CAPITOLO 3

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CLAIRE'SPOINT OF VIEW

La settimana era volata, avevo incontrato Dan di nascosto, tutti i pomeriggi dopo la scuola, a casa sua con tutta la squadra. Da quando era riapparso nella mia vita, passavo più tempo che potevo in sua compagnia, e scoprii cose su Mary che non potevo immaginare. Non avevo ancora capito molte cose di lei o dei ragazzi ma più tempo passavamo insieme, più capivo che sarebbero stati una seconda famiglia.

"Claire, ti ricordi della cena di stasera?"

"Si, mi ricordo."

"Beh... Ecco... Non ti ho detto una cosa. Che non sarà a casa mia ma da tuo fratello, e che la festa sarà li."

Non risposi, forse non ascoltai perfettamente le sue parole, quando sealizzai ciò che aveva detto.

"Ti è andato in fumo il cervello per caso?"

"Perchè?"

"Lo sai cosa significa fare la festa li? Che tutti scopriranno la nostra base, che conosceranno mio fratello! Ti rendi conto?" Ero furiosa.

"Abbiamo deciso di farla li perchè..."

Fu interrotta dalla porta del bagno, una ragazza entrò. "Esci! Subito!"

La ragazza ubbidì al comando. Feci cenno a Mary di continuare.

"E' stata un'idea di Justin. Avevamo bisogno di una copertura efficace. Stasera attaccheremo i Knoks al loro nascondiglio, ricordi? I ragazzi stanno preparando l'attacco e la festa sarà la nostra copertura."

"Vuoi dire che loro sono la fuori a prepararsi mentre noi siamo qua? Oh, non esiste, cazzo! Io vado con loro!" Ok, avrei ucciso Mary in quell'istante se non fossi stata in grado di controllarmi.

"Claire, non puoi. Noi siamo la loro copertura in questo momento. Lo vuoi capire?"

Presi un respiro profondo, dovevo calmarmi, altrimenti avrei distrutto quel cesso di scuola in un secondo.

"Scusa Mary, non volevo aggredirti. E' che non sono abituata a stare a guardare. Prima agivo, ero sul campo con mio fratello, ora invece, Justin non vuole che io faccia niente. Insomma, sono la migliore e niente mi spaventa."

"Claire." Mary abbassò lo sguardo, era indecisa se chiedermi qualcosa o meno. Fece un respiro e mi parlò. "Mi insegneresti qualcosa? tipo a sparare o combattere?"

"Mi stai dicendo che non ne sei capace?" Ero sconvolta, mio fratello mi aveva insegnato tutto prima di farmi entrare in squadra, non dopo!

"No, e non mi vuole insegnare nessuno dei ragazzi."

"Ok, inizieremo domani. Vestiti comoda. Ti insegnerò a comabattere."

NARRATORE

Mary era al settimo cielo, non poteva credere che qualcuno la prendesse sul serio, tantomeno che qualcuno le insegnasse a combattere. Ora, però dovevano rientrare in classe o sarebbero state punite.

Durante il pranzo, non si sentiva altro argomento che non fosse la festa della sera. Sembrava essere l'evento dell'anno.

"Claire, cosa indosserai?"

"Non saprei, non mi sono mai posta il problema. Anzi, di solito non andavo propri alle feste."

"Hey, ragazze!"

"Ciao Justin."

"Mary."

Claire non aprì bocca, si limitò a sorridere. Dopo qualche istante, però, parlò.

"Dove è mio fratello? So che stamattina avete preparato il colpo di stasera. Spero sia ancora vivo."

"Certo, è a casa. Non ti preoccupare."

Claire continò il suo pranzo, ma Mary la interruppe. Sembrava che nessuno volesse farla mangiare.

"Claire, prima hai detto che non andavi alle feste. quindi, significa che non hai un vestito?"

"Già, ma non ti fare illusioni. Non indosserò un vestito stasera."

"Si, invece. Chiama tua madre, dille che non passerai da casa dopo la scuola. Si va a fare shopping!"

"Non credo proprio! Non mi trascinerai in giro per negozi."

E fu così, che la nostra Clair, si ritrovò in centro, insieme a Mary, ad entrare ed uscire dai camerini dei negozi, provando centinaia di vestiti.

"Claire, quello è fantastico! Ti sta d'incanto!"

Claire si voltò per guardarsi allo specchio, ed, in effetti, mary aveva ragione. Quel vestito era perfetto. Rispecchiava perfettamente il suo carattere dolce e deciso. La gonna in pelle lucida la avvolgeva perfettamente e non metteva in mostra troppo, il corpetto morbido, in raso blu, delineava il suo corpo nei punti giusti. Era il primo vestito che decideva di comperare. Si avviò alla cassa per pagare, quando Mary la fermò: mancavano le scarpe. Andarono nel reparto e iniziarono a guardare tutti i modelli esposti, optarono per un paio di décolleté nere, semplici, in vernice, con un tacco largo ma abbastanza alto. Claire le indossò e fece qualche passo, non immaginava nemmeno di riuscire a camminare, ma, con suo grande stupore, la cosa le veniva naturale.

Era ora di cena e le ragazze erano pronte, mancavano gli ultimi ritocchi al trucco e poi potevano scendere.

CLAIRE'S POINT OF VIEW

Stavo scendendo le scale, quando vidi Dan e Justin in salotto. Si accorsero di me sentendo i tacchi picchiettare sulle scale in marmo.

"Mary, puoi togliert..."

Erano a bocca aperta, non dicevano una parola. Dan si alzò dal divano e mi venne incontro.

"Sei bellissima sorellina." Si rivolse a Justin "E tu, chiudi quella bocca o mangerai mosche per cena. Ricordati, è sempre mia sorella!"

Justin lo fece, si grattò la nuca e chiese scusa. "Scusa amico, ma quasi non la riconoscevo vestita così. Sai, non sono abituato a vederla... Insomma, vestita in quel modo. E, Dan, scusa se lo dico, ma se non fosse tua sorella, me la sarei già portata a letto!"

"Ragazzi, vi ricordo che io son qua! E vi sento!" Mi indicai.

"Vieni Claire, andiamo in cucina. Lontani da occhi indiscreti." Dan rivolse uno sguardo minaccioso a Justin per poi accompagnarmi in cucina dove c'erano gia tutti i ragazzi e Mary.

"Claire, cosa ti avevo detto? Quel vestito è perfetto per te!"

"Grazie Mary."

Il campanello suonò, segnale che le pizze erano arrivate. E che, finalmente, potevo iniziare a mangiare.

Finimmo di mangiare e iniziammo a sistemare le cose per la festa in giardino. Di li a poco sarebbero arrivati gli ospiti, la nostra copertura.

JUSTIN'S POINT OF VIEW

Alle 22 tutto era pronto, mancava un'ora alla nostra vendetta. Il timer segnava un'ora dall'esplosione e la festa per il compleanno di Mary era la copertura perfetta. Nessuno avrebbe sospettato di noi.
Mi intrattenni a parlare con molte persone in modo che il mio alibi fosse impeccabile.
Intorno alle 22.10 iniziai a sentire le sirene della polizia passare a tutta velocità sulla strada. La festa procedeva e l'alibi di tutti poteva essere confermato. Il piano era perfetto. Ora, dovevamo solo aspettare che le acque si fossero calmate.

Cuore BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora