CAPITOLO 9

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CLAIRE'S POV

Justin era in crisi. Ero riuscita nel mio intento, ma non sapevo cosa avrebbe fatto. Mentre facevo stretching, ogni tanto lo guardavo. Era fermo sulle scale, con la mano sulla maniglia della porta.

"Allora, che fai? Vai o resti?"

Non mi rispose, ci stava pensando. Scoccai il colpo finale, mi misi seduta a gambe incrociate, facendo finta di fare qualche esercizio, mi morsi le labbra e chiusi gli occhi. In quel preciso istante sentii la serratura della porta scattare e dei passi farsi sempre più vicini.

"Mi stai provocando?" Era seduto dietro di me, sentivo il suo calore sul mio collo.

"Mmh, può essere..." Continuai gli esercizi.

Il mio cuore batteva sempre più veloce, lo sentivo in gola, come se fosse pronto ad uscire. Mi spostai i capelli da un lato, per dargli libero accesso al mio collo, e non si fece scappare l'occasione. Mi accarezzava, la sua bocca ripercorreva il percorso delle dita, lasciando una scia umida, interrotta ogni tanto da piccoli morsi. Mi girai, sempre tenendo le gambe incrociate, e lo guardai, i suoi occhi mi dicevano tutto, mi voleva. Iniziò a salire, senza staccare la sua bocca da me, fino a baciarmi. Le sue labbra sulle mie, le sue mani sulla mi schiena che scivolavano sotto la canotta. Con la lingua mi chiese il permesso, ed io socchiusi le labbra quel poco che bastava per concedere alle nostre lingue di cercarsi e iniziare un gioco in cui nessuno avrebbe perso. Con una spinta mi fece distendere e si mise sopra di me, sorreggendosi con i gomiti, continuando la lotta che le nostre lingue stavano facendo. Gli misi le gambe attorno al bacino e lo tirai a me, potevo sentire la sua erezione sotto i pantaloni da basket.

"Lo sai che non dovremmo."

"Si, lo so. Ma il capo sei tu."

Non riuscivamo a staccarci, e il fatto di andare contro le regole, ci eccitava ancora di più. Con un gesto mi tolse la maglia per poi slacciare il mio reggiseno e sfilarmelo. La sua mano giocava con un mio capezzolo, che al tocco si indurì sempre di più, mentre con la bocca succhiava e lasciava dei piccoli morsi anche sull'altro facendomi gemere. Poco dopo fece cambio, iniziò a fare le stesse cose con l'altro seno, mentre il primo veniva piacevolmente torturato dalla sua mano. Ero stanca di giocare, volevo di più. Così presi il comando della situazione, ora ero io sopra di lui. Iniziai a torturare le sue labbra dandogli piccoli morsi e tirando, alcuni gemiti uscirono dalla sua bocca. Scesi a baciargli il collo, i pettorali e gli addominali, fino ad arrivare al bordo dei pantaloni. Giocai un po con la sua erezione senza spogliarlo, nei suoi occhi c'era il fuoco. Lo voleva, quanto lo volevo io. Gli tolsi i pantaloni e i boxer, tanto anche quelli non sarebbero durati ancora molto. Lo guardai ancora una volta, prima di affondare le mie labbra sulla sua erezione.

JUSTIN'S POV

Ci sapeva fare davvero, non ci mise molto a prenderlo in bocca ed iniziare a succhiare avidamente, ogni tanto i suoi denti e la sua lingua mi sfioravano ed io godevo sempre di più. Dopo pochi minuti non riuscii più a trattenermi.

"Io... sto... per..."

"Shhh..."

Esplosi nella sua bocca, lei mandò giù per poi pulire il poco che era rimasto con la lingua. Cazzo, non so dove aveva imparato, ma lo faceva davvero bene. Non mi bastò però. Capovolsi la situazione, volevo darle lo stesso piacere che avevo provato io poco prima. Rapidamente le tolsi i leggins ed iniziai a mordere le sue mutandine, mentre con le dita giocavo con il bordo. Gliele tolsi e con la lingua iniziai a dare piccoli colpetti sul suo clitoride. In quel momento la sentii parlare.

"Justin... io.. non... sono... vergine... quindi... non ti fer... fermare..."

Meglio così, anche se avrei voluto essere io il primo. Continuai a leccare e succhiare per poi spostare la mia lingua e penetrarla con quella, sentivo che, nonostante fosse già bagnata, aveva bisogno di sentire di più. La penetrai con un dito, poi con due, e con la bocca stuzzicavo il clitoride, i suoi muscoli iniziarono a contarsi e il respiro si faceva sempre più veloce.

"Justin..."

"Lasciati andare."

Pochi secondi dopo, un orgasmo la invase. Tolsi le dita da dentro di lei e me le portai alla bocca, aveva un buon sapore, e pulii i suoi umori con la lingua.

Mi guardò soddisfatta.

"Beh, direi che per oggi può bastare. Vedi cosa succede ad incrociare le gambe ed indossare i leggins in mia presenza?"

"Credo lo farò più spesso allora..."

Ci rivestimmo e tornammo di sopra, ma prima di aprire la porta le diedi un altro, lungo bacio. Era come se non ne avessi mai abbastanza.

"Sarà il nostro piccolo segreto."

"Si, spero che sia solo un assaggio di quello che sai fare."

Aprii la porta e la feci uscire per prima, lasciandole un pizzicotto sul sedere. Ci eravamo completamente dimenticati che in soggiorno c'erano gli altri.

"Siete rimasti chiusi la sotto per tutto il pomeriggio. Sicuri di esservi solo allenati?"

CLAIRE'S POV

"Vuoi vedere cosa ho imparato oggi? Potrei ucciderti con 2 dita se volessi."

Lo dissi guardando Justin, che si mise a ridere. "Ne sarebbe capace, oppure a morsi, puoi scegliere."

"Grazie ma no." Ray era quasi spaventato. "So che sarebbe in grado di farlo."
Gardai l'orologio segnava le 18.30.
"È tardissimo! Devo andare! Mia madre mi aspetta per cena. Ciao ragazzi!"
Saluti tutti ed uscii. Durante il tragitto in auto ripensai a quello che avevo fatto con Justin. Non sapevo se sarebbe successo di nuovo in futuro, ma speravo con tutto il cuore che la cosa si ripetesse. Inoltre speravo anche di andare oltre.
Divertita eh!?
Sinceramente si!
Ed entrambe speriamo, e sappiamo, che succederà di nuovo.
Già.
Non sapevo perché ma quel ragazzo mi piaceva sempre di più, il tempo che passavo con lui era sempre maggiore. Era come se sapesse leggermi nel pensiero, fino ad arrivare negli angoli più bui della mia mente. Oggi avevo scoperto che, con poco, aveva capito come soddisfare le mie richieste, se così si potevano definire, fino a farmi raggiungere l'apice del piacere.
Con quei pensieri che giravano per la testa, arrivai a casa e mi preparai per la cena.
Mentre cenavo e parlavo del più e del meno con i miei genitori, il mio telefono mi segnalò, vibrando, l'arrivo di un messaggio.
Da Justin:
Le mie dita profumano ancora di te. Sai di buono.
A Justin:
Anche tu.
Da Justin:
Ricorda di non mettere i leggins domani. O potrebbe succedere di nuovo.
A Justin:
Peccato, ho i jeans a lavare. Mi sono rimasti solo leggins. Ne ho una collezione.
Da justin:
Che fai? Provochi?
A Justi:
Può essere...

Cuore BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora