CAPITOLO 5

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NARRATORE

Le giornate passavano fra scuola, missioni varie e lavoretti che i ragazzi compivano durante la notte. Claire e Justin si ritrovavano spesso a parlare, da soli, durante la notte o mentre gli altri erano in giro. Dan non voleva ancora metterla in pericolo, per i loro genitori sarebbe stato un brutto colpo perdere anche la seconda figlia. Senza contare che il pensiero di perdere sua sorella lo avrebbe fatto andare fuori di testa.

JUSTIN'S POINT OF VIEW

Era un sabato sera come tanti. Non ero felice di passarlo in casa con Claire e Dan ma dovevo. Dopo gli ultimi avvenimenti, tipo l'esplosione del covo dei Knoks, la polizia mi stava addosso e non potevo farmi vedere in giro. Dan, essendo ufficialmente morto per lo stato americano, era segregato in casa, usciva solo se i lavori erano troppo difficili per i ragazzi. E Claire, beh, era l'ultima persona che Dan avrebbe voluto mettere in pericolo, quindi, per il momento, sarebbe rimasta a casa. A mezzanotte passata Mary rientrò, era sola.
"Mary, i ragazzi dove sono?"
"Quegli idioti? Sono andati a mangiare! Gli avevo detto di non farlo."
"A mangiare?" Iniziavo ad innervosirmi. Il capo ero io e gli avevo detto chiaramente di non fermarsi dopo il colpo ma di venire a casa subito.
"Si."
"Bene. Andate. Li aspetto sveglio."

uscirono dal salotto per salire le scale ma mi ricordai di una cosa.

"Claire. Devo parlarti."

Si voltò a guardarmi, e tornò immediatamente in salotto.

"Voi andate. Dan, tranquillo. Non la tocco." Lo rassicurai. "Claire, siediti li, sulla poltrona."

Si accomodò di fronte a me, nel suo sguardo, un misto fra paura e confusione, si chiedeva cosa volessi da lei.

"Claire, so quello che tu e Mary state facendo." Non feci giri di parole.

"E quindi? Non faccio niente di male, se non insegnarle quello che mio fratello ha insegnato-"

"Se non lo abbiamo fatto noi, o meglio, io, fino ad ora, lo abbiamo fatto per il suo bene."

"Per il suo bene?"

"Si, il capo sono io e non voglio che voi ragazze usiate le armi. Chiaro?"

"Beh, scusa se vogliamo essere attive sul campo con voi, se vogliamo effettivamente essere parte di tutto al 100%, scusa se so difendermi ed usare le armi, e se sono abituata a farlo!"

Si stava mettendo contro i miei ordini. Quella ragazzina aveva fegato, mi avrebbe dato del filo da torcere molto spesso.

"Prima di tutto, io sono il capo e quindi, io decido. Seconda cosa, prima di lavorare sul campo dovete essere pronte. e, fidati, non lo siete. Mary, come hai già notato, fa solo il palo, e tu, da quello che ho visto, non sai stare calma."

"Pensa quello che vuoi. Scusa, ma ora me ne devo andare."

Si avviò verso la porta, fece per aprirla, quando i ragazzi, entrando, quasi la colpirono in faccia. Si spostò con un salto, almeno i riflessi li aveva.

CLAIRE'S POINT OF VIEW

Uscii da quella casa, con un carico di rabbia immenso. Come aveva potuto, non mi conosceva e non sapeva come lavoravo. Salii in auto e mi diressi verso casa mia. Dopo circa 15 minuti, arrivai nel vialetto di casa, spensi il motore dell'auto ed entrai. Andai diretta in camera mia, e mi buttai sul letto. Ero stanca morta, eppure non avevo fatto praticamente niente. Non avevo neanche la forza di cambiarmi, che mi addormentai subito.

Passò circa una settimana dalla discussione con Justin, ero a scuola, quando il mio telefono vibrò.

Da Bieber:

Ci vediamo in pausa pranzo nel parcheggio.

Alzai lo sguardo, per vedere se anche Mary avesse ricevuto il messaggio. La vidi con il suo telefono in mano, si girò verso di me e con uno sguardo capimmo che entrambe lo avevamo ricevuto.

Quando la campanella suonò, raccogliemmo le nostre cose e ci incamminammo verso il parcheggio, stranamente non vidi nessuno dei ragazzi, eravamo solo io, Mary e Justin.

"Eccovi finalmente. Salite in auto. Non abbiamo molto tempo."

"Scusa? Dove vorresti andare?"

"Volevate essere messe sul campo, bene, voglio vedere cosa sapete fare."

Salimmo in auto, io ero seduta dietro e Mary davanti, al posto del passeggero. Ci scambiammo degli sguardi interrogativi, dove saremo andati? Cosa avremo fatto?

"Siamo arrivati, scendete."

Aprii la portiera dell'auto e scesi, davanti a noi c'erano una serie di lattine su un muretto.

"Bene, ora sparate."

"Genio, non abbiamo le pistole." Lo schernì Mary. Ed io non potei non sorridere.

Justin aprì il bagagliaio dell'auto e ne tirò fuori 2 pistole.

"Se colpirete tutte le lattine, le pistole saranno vostre e continuerete l'addestramento con le armi. Se ne mancherete solo una, niente addestramento. Ora tocca a voi. Claire, prima tu."

Sbuffai, ma feci come mi aveva detto. Sparai a tutte le lattine ed una alla volta caddero, feci un sorriso, potevo continuare il mio addestramento.

"Che ti avevo detto? So sparare."

"Mary, è il tuo turno."

Era un po titubante, sparò una serie di colpi, alcune lattine caddero, ma non tutte.

"Tu non sei pronta. Continuerai a fare il palo fino a quando non lo deciderò io."

""Abbiamo finito?"

"No. Ora, vediamo come ve la cavate con il corpo a carpo. Se mi buttate giù, L'addestramento continua."

"Chi inizia?" Non vedevo l'ora di dargli una bella lezione.

"Stavolta Mary, tocca a te."

Iniziarono una sorta di lotta, anche se Mary, essendo abituata a combattere contro di me, sembrava che colpisse l'aria. Justin non faceva altro che ridere, mi innervosiva molto il suo comportamento. Quando fu il mio turno, ci misi poco a stenderlo.

"Allora, sembra che qualcuno si sia fatto battere da una ragazza."

JUSTIN'S POINT OF VIEW

Mi aveva appena massacrato, io, Justin Drew Bieber, mi ero fatto mettere al tappeto da una stupida ragazzina. 

"Ok, sei meglio di quanto pensassi. Per quanto riguarda te, invece, allenati ancora con Claire. Hai ancora molto da imparare."

Le riportai a scuola giusto in tempo. Entrarono e le vidi sparire nei corridoi.

Pensai di intrufolarmi, come spesso facevo, ma decisi di non farlo. Solitamente lo facevo appena suonata la campanella di inizio pranzo, mi sedevo in mensa ed aspettavo i ragazzi, giusto per tenerli d'occhio, ma quel pomeriggio andai a casa, dovevo parlare con Dan.

Infilai la chiave nella serratura ed entrai, Dan era in cucina a preparare qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti, potevo sentire il profumo fino in veranda. Devo proprio dire che quel ragazzo, in cucina, se la cava molto meglio di me.

Cuore BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora