CAPITOLO 44

922 36 1
                                    

CLAIRE'S POV

Non riuscivo ad aprire gli occhi, la testa mi faceva male. Troppo male. Era come se qualcuno mi stesse premendo un cuscino in viso e mi impedisse di vedere o di sentire. Non sapevo dove mi trovavo, ma potevo sentire un odore nauseante, un mix di disinfettante e di medicine, quello stesso odore che... Aspettate! Ero in ospedale? Come ci ero finita li? Cosa mi era successo? Provai i muovermi o a parlare ma non riuscivo a fare nulla. L'unica cosa che percepivo era un dolore lancinante al petto, ed il continuo Bip di qualche apparecchio. Poco dopo, sentii come una porta aprirsi, sempre che fosse una porta a questo punto. Dei passi erano sempre più vicini, ad un certo punto si fermarono e sentii qualcosa che veniva trascinato. Un respiro profondo, un bacio sulle labbra, e quel profuno mi invase le narici. Justin.

Mi prese un mano e lo potei sentire chiaramente tirare su con il naso. Forse stava piangendo. Ma perchè? Volevo andarmene ma non potevo. Il mio corpo non reagiva.

Lo sentii piangere ancora, non so per quanto tempo, la mia maano sempre nella sua. Ad un certo punto, la sua voce, bellissima come sempre, iniziò a farsi sentire.

"Oh, Claire, Amore. Ti prego, svegliati. Sono 5 giorni che sei qui, mi manchi incredibilmente. Sei la persona più importante della mia vita, ti prego, non abbandonarmi anche tu. Ti amo Claire. Voglio passare tutta la mia vita al tuo fianco, ti prego. Svegliati."

Le sue parole vennero smorzate da un singhiozzo. Stava aancora piangendo. Per colpa mia.

Volevo dirgli che lo amavo, che mi mancava, che volevo essere sua per sempre, ma la voce non usciva. Sentirlo piangere era come se il mio cuore venisse infilzato da mille lame. Iniziai a piangere anche io, sentivo il calore delle lacrime salate bagnarmi le tempie e posarsi sui capelli.

In quel momento Justin mi lasciò la mano e mi abbracciò. Corse via, lo potevo sentire gridare alla ricerca di qualcuno. Forse dei medici. Anche se speravo fossero gli altri che stava cercando.

"Claire!" Un coro di voci mi entrò nelle orecchie. Ma la sua non c'era. Erano i ragazzi. Dedussi che ci fossero tutti, Lauren compresa.

"Correte! Vi prego! Credo si stia svegliando!" Il mio Justin forse aveva trovato qualcuno.

"Ok, ora per cortesia dovete tutti abbandonare la stanza." Un medico o un infermiere diedero questo ordine.

"No! Io resto qua! È la mia ragazza e non voglio che veda degli estranei quando prirà gli ochi. La prego!"

"E va bene. Ma può restare solo lei e se le dico di uscire, lo deve fare."

Calò il silenzio. Degli aggeggi freddi come il ghiaccio mi vennero appoggiati sul petto. In quel momento strizzai gli occhi. Ci ero riuscita! Provai a muovere una mano, quella che Justin stava tenendo, ero riuscita a fare anche quello. Piano piano aprii gli occhi, erano quasi incollati ma la visione che avevo davanti fu la più bella, per me, in quel momento. Il mio uomo, con le lacrime agli occhi, che mi sorrideva con il sorriso migliore del mondo!

"Ti ssei svegliata!"

Mi baciò e mi abbracciò.

"Signore, ora le ddevo chiedere di uscire. Mi dispiace."

Justin mi guardò di nuovo, mi baciò e lasciò la mia mano per correre fuori, urlando al mondo che mi ero svegliata.

"Bene, ora procederò con i soliti controlli. Se le faccio male, o qualsiasi altra cosa me lo dica."

Annuii. In realtà ero stravolta, era come se non avessi dormito per intere settimane. Il medico mi fece qualche esame e poi qualche domanda.

"Allora, signorina, il suo nome?"

"C-Claire." La mia voce era debolissima. Pronunciai il mio nome in un sussulto.

"Ok. Le fa male da qualche parte?"

Annuii. "La testa, e il petto."

Le domande continuarono per un po, fino a quando il medico non fu soddisfatto. Ma non mi disse il motivo del mio ricovero e neanche perchè avevo dormito così tanto.

Quando uscì lo sentii dire qualcosa a Justin, dovevano dirmi loro il motivo per cui mi trovavo li, ma senza traumatizzarmi.

Entrarono nella stanza tutti, sorrisero e mi abbracciarono. Ma i loro sorrisi durarono poco. Il silenzio era opprimente, e la tensione palpabile. Justin decise di parlare, finalmente scoprivo tutto.

"Allora, da quello che dice il medico potranno dimetterti fra qualche giorno, ma dovrai tornare regolarmente per la fisioterapia." Annuii. "E dice anche che la tua memoria arriva fino alla mattina del giorno del tuo ricovero, quindi non sai perchè ti trovi qui." Scossi la testa, effettivamente l'ultimo ricordo che avevo erano i colpi alla porta, poi il buio.

Justin prese un respiro e iniziò a spiegare. "I tuoi genitori ti hanno sparato." A quella frase sbiancai e mi mancò il respiro per un attimo. "Hai perso molto sangue, sei stata portata qua ed operata, e sei rimasta in coma per cinque giorni."

"Justin! Meno male che non dovevi traumatizzarla! Tutto bene Claire?"

Annuii a Mary, anche se probabilmente, il fatto che i miei genitori mi avessero quasi uccisa, mi ferì piu del colpo al torace. "Loro dove sono ora?"

"Chi? I tuoi genitori?"

Annuii. "Si, li odio. Potrebbero essere morti che a me non farebbe differenza. Mi hanno quasi uccisa e non li perdonerò mai per questo!" Una lacrima sces dai miei occhi. Li odiavo veramente, non li avrei mai potuti perdonare.

Justin guardò Lauren che guardò me, con ochci dispiaciuti. "Tua madre è morta e tuo padre è in prigione. Condannato a vita."

Tirai un sospiro di sollievo. Era come se mi fossi tolta un peso. Certo, erano pur sempre i miei genitori, ma avevano tentato di uccidermi. Ed entrambi hanno pagato, una con la vita, ed uno con la prigione. E questo mi bastava.

Mi addormentai con Justin, che non mi lasciava neanche un secondo. Non so cosa sognai, ma mi svegliai sicura di qualcosa.

Passarono i giorni ed ero pronta a tornare a casa, in una casa nuova. Presa da Justin apposta per noi. Casa nuova, vita nuova.

In quel momento però realizzai quanto veramente fosse pericolosa la nostra vita. Dovevo chiudere. Non volevo pensarci, o forse avrei cambiato idea. Perchè si, infondo mi piaceva.

Radunai tutti sul divano in salotto, mi feci coraggio e parlai.

"Ragazzi, io mollo. Non voglio più continuare con sparatorie o cose varie. Ho rischiato troppo. Ed ora è il momento di cambiare. Il gioco, per me, non vale più la candela. Mi dispiace."

"Hey, qualsiasi decisione tu abbia preso, io sarò con te. Sempre."

Credo che tutti aspettassero il primo passo di qualcuno, perchè nessuno voleva più la vecchia vita.

Ray, approfittando del momento, prese la parola.

"Beh, sono felice che tutto si stia risolvendo nel migliore dei modi, e che, ovviamente, Claire sia di nuovo in mezzo a noi. Ma... C'è una cosa che dovrei dire. Mi ero ripromesso di farlo il momento in cui Claire sarebbe stata a casa, perchè so quanto lei sia importante per Mary. Quindi..." Guardò Mary negli occhi, e si inginocchiò davanti a lei, stringendo nelle mani una piccola scatolina.

Mary scoppiò a piangere ed iniziò a dire "Si! Si!"

"Ok, ma posso dirlo?" Scoppiammo tutti a ridere, Mary compresa. "Mary Anne Dawson, vuoi sposarmi?"

Lei, pianse più di prima, abbracciandolo e baciandolo, fino a fargli perdere l'equilibrio.

"Hey, prendetevi una stanza!"

Ero veramente felice per loro.

Anche io, un giorno, avrei avuto una famiglia con l'uomo della mia vita?

Cuore BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora