JUSTIN'S POV
Claire aveva paura. Non usciva più di casa, neanche per andare in giardino. Viveva con il costante terrore che arrivasse qualcuno a prenderla. Noi facevamo del nostro meglio per non lasciarla mai sola, anche se ormai si era chiusa in sé stessa. Non parlava, non mangiava, e se lo faceva, poi si chiudeva in bagno a vomitare. Le poche ore che dormiva le passava fra le mie braccia, facendo incubi ed urlando. Niente la poteva calmare.
Lauren, da parte sua faceva di tutto per scoprire qualcosa di più, ma quel Panic sapeva come far sparire le sue tracce. Le aveva provate tutte. Ma niente. Sembrava essere un fantasma. Tutte le ricerche portavano in una sola direzione: il nulla.
Erano passati giorni dalla chiamata e nessuno si era fatto vivo di nuovo. Forse aveva rinunciato.
"Non ha rinunciato." Era come se Claire mi avesse letto nel pensiero. "Vuole vedermi soffrire e... morta. Quello che quell'uomo vuole lo ottiene, sempre."
In quel momento sentimmo un rumore di vetri rotti. Veniva dal piano di sopra, eravamo tutti in salotto e capii che qualcuno si era introdotto in casa. Dei passi. Erano sempre più vicini. Ray andò a prendere le armi e ce le passò, feci in tempo solo a prenderne una e a girarmi che sentii un urlo. Claire era stata presa e la vidi essere trascinata fuori dalla porta principale. Non feci in tempo a fare nulla che erano già spariti. Non c'era traccia di auto o furgoni. In strada tutto era fermo. Gli unici indizi erano i vetri rotti. Speravo che ci fossero delle impronte o qualcosa che ci conducesse a loro. Chiamai Lauren che in pochi minuti era da noi. Ispezionò accuratamente ogni vetro, ma non c'erano tracce. L'unica cosa era sperare di rintracciare il telefono di Claire.
CLAIRE'S POV
Dopo essere stata trascinata fuori, sentii una botta in testa che mi fece perdere i sensi.
Quando aprii gli occhi mi trovavo distesa a terra, non sapevo dove ero, da quanto ero svenuta. Il pavimento era freddo e umido, la stanza era appena illuminata da una piccola finestra, se così si poteva definire, e puzzava. Provai ad alzarmi ma non avevo le forze. La testa mi faceva male e potei giurare che del sangue secco era sui miei capelli e sul mio viso.
"Finalmente sei sveglia, piccola stronza! "
Non sentii nemmeno la porta che si apriva. Solo quella voce. Non mi era nuova ma non riuscivo a mettere a fuoco la persona. Mi sentii prendere da un braccio e sollevare. Le forze mi mancavano e feci fatica a camminare.
Mi lasciò andare solo quando fummo arrivati davanti ad una porta. L'uomo bussò, non lo avevo ancora visto in volto, mi riprese il braccio ed entrammo. Mi lasciò di nuovo, davanti alla grande scrivania, e se ne andò. Mi accasciai sul pavimento, la luce che entrava dalla finestra mi impediva di mettere a fuoco, ma non ci misi molto a capire dove mi trovavo. Il mio incubo si era appena materializzato davanti a me. Non avevo più via di scampo.
"Dopo tanto finalmente avrò la mia vendetta. Ti ucciderò io stesso, non avrai via di scampo. Soffrirai come ho sofferto io."
Le lacrime scendevano sulle mie guance. Vidi l'uomo alzarsi e venire verso di me. Si mise proprio davanti al mio viso e mi colpì. La guancia mi bruciava. Mi prese per il collo e iniziò a stringere, sollevandomi da terra. Mi mancava l'aria, quando stavo per soffocare, mi lanciò contro il muro. Urlai per il dolore, era come se la mia schiena e la mia testa si fossero rotti in mille pezzi. L'uomo andò alla scrivania e prese qualcosa dal piano. Sapevo che non era finita. Potei vedere che stringeva nella mano un pugnale. La lama luccicava al contatto con la luce. Sentii un dolore pungente al braccio e l'odore di sangue mi arrivò al naso. Mi aveva appena pugnalata. Aprì la porta.
"Esci di qua."
Mi alzai a fatica e mi diressi alla porta. Un uomo mi prese dal braccio tagliato, non potei non urlare, e mi portò di nuovo in quella che, da prima, era la mia stanza. Mi buttai sul pavimento ed iniziai a piangere. Lacrime disperate, amare, scendevano sul mio viso, fino al pavimento. L'unica cosa che riuscii a dire, prima di addormentarmi fu una supplica.
"Fatemi morire ora."
JUSTIN'S POV
Erano passate 2 settimane. Non sapevo se era viva, come stava, se era ferita. Non avevamo nessun tipo di informazione, non la riuscivamo a rintracciare, era come se fosse diventata un fantasma.
"Justin, vai a riposare."
Lauren ormai era sempre con noi. Non aveva rinunciato a trovarla, come noi.
"Non posso!" Iniziai ad urlare e a prendere a calci tutto quello che mi passava davanti. "E SE LEI FOSSE MORTA? SONO 2 SETTIMANE CHE NO ABBIAMO NOTIZIE! I TUOI STRUMENTI NON AIUTANO A TROVARLA! SIAMO IN UN VICOLO CIECO!"
"Justin, amico, calmati. La troveremo." Kyle provò a calmarmi. "Non serve a un cazzo fare così!"
In quel momento uno degli aggeggi di Lauren iniziò a suonare.
"SPEGNI QUEL COSO!"
"Non posso. Ha rilevato qualcosa!"
Corsi in direzione della macchina. La piantina di una città era davanti ai miei occhi ed una zona era cerchiata e lampeggiante. Non era San Francisco.
"Si trova a Seattle. Ecco perché sembrava sparita."
"Lauren, grazie." La abbracciai. "Ray, Kyle. Preparatevi. Si va a Seattle."
"Justin, voglio venire con voi."
"No, Mary, sarebbe troppo pericoloso per te."
"Ha ragione Justin. Noi 2 resteremo qui." Lauren provò a convincere Mary. "Mi aiuterai con le ricerche."
Mary annuì, non era felice di restare a casa, ma si rassegnò.
"Justin, a Seattle ho degli amici. Forse loro possono aiutarti."
"Grazie Lauren. Mi servirà tutto l'aiuto possibile."
"Vado a chiamarli. Voi preparate tutto e partite."
Annuimmo ed andammo nelle nostre stanze a preparare un po' di cose da mettere un valigia. Mary ci preparò le armi e qualcosa da mangiare per il viaggio. Saremmo andati in auto. Il viaggio era lungo 1300km, 12 ore di auto. Ma non potevamo prendere un aereo con le armi.
Salutammo le ragazze e ci avviammo all'auto.
"Domani vi troverete con i miei amici. Vi ho prenotato l'hotel."
"Grazie Lauren. Mandami il nome dell'hotel e il luogo dell'incontro via messaggio."
"Ok. Quando arriverete a Sacramento e a Portland, si uniranno a voi alcuni miei amici. Non serve che vi fermate. Continuate il viaggio. Li riconoscerete."
"Ok. Aspetto i dettagli. Grazie ancora Lauren. Mary, qualsiasi cosa non esitare a chiamarci."
"Si. State attenti. E mi raccomando, vi voglio rivedere interi."
Ci abbracciarono e ci lasciarono un po' di raccomandazioni.
Salimmo in auto e partimmo. Avevamo deciso di guidare a turno, circa 4 ore a testa. Il primo fu Ray, ed io mi addormentai nei sedili posteriori.
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Cuore Bastardo
FanficDimenticate la solita storia. Questa volta non c'è la brava ragzza che si innamora del cattivo. #2 in #bieber Vi annuncio che al momento non posso scrivere il sequel, ho avuto una bambina e mi porta via un sacco di tempo. Cuore Bastardo finisce così...