JUSTIN'S POV
Le cose stavano procedendo bene, solo non riuscivo a capire quello che Claire provava per me. Era passato un mese da quando avevamo deciso di provarci ma lei non si esponeva mai. Era come intimidita dai suoi sentimenti.
Quel pomeriggio le avevo dato appuntamento dopo la scuola, volevo portarla in un posto speciale. La feci salire un auto ed iniziai a guidare.
"Dove stiamo andando?"
"È una sorpresa."
"Dai, dimmelo. "
La curiosità la stava logorando. "No, non te lo dico. Lo vedrai quando saremo arrivati."
Sbuffò sonoramente e si accasciò sul sedile. Aprì il porta oggetti davanti a lei e prese fra le mani il mio pacchetto di sigarette.
"Hey, passamene una."
Ne prese una dal pacchetto è prima di passare la se la portò alle labbra. Estrasse l'accendino dalla mia tasca dei pantaloni e la accese.
"Non sapevo che fumassi."
"In effetti non lo faccio spesso."
Fece un paio di tiri e decise che me ne avrebbe data un'altra.
La guardai un paio di volte, ed era molto sensuale mentre fumava la sua sigaretta. Avevo voglia di lei. E dovevo averla subito.
Fortunatamente arivammo dopo un paio di minuti a quello che era il mio posto preferito.
Ancora prima di scendere dall'auto si guardò intorno. "Wow! È stupendo!"
Scese dall'auto in fretta e si mise davanti a questa, con il corpo appoggiato al radiatore.
"Ti piace?"
"Si, è bellissimo."
"Come te." La presi dalla vita e la feci sedere sul cofano della mia Range Rover. Iniziai a baciarla e la tira verso di me. Solo in quel momento mi accorsi che indossava una gonna. Mi guardai intorno e vidi che eravamo soli, quindi infila una mano sotto il tessuto e sentii che non indossava le calze, o meglio, che indossava un paio di autoreggenti. Mi staccai dal bacio per guardarla, la gonna leggermente sollevata mostrava il bordo in pizzo nero delle calze e in quel momento mi venne un'idea.
"Rimani così, non muoverti."
Andai in auto e presi il mio telefono, sblocca lo schermo ed aprii la fotocamera. Tornai da lei e, come le avevo detto non si era mossa di un centimetro.
"Cosa vuoi fare?"
"Rendo questo pomeriggio più eccitante. "
"Mi piace l'idea."
La timidezza non era parte di lei. Era sempre così spontanea, ache in quel momento, mentre le scattavo foto con il mio telefono, in posizioni sensuali. Ok, era troppo sensuale. I miei pantaloni fatica vano a contenere la mia eccitazione.
"Andiamo. Vieni con me." La presi per mano e la portai nella casa che mi aveva lasciato mia nonna, a pochi passi da li.
Aprii la porta e la tirai dentro. Ripresi a baciarla e la misi sul tavolo della cucina. Iniziammo a spogliarci e a giocare con le nostre intimità.
"Justin, facciamolo... ti... voglio... sentire... dentro... di... me..."
Le sfilai le mutandine, anche io volevo farlo con lei, ma non subito. Volevo godermi ogni istante.
Mi inginocchiai davanti a tavolo e le baciai le cosce fino a salire all'inguine, sentivo il suo piacere aumentare, la penetrai con due dita e stuzzicai il suo clitoride con la bocca. Appoggiò i suoi piedi alle mie spalle in modo da essere più rilassata, con la mano libera giocavo con il suo capezzolo che al mio tocco si irrigidì.
Non poteva resistere ancora molto, lo capivo da come si contraevano i suoi muscoli.
"Jus... io... Justin!"
Mi piaceva quando urlava il mio nome durante il suo orgasmo.
Riprese fiato, e nonostante volesse di più, mi fece appoggiare al bancone della cucina per inginocchiarsi davanti a me. Era il mio turno. Toccava a lei ora prendersi cura di me e del mio piacere. E così fece. La sua bocca e la sua mano avvolsero la mia erezione perfettamente ed iniziarono a fare su e giù. La presi per i capelli aiutandola nel movimento, oggi tanto la sua bocca si fermava, per lasciare modo alla sua lingua di giocare. Continuò così per circa 10 fino a che riempii la sua bocca con il mio liquido che lei mandò giù. La feci alzare e ricomincia a baciarla. Non ne avevo abbastanza. Volevo entrare in lei, volevo sentirmi in paradiso. La presi dalla vita e le feci mettere le gambe intorno alla mia. Continuando a baciarla la spostai sul divano, mettendola sotto di me. La guardai in tutto il suo splendore .
"Justin." Richiamò la mia attenzione. "Ti voglio! Ora!"
Non me lo feci ripetere 2 volte. Aprii il cassetto del tavolino per prendere un preservativo (li tenevo li da quando mia nonna era morta) ma Claire mi fermò.
"Non serve. Prendo la pillola."
"Davvero? Benissimo, odio quei così!"
Tornai sopra di lei e con calma la penetrai. Non vedevo l'ora di farlo. E grazie al suo lavoretto di prima sarei durato molto di più. Iniziai a fare avanti e indietro dentro di lei, era fantastica. Non so per quanto tempo andai avanti. Intanto la baciavo e tastavo i suoi seni. Ma sapevo che lei avrebbe voluto il comando della situazione e glielo lasciai. La sollevai restando dentro di lei che si mise a cavalcioni sopra di me, facendomi sedere. Era lei ad avere in mano le redini adesso. Iniziò con alcuni movimenti del bacino che aumentavano di intensità mano a mano che il suo piacere aumentava, insieme al mio. Le sue mani mi accarezzavano gli addominali e le mie erano appoggiate al suo sedere, andammo avanti così un bel po, quando decisi che volevo riavere il controllo dellla situazione. Mi alzai dal divanotenendola in braccio, le sue gambe mi cingevano la vita, ed in quella posizione feci scontrare la sua schiena con il freddo muro. Le nostre fronti erano bagnate di sudore, i nostri respiri accelleravano ed anche i nostri battiti cardiaci. Quella posizione fu la nostra fine, le sue unghie mi penetravano la schiena, la sua testa affondava nell'incavo del mio collo e i suoi denti ci lasciavano segni rossi ad ogni morso. Ancora poche spinte e avrei avuto il mio orgasmo, a differenza sua. Rallentai il ritmo per cambiare di nuovo posizione. Tornai dove tutto era iniziato, in cucina. La misi sopra il tavolo, ero sempre dentro di lei. Volevo farle raggiungere l'apice del piacere, continuando a penetrarla, con il pollice stimolai il suo clitoride e con la bocca i suoi capezzoli."Piccola, sei fantastica. Non credo di riuscire a trattenermi..."
"Io... Mio dio! Justin!"
L'orgasmo ci colpì insieme, i suoi muscoli si contraevano attorno alla mia erezione e la riempii con il mio seme.
Dopo qualche minuto uscii da lei, stremato, e mi accasciai su una sedia. Entrambi dovevamo riprendere fiato.
"Poi, mi spiegherai di questo posto. Ma non ora."
Ci rivestimmo, tornammo alla maacchina e, ammirando il panorama che avevo seduto di fianco, misi in moto e partii, per riaccompagnarla a casa.

STAI LEGGENDO
Cuore Bastardo
FanfictionDimenticate la solita storia. Questa volta non c'è la brava ragzza che si innamora del cattivo. #2 in #bieber Vi annuncio che al momento non posso scrivere il sequel, ho avuto una bambina e mi porta via un sacco di tempo. Cuore Bastardo finisce così...