CAPITOLO 39

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CLAIRE'S POV
Quando entrai lasciai Kendra a Gwen, o Mary forse, e corsi ad abbracciare Justin. Mi era mancato come non mai. Le sue labbra, i suoi occhi, tutto di lui mi era mancato come l'aria quando sei in apnea.
Tra un bacio e l'altro gli chiedevo scusa e gli dicevo quanto lo amavo.
"Che schifo!"
Mi ricordai di Kendra. Guardai Justin, che mi liberò dal suo abbraccio, ed annuì. Sapeva sempre quello che volevo fare. Presi Kendra e la portai in catina, insieme alle altre due. Arrivarono 3 sedie e vennero legate ad esse. Non potevano scappare. Ed io volevo sentire qualcosa da loro. Volevo sapere di più. Ma non subito.
"Per un po' resterete qua. Spero che la vostra stanza vi piaccia. E il servizio in camera non è previsto."
Mi gira ed uscii mentre Kendra diceva qualcosa. Ma non capivo cosa per lo scotch che le copriva la bocca.
Chiusi la porta a chiave e tornai dagli altri. Abbracciai tutti e mi accomodai sul divano.
Un profumino di cibo mi solleticò il naso. Mary quando voleva ci sapeva fare ai fornelli.
"Hey. Che profumino!"
Mary e Gwen uscirono dalla cucina.
"È pronta la cena!"
Erano giorni che non mangiavo. O se lo facevo,  il mio pasto era limitato ad un panino secco e un po' di acqua. E dopo 5 giorni passati così, credo che anche la cosa peggiore del mondo, sarebbe stata la più buona secondo le mie papille gustative. E la stessa cosa per Lauren, anche perché era rinchiusa da più tempo.
"Lauren, spiegaci cosa ti è successo."
Lauren fece un respiro ed incominciò a raccontare.
"Avevo deciso di andare via qualche giorno. Non avere avuto il coraggio di fare niente, quella sera, per me era troppo. Avevo bisogno di una pausa e così ho preso le mie cose e sono partita senza una meta. Mentre guidavo, un'auto mi ha bloccato la strada, sono scese due persone con un passamontagna e mi hanno presa, legata e bendata, e portata in quella cantina dove..." prese un respiro profondo prima di continuare "mi hanno chiusa dentro. Non vedevo nulla e solo dopo un po' ho sentito la porta aprirsi e qualcuno mi ha tolto la benda. Solo allora ho visto che era una ragazza. Ha iniziato ad insultarmi e a picchiarmi. Ma con le mani ed i piedi legati non potevo fare atro che subire. È andata avanti così per non so quanto tempo. Poi hanno portato li anche Claire."
Si votarono verso di me. Io annui e raccontai la mia versione.
"Ero andata a casa di Kendra con un piano. Le ho proposto di prendere me al posto suo, così lei sarebbe stata libera e tu" guardai Justin "secondo il  mio piano, ti saresti unito a loro per salvarmi ma avresti ribaltato la situazione e saremmo fuggiti insieme. Ma il mio piano ha fallito. E mi sono ritrovata in cantina con lei. Eravamo legate. Prima di portarmi li non mi avevano controllato tutto, mi avevano preso solo il telefono. Il coltello fortunatamente lo avevo nascosto bene e con quello sono riuscita a liberare entrambe dalle corde. Ci siamo nascoste nella zona buia della cantina ed abbiamo aspettato. Quando la porta si è aperta erano in 4. Ci abbiamo provato ma inutilmente, ci hanno legate di nuovo e picchiate ancora. Fino ad oggi."
Gli occhi di Justin avevano nettamente cambiato colore. Non avevano più quel color caramello che tanto amavo. Erano diventati quasi neri. Sbattè i pugni sul tavolo, era furioso.
"Giuro che la ammazzo. Quella puttana non merita di vivere!"
Mi alzai e gli appoggiai una mano sulla spalla. "Calmati. Adesso è qui sotto. E comunque no mi pare il caso di ucciderla!"
"E perché non dovrei? Eh? Dimmelo! Ha quasi ucciso tutte e due!" Era veramente furioso.
"Ma non ci ha uccise! Siamo davanti a te!" Anche io stavo iniziando ad arrabbiarmi. "Come fai a non capire?!"
"Io non capisco? Io sono quello che non capisce?"
Sbuffai e abbassa lo sguardo. Sapevo che non sarebbe servito a niente replicare.
"Claire ha ragione." Grazie Kyle! "Ci porterebbe solo altri problemi ucciderla. Le sue ragazze sono ancora vive. E nel giro di poco le avremo contro."
Justin sbuffò e provò a calmarsi. Uscì a fumare una sigaretta. Lo seguii in silenzio e mi sedetti sul dondolo accanto a lui. Iniziò a fumare e dopo un paio di tiri si iniziò a rilassare.
Volevo parlare ma non sapevo se era il momento.
"Sai, credo che Kyle abbia ragione." Fu lui a interrompere il silenzio. "Ma vorrei veramente ucciderla."
Mi feci scappare un sorriso. Anche io avrei voluto ucciderla con le mie mani, ma sapevo di non poterlo fare. Anche se sapevo come fare per farla parlare, per sapere il perché lo voleva. E poi l'avrei fatta smettere con questa vita.
"Hey, a lei ci penso io. E Lauren. Ha fatto del male a noi. Ed è giusto che passi dalle nostre mani."
So che noi saremmo dovuto essere i "buoni". Ma dopo tutto quello che mi era successo, come potevo essere buona ancora? Stavo tornando ad essere la Claire fredda e spietata che ero quando lavoravo da sola. Neanche quando ero nella gang di Dan ero in questo modo. Ma ora, non riuscivo a fermare il mio istinto omicida. Ero tornata ad uccidere a sangue freddo, senza pormi il problema di cosa sarebbe potuto accadere dopo. E non avevo paura. Di niente e di nessuno.
Mi alzai dal dondolo. La mia vendetta sarebbe iniziata la sera stessa.
Entrai in salotto e guardai Lauren.
"Voglio vendetta."
Quelle due parole uscirono dalle mie labbra in modo duro e freddo. Glaciale. Il silenzio piombó nella stanza, sentivo il respiro di tutti e i loro occhi mi puntavano.
"Che cazzo volete? Non dovrei? Pensate che sia sbagliato? Beh,  non mi frega un cazzo di quello che pensate!"
Era come se a parlare non fossi io. Non era Claire. Era come se una demone si fosse impossessato di me. Ma non c'era nessun demone. Era solo la rabbia che avevo represso per i giorni che mi avevano rinchiusa, per quello che mi avevano fatto. E anche per quello che avevo subito a scuola da parte loro.
Scesi in cantina, senza vedere se Lauren mi stesse seguendo. Non mi interessava. L'avrei fatto da sola se necessario.
Mi trovavo davanti a quelle ragazze, erano legate ma non bendate.
"Credi di farci paura?"
"Ora no, ma dopo sicuramente ne avrete."
Colpii Kendra in volto, un urlo uscì dalle sue labbra ma fu seguito da un ghigno. La colpii ancora, e la feci cadere insieme alla sedia. Andò a sbattere con la testa sul pavimento ed il sangue iniziò a scendere sul volto. A quella vista, mi lecci le labbra e colpii ancora, non so quante volte e per quanto lo feci. La rabbia non diminuiva, al contrario aumentava. Una mano mi si poggiò sulla spalla.
"Hey, calmati." Justin.
Lo guardai, non ci riuscivo a calmarmi. Mi allungò la mano, stranamente la presi e lo seguii. Tornammo di sopra, le mie mani erano coperte di sangue, ma non sapevo se era mio o di Kendra. Mi sciacqai e capii che era il mio. Le nocche erano tagliate. Mi disinfettai e tornai in salotto. Avevo di nuovo gli occhi di tutti puntati addosso e nessuno parlava. Mi buttai sul divano di fianco a Justin ed appoggiai la mia testa su di lui che mi circondò le spalle con un braccio. Inspirai il suo profumo e mi sentii subito rilassata.
La mia vendetta, però, era appena iniziata!

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