CAPITOLO 30

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JUSTIN'S POV

Era passato del tempo dal rapimento, le ferite visibili stavano guarendo, fortunatamente il mio medico disse che non c'erano lesioni interne, niente emorragie, il bastardo sapeva dove colpire e come farlo, per farla vivere abbastanza a lungo da soffrire e desiderare la morte. Le ferite interne, quelle della mente, invece, faticavano a guarire. La paura era ancora la sua compagna di vita, si era chiusa in se stessa, come un riccio. Non voleva restare sola e gli incubi, a volte, tornavano a disturbare il suo sonno, facendola svegliare urlando.

Stavamo tutti male a vederla ridotta in quello stato, io più di tutti. Anche se aveva recuperato il peso e non era più il fantasma della mia Claire, la sua autostima era scesa, non l'avevo mai vista così. La ragazza solare, sempre pronta a tutto, aveva lasciato il posto ad una persona spenta, intimorita anche dalla sua ombra. Ne aveva passate tante in vita sua, ma questa, forse, era la peggiore. Dovevamo fare qualcosa. Non poteva continuare così, la dovevamo aiutare.

Aspettammo tutti che si fosse addormentata per riunirci e discutere della situazione.

"Ragazzi, dobbiamo fare qualcosa per Claire. Lei per noi lo farebbe. E, non so voi, ma io non la posso più vedere così."

"Hai ragione, dobbiamo farla tornare la ragazza di prima. Sarà difficile, ma ci dobbiamo provare."

"Avete idee?"

"Beh, io una cosa in mente l'avrei."

Mary si morse il labbro, come se aspettasse il nostro consenso per continuare. Con un cenno, le feci capire di andare avanti.

"Potremmo andare in vacanza."

"Vacanza?" Eravamo stupiti. "E dove?"

"Io pensavo di farle una sorpresa. Potremmo prima andare qualche giorno a trovare i suoi genitori e poi al mare. Non so dove, ma giusto per non pensare alla nostra vita. Per staccarla da quanto è successo."

"Ottima idea!"

Ero perplesso, non mi convinceva il fatto della vacanza, ma erano tutti così entusiasti che finii per accettare.

"Quando partiamo?"

"Non lo so. Dovremmo vedere quando ci sono posti sui voli."

"Guardo io."

Presi il mio laptop e mi misi a cercare i voli e gli hotel. A New York sarei rimasto poco con lei, volevo che stesse più tempo possibile con la sua famiglia, e ne aveva tutto il diritto.

"Trovato! C'e un volo che parte martedì prossimo, e ci sono ancora posti disponibili."

KYyle si grattò per un momento il collo, come se fosse indeciso se parlare o no. Poi si decise, e lo fece.

"Ragazzi, posso chiedere una cosa? Potete prenotare per 6? Si, insomma... io...."

"Hai una ragazza?"

"Beh... si..."

Era imbarazzato. ma ero contento per lui.

"Ok, prenoto 6 biglietti aerei e 3 stanze matrimoniali."

Mentre stavo inserendo i codici della carta di credito, un urlo invase la casa. Claire.

Corsi in camera e la presi fra le braccia, stava piangendo disperatamente e provai a calmarla.

Le ripetevo ogni notte le stesse parole.

"Tranquilla, ora è tutto finito. Ci sono io con te."

"Justin. Se io... parlassi... mi libererei di questo forse?"

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