JUSTIN'S POV
Aspettai il segnale ed entrai. Mi nascosi dietro la colonna più vicina alla porta ed aspettai. In poco tempo i ragazzi furono dentro. Ci avviammo verso le scale che portavano a quello che sembrava essere una specie di appartamento. Salii le scale senza emettere il minimo rumore e aprii la porta. Nessuno di guardia. Non era strano, i 4 di prima erano le guardie, se così si potevano definire. Aprii tutte le porte alla mia sinistra, mentre Ray apriva quelle a destra e Kyle ci copriva le spalle, pronto a sparare. Aprii un'ultima porta e non ci vidi più. Larson era sopra a Claire, non si era accorto ancora della mia presenza, ma Claire si. Le feci capire di andare avanti, lo volevo cogliere di sorpresa. I ragazzi erano andati avanti a cercare Mary, me la sarei cavata da solo. Alzai la pistola alla tempia di Larson.
"Larson, io fossi in te, leverei subito di dosso le tue schifose mani dal corpo della mia ragazza."
"Bieber. Finalmente ci incontriamo. Sapevo che non ci avresti messo molto."
Larson diede un bacio a Calire. Le sue labbra su quelle della mia ragazza, che prontamente lei morse. Un rivolo di sangue scese sul mento di Larson.
"Con te farò i conti dopo. Ora, se vuoi scusarmi."
CLAIRE'S POV
In quel momento Larson sembrava la persona più calma del mondo. Si pulì dal sangue che gli usciva dalla bocca e disarmò Justin, buttandolo a terra ed iniziandolo a colpire. Justin cercò di colpirlo inutilmente, fino a che non sentii un rumore sordo. Ci era riuscito, gli aveva rotto lo zigomo e lo aveva buttato contro il muro, facendogli sbattere la testa e perdere i sensi. Justin si alzò dolorante e con il sangue che usciva dal labbro, alcune goccie caddero sulla sua maglia ed altre sul pavimento. Con un coltello che aveva trovato di fianco a me tagliò le corde che mi tenevano legata al letto e mi liberò. Mi avvolse nella coperta e mi diede una pistola. Ci avviammo di corsa verso la porta quando mi sentii tirare per una caviglia e caddi a terra. Justin guardò Larson che mi teneva e mi tirava a se. Era ancora disteso sul pavimento e Justin lo colpì con un calcio allo stomaco. Larson mollò la presa e mi rialzai.
"Bieber, perchè fai tutto questo per una puttana del cazzo?"
Justin si irrigidì. Io ero talemnte incazzata che non capivo più ciò che stavo facendo. Mi misi di fronte a Larson, che era riuscito a mettersi seduto e gli puntai la pistola alla fronte.
"La mamma non ti ha insegnato a non giudicare un libro dalla copertina?"
Con il pollice della mano destra caricai il cane della pistola.
"Calire, non lo fare!"
La rabbia aveva preso il sporavvento. Sparai. Una pozza di sangue si allargava sul pavimento e arrivò ai miei piedi nudi. Lo avevo ucciso.
Justin mi prese in braccio ed iniziò a correre verso l'uscita, dove i ragazzi e Mary ci stavano aspettando.
Ero sconvolta. Non avevo mai ucciso una persona a distanza così ravvicinata. Lo avevo già fatto ma stavo salvando il culo a Dan e nessuna delle persone che avevo ammazzato mi stava guardando negli occhi.
Justin salì in auto e mi fece sedere sulle sue gambe, abbracciandomi. Scoppiai a piangere. Gli occhi di Larson erano impressi nei miei.
"Cosa è successo la dentro?"
"Lascia stare Kyle. Pensa solo a guidare."
Continuai a piangere per tutta la sera. E la notte non feci altro che avere incubi.
Il mattino seguente mi risvegliai accanto a Justin. Appena aprii gli occhi il mio telefono iniziò a suonare.
"Pronto, mamma?"
"Clair, dove sei? Non ti abbiamo trovata a casa stamattina e a scuola ci hanno detto che non ti eri neanche presentata. Ti abbiamo cercata ovunque."
"Mamma, tranquilla. Sto bene. Sono a casa di Mary e ci siamo addormentate facendo un progetto per la scuola. Scusa. Avrei dovuto avvisarti."
"Ok. Vieni a casa però ora, io e tuo padre dobbiamo parlarti."
"Si, arrivo."
Chiusi la conversazione e posai il telefono.
"Buon giorno, Piccola."
"Buon giorno."
"Chi era al telefono?"
"Mia madre. Si sono preoccupati non trovandomi a casa questa mattina ed ora devo andare che mi devono parlare."
"No, ti prego, resta."
"Lo farei volentieri ma non posso." Gli lasciai un bacio sulle labbra, facendo attenzione a non fargli male e mi alzai.
"Non credo che tu possa uscire così."
In effetti no. Indossavo solo il mio reggiseno e gli slip, le uniche cose che Larson mi aveva lasciato addosso. Presi la maglia di Justin, la indossai e mi avviai verso la stanza di Mary. Un giorno mi sarei fatta dire perchè vivesse con Justin, ma non sarebbe stato oggi. Bussai ed aspettai una risposta.
"Avanti."
Aprii la porta ed entrai. LA guardai e mi venne spontaneo correre da lei ed abbracciarla. Restammo così per un po, quando mi ricordai il perchè ero li.
"Mary, devo tornare a casa, avresti qualcosa da prestarmi? I miei vestiti li ha strappati ieri-"
"Si, vieni."
Mi portò davanti al suo armadio e ne estrasse un paio di pantaloni della tuta, una felpa ed un paio di scarpe che mi porse ed indossai subito. La abbracciai di nuovo.
"Claire, se vuoi parlare, io son qui."
Sapevo a cosa si riferiva e le ero grata.
"Grazie. Prometto che un giorno, quando mi sentirò pronta, te lo dirò."
Le diedi un bacio sulla guancia per poi uscire dalla stanza e tornare da Justin.
"Io vado, ti chiamo più tardi."
"Ok." Mi diede un baicio. "Stai attenta."
Uscii dalla stanza e dalla casa. Salii in auto e guidai fino a casa.
Aprii la porta ed entrai. I miei genitori mi aspettavano sul divano. E quando lo facevano non prometteva niente di buono.
"Sono a casa."
"Claire, tesoro." La voce di mio padre. "Vieni a sederti, ti stavamo aspettando."
Andai a sedermi sulla poltrona. Mia mamma si accorse che non indossavo i miei vestiti.
"Sono di Mary, mi sono sporcata e sua madre si è offerta di lavarli." Spiegai e si convinsero subito. "Ma ora, di cosa dovete parlarmi?"
Mia madre si schiarì la voce. "Claire, tesoro. Non voglio fare giri di parole inutili. Mi hanno proposto un aumento di stipendio e un posto di riguardo ai vertici della società. Ho accettato."
"Bene, mamma, sono felice per te." Sapevo che c'era altro.
"Ma per avere tutto questo ci dobbiamo trasferire a New York, fra una settimana."
"Cosa? No! Ora che ho trovato degli amici! Non voglio abbandonare tutto di nuovo!" Iniziai a piangere. "Vi prego, non voglio trasferirmi ancora! Non c'è un'altra soluzione?"
"Abbiamo pensato a tutto. Tu ormai sei maggiorenne, sapevamo che non te ne saresti voluta andare di nuovo lasciando tutto. E cosa ne diresti se ti lasciassimo questa casa?"
"Davvero? Lo fareste veramente?"
Annuirono. "Sei una ragazza adulta e responsabile. Sappiamo che non ti succederà niente. E poi potrai venire a trovarci quando vuoi."
"E voi farete lo stesso."
Mi avrebbero lasciata qua. Ero felice che mi ritenessero adulta e responsabile. Ma ero triste perchè sapevo che mi sarebero mancati.

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Cuore Bastardo
FanficDimenticate la solita storia. Questa volta non c'è la brava ragzza che si innamora del cattivo. #2 in #bieber Vi annuncio che al momento non posso scrivere il sequel, ho avuto una bambina e mi porta via un sacco di tempo. Cuore Bastardo finisce così...