Lo chiesi perchè, mi aveva fatta entrare lui in quel circolo, il mio stile di vita non era certo adatto ad una ragazza ma, volevo stare vicina a mio fratello e, poco prima dell'esplosione, mi aveva fatta entrare nella sua squadra, come lui amava chiamarla, della quale lui era il capo.

"No, non posso più essere così esposto. E neanche i ragazzi. Abbiamo un nuovo capo. Lo conoscerai presto."

"E come mai, dopo più di un anno, hai deciso di farti vivo?"

"Perchè sei mia sorella, e ho bisogno di te. Non per qualche lavoro, ma di te, come sorella."

Le sue parole mi confortarono. Aveva bisogno di me, di sua sorella.

Arrivammo a casa sua. Vista da fuori, era una comunissima casa americana, tipo quelle dei film, per intenderci. Entrammo ed i ragazzi erano tutti li. Bryan, Matt, Luke e... Uno nuovo. Appena entrai in casa tutti corsero a salutarmi, mi dissero che gli ero mancata. Tranne quello nuovo. Doveva essere il nuovo capo.

"Dan, non si fanno le presentazioni?"

"Si, scusa Claire." Si grattò la nuca, in leggero imbarazzo. "Claire, lui è Justin. Justin, lei è Claire, mia sorella."

Justin mi tese la mano. Era un ragazzo molto carino. Il suo viso mi era familiare. Aveva gli occhi color Nocciola e i capelli biondi, rasati. Sembrava un normalissimo ragazzo e in quel momento mi ricordai di lui, dove lo avevo già visto. A scuola.  Quel giorno, ero arrivata li da circa un mese, Mary stava parlando con un ragazzo che non conoscevo. Sembrava che avessero qualcosa da nascondere. Parlavano sottovoce e lei era molto tesa, nervosa. quando mi vide, si affrettò a salutare il ragazzo e venne verso di me. Non lo vidi spesso in giro dopo quel giorno, e mi dimenticai di lui.

"Ciao. Ci conosciamo per caso? Hai un viso conosciuto."

Sentii dei passi sulle scale, non feci in tempo a rispondere alla domanda che, una voce familiare, attirò la mia attenzione.

"Ciao Dan."

"Ciao."

Mi voltai a guardardare e la vidi, Mary. Non potevo credere ai miei stessi occhi. La ritenevo un'amica. E lei mi aveva tradita.

NARRATORE

La mascella ed i pugni di Claire erano contratti, il respiro pesante e veloce, si stava veramente arrabbiando. Si sentiva tradita, era offesa dal comportamento di Mary ed era pronta a scattare. Si diresse a passo svelto verso di lei, pronta a posare il suo pugno sulla faccia di lei, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, la fermò. La sollevò di peso dal pavimento e si ritrovò in ua stanza diversa dal resto del gruppo.

"Che cazzo succede Dan? Lei lo sapeva?"

"Che sono tuo fratello? Si."

"E cosa cazzo aspettava a dirmi che sei vivo?"

"Non spettava a lei dirtelo. Dovevo farlo io. Le ho detto io di starti vicino. Fa parte della squadra, come Ray e Kyle."

"Tutti lo sapevano, tranne me! Mi sento una stupida."

"Calmati. Ora, andiamo di la e parliamo con la squadra. Ne sei parte anche tu e dobbiamo metterti al ocrrente di alcune cose."

Tornarono nell'altra stanza, dove li raggiunsero anche Ray e Kyle. justin iniziò a parlare, spiegando a Claire tutto quello che era successo e perchè si trovava li.

Claire si rese conto che tutto quello che le venne insegnato da Dan l'aveva resa la migliore, era seconda solo a suo fratello. La sua vita, non era più così monotona, come lei pensava, da un anno a questa parte. Dopo l'incidente, non aveva più partecipato alle missioni, non aveva più parlato con i ragazzi e tutto quello che aveva fatto, non molto in realtà, lo aveva gestito da sola. Ma ora, effettivamente, non era più così. Ma lo voleva davvero? Voleva essere parte di una nuova squadra? E sopratutto, voleva essere ai comandi di Justin? Quel ragazzo non le piaceva, certo, l'aspetto fisico non era per niente male, ma il lui vedeva qualcosa di strano, non spaeva se poteva fidarsi. Decise comunque di farlo, solo per il bene di suo fratello.

Aveva desiderato tanto che la morte di suo fratello fosse un incubo dal quale risvegliarsi, ed ora lo aveva fatto, si era svegliata da quell'incubo. Suo fratello era vivo e non voleva più lasciarlo andare.

"Claire, sono le 5. E' meglio se torni a casa prima che mamma e papà scoprano che sei uscita."

"Si, hai ragione." Si rivolse al resto del gruppo. "Allora, ciao a tutti. Mary, Rai, Kyle, ci vediamo a scuola."

Uscì dalla casa, salì in auto e si diresse a casa sua. Era quasi l'alba e non voleva essere scoperta. Una volta arrivata, entrò nella sua stanza, nello stesso modo in cui era antrata, chiuse la finestra e si spogliò, per infilarsi sotto le coperte. Mentre provava a dormire, ul suo telefono vibrò, segnalando l'arrivo di un messaggio.

Da Mary:

Scusa se non ti ho detto niente. Mi perdoni?

A Mary:

Si.  Lo so perchè lo hai fatto e ti capisco.

Da Mary:

Verrai venerdì?

A Mary:

Ok. Ci sarò.

Senza aspettare una risposta, Claire si addormentò, l'aveva perdonata ed aveva veramente compreso il motivo per cui era stata tenuta all'oscuro di tutto.

Cuore BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora