CAPITOLO 8

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JUSTIN'S POV

Aspettavo Claire sul divano, sentii la sua auto fermarsi davanti a casa e decisi che il sua addestramento sarebbe iniziato in quel preciso istante. Cercai un posto dove non mi potesse vedere e mi nascosi, l'avrei colta di sorpresa ed attaccata alle spalle, come se fosse un vero e proprio attacco a sorpresa.

"Justin! Sono qua, iniziamo che poi me ne devo andare"

Mi sentivo una tigre, anzi, un leone che si avventa sulla gazzella, la presi alle spalle e le puntai la pistola alla testa, era scarica, tranquilli... Non si era minimamente scomposta, anzi, con una mossa mi aveva già disarmato e messo a terra.

"Bieber, ti avevo detto che mio fratello mi ha insegnato tutto. Non basta che tu ti nasconda per prendermi alla sprovvista."

"Davvero?" Riuscii a ribaltare la situazione, ora era lei a trovarsi a terra, con la guancia appoggiata al pavimento. "Prima regola: mai distrarsi!"

Ero praticamente seduto sulle sue gambe e con una mano le tenevo i polsi sulla schiena. Con la mia mano libera le spostai i capelli, e mi avvicinai con il viso al suo collo.

"Seconda regola: non indossare mai più i leggins in mia presenza."

Le diedi un piccolo colpo sul sedere, non potevo non farlo. Lei tentò di liberarsi ma non glielo permisi e la colpii di nuovo, il suo collo era ancora libero dai capelli le lasciai un morsetto prima di liberarla e ritornare lucido. Quella ragazza mi faceva perdere la testa, in tutti i sensi.

CLAIRE'S POV

Che gli era preso? Mi aveva schiaffeggiato il sedere e morso il collo. Una scossa elettrica mi fece sussultare al suo tocco. Cosa mi stava succedendo? E poi, perchè non potevo vestirmi come mi pareva? Iniziavo ad avere caldo, molto caldo, andai in cucina a bere e me lo ritrovai alle spalle. Appoggiai il bicchiere, ero pronta a tutto. Con mio stupore non fece nulla, sentivo i suoi occhi su di me, mi stava osservando.

Secondo te dove vuole arrivare?

E che ne so?

Scopriamolo, sono curiosa.

Allora siamo in due. Ok, scopriamolo.

Mi girai a guardarlo, i suoi occhi erano ancora fissi su di me. Lo provocai.

"Tu non hai caldo?"

Mi guardò con quegli occhi nocciola, non sapevo decifrare il suo sguardo.

"Caldo?"

"Si, caldo. Hai presente?"

Mi sfilai la felpa e rimasi in canotta. "Ora va meglio."

Gli passai di fianco.

"Cosa fai ancora li? Continuiamo o no?"

"Si... Continuiamo..."

"Mi avvicinai a lui, il mio seno contro il suo petto. "Non fai più il gradasso eh?"

"Se la metti così, voglio giocare alla pari!"

Si levò la maglia, i suoi tatuaggi e i suoi addominali erano in bella mostra. Cazzo, mi distraeva troppo. 

JUSTIN'S POV

Dovevo restare concentrato, la stavo distraendo abbastanza da farle abbassare la guardia. Feci il primo passo di quella che sembrava una sorta di coreografia, ci studiavamo, qualche colpo reciproco e poi di nuovo a studiarci. Andammo avanti così per una buona ora, fino a che riuscii a bloccarla di nuovo. Mi dava le spalle, tenevo il suo braccio per il polso appoggiato alla schiena, il suo viso appoggiato al muro, appoggiai il mio petto a lei, il braccio libero sul polso, i nosrti respiri irregolari, come il battito del mio cuore. Girò la testa per respirare meglio, appoggiai la mia fronte ai suoi capelli, ci stavamo riprendendo.

La lasciai andare, tornai in cucina e uscii con due birre, una per me ed una per lei e ci sedemmo sul divano. Le sue gambe incrociate, rivolta verso di me, sembrava indecisa se chiedermi qualcosa.

"Avanti, parla. So che vuoi dirmi qualcosa."

"Ehm.. si, in effetti avrei una domanda da farti... ma è un po imbarazzante..."

"Claire, ti ho schiaffeggiato il sedere poco fa, ormai dovresti levarti quel velo di imbarazzo dal viso e aprirti."

"Ok..." Prese un respiro profondo. "Se ti chiedessi di fare sesso, non che lo voglia fare ora, tu cosa dir-"

La porta si aprì, cazzo, l'argomento mi interessava parecchio!

"Ciao raga- Claire, tu non stavi male?"

"Si, ma deve continuare l'addestramento. E non mi interessa se sta male."

Mi diressi in cantina, l'avevamo adibita a palestra da quando -Claire e Mary avevano iniziato ad allenarsi con noi. "Claire, andiamo. La pausa è finita."

"Voglio vedere come te le prendi da una ragazza!"

"No, Kyle! Stavolta non dovete disturbare. E comunque, non le farò troppo male!"

Una volta scesi in palestra, ricominciai con l'allenamento, ma le sue parole mi giravano ancora in testa.

"Fermati, voglio finire il discorso."

"No, non fa niente. Era una sciocchezza."

"Claire, siediti e parliamone. Intanto prendiamo fiato."

Ci sedemmo sul materasso blu che era sul pavimento. Quell'abitudine che aveva di incrociare le gambe e mordersi il labbro qualdo era nervosa, mi faceva impazzire.

"Smettila."

"Di fare cosa?"

"Di incrociare le gambe e morderti il labbro!"

Allungò le gambe e si distese. Restai seduto e la osservai per qualche minuto.

"Si, comunque."

"Cosa?"

"Ho risposto alla tua domanda." Si tirò su per guardarmi negli occhi. "Cazzo, la vuoi smettere?"

"Perchè non posso sedermi come mi pare?"

"Vuoi proprio saperlo?"

"Beh, si. Vorrei avere un valido motivo per cui stare scomoda!"

Senza pensarci due volte glielo diedi. "Perchè ti scoperei fino a farti perdere le forze ogni volta che lo fai. Può bastare?"

Come se quello che dissi non le fosse arrivato alle orecchie, lei prese a mordersi il labbro. Me ne dovevo andare di li o l'avrei fatto veramente. Mi alzai e feci per salire le scale.

"Aspetta, dove vai?"

"Esco di quà. E' meglio per entrambi." Mi voltai a guardarla. Non aveva cambiato posizione.

"Sei sicuro?"

I suoi occhi si muovevano in fretta, passavano dai miei ai miei addominali. Mi girai e salii le scale.

"Beh, se ne sei così convinto..." Sembrava volere di più.

"Tu non vieni?"

"No, resto ancora un po. Ho bisogno di distendere i muscoli. Sai, ero una ginnasta, e se c'è una cosa che ho imparato è che, dopo l'esercizio fisico, bisogna sempre fare un po di stretching."

Iniziò a fare alcuni esercizi, prima per le spalle e poi per la schiena. Ogni tanto mi lanciava qualche sguardo, e nei suoi occhi c'era quel pizzico di malizia. Restai sull'ultimo scalino per un po', ad osservare quei movimenti e il suo corpo. Era bella, era come se mi mandasse dei segnali. Non mi ero mai sentito così, in bilico fra due decisioni. Me ne dovevo andare dagli altri? O accettare la sfida che mi mandava?

Cuore BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora