CAPITOLO 37

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CLAIRE'S POV
Erano due giorni che Lauren era sparita. Il suo telefono squilla a vuoto e non potevamo rintracciarla, aveva fatto in modo che non potessimo. Anche il GPS dell'auto non aveva portato a niente, avevamo recuperato il veicolo illeso, come se fosse stato abbadonato li da lei, vicino a un vecchio capanno. L'avevamo cercata perfino li dentro e intorno per poi rientrare a casa, sfiniti. Eravamo preoccupati a morte e non avevamo ancora sue notizie.
Non sapendo cosa fare, ci buttammo sul divano, a pensare, a cercare di capire dove potesse essere. Ma credo che la stanchezza ebbe la meglio su di noi che uno alla volta ci addormentammo sul divano.
Quando mi svegliai ero dolorante in ogni parte del corpo per la posizione che avevo assunto. Vidi Justin già sveglio in cucina che faceva avanti indietro. No  mi accorsi subito che parlava al telefono con qualcuno, era agitato.
"Kendra, che cazzo vuoi dalla mia vita? Lasciala andare o tu e le tue amichette farete una brutta fine!" Kendra? Quel nome mi era famigliare. "No! Non lo farò mai! Lascia in pace tutti noi e libera Lauren!"
Dire che era furioso era minizzare la cosa. Prese la prima cosa che gli capitò in mano e la lanciò contro il muro.
"Io ti ammazzo Kendra!"
Posò il telefono sul marmo della cucina e si passò le mani fra i capelli.
"Che è successo?"
"Kendra! Ha lei Lauren!"
"Perché quel nome mi ricorda qualcuno?"
"È una delle cheerleader della tua scuola."
"Allora tranquillo. Non sarà difficile riavere Lauren indietro."
"Mi hanno proposto uno scambio."
"Uno scambio? Di che genere?"
"Vogliono me. O la uccideranno." Mi rabbuiai quando sentii quelle parole. "E ne sarebbero capaci."
"Ma se sembrano 4 galline!"
"E invece non lo sono. Fidati. Sembrano galline ma in realtà sono una gang come noi. E il brutto è che quello che sanno glielo ho insegnato io."
"Tu?"
"Si. Lavoravo con loro prima."
Non volevo più sentire altro. Presi le chiavi della mia auto e uscii. Ultimamente mi sbrava di non conoscerlo più.  Ma dovevo fare qualcosa per Lauren.
Presi il mio telefono e mandai un messaggio a Justin.
A Justin:
Non cercarmi. Starò via per qualche giorno.
Da Justin:
Perché? Che vuoi fare?
Non risposi ma la cosa più sensata per quello che avevo in mente di fare fu eliminare la conversazione e chiamarlo.
Fece uno squillo e rispose.
"Dove sei?"
"Ti spiegherò quando sarà il momento."
"Claire, cosa vuoi fare?"
"Sto muovendo il culo e andando a liberare Lauren. Cosa che anche voi dovreste fare. Ma nessuno di voi ha intenzione di fare niente. Perciò lo farò da sola!"
Attaccai il telefono. Tanto sapevo che mi avrebbe rintracciato.
Arrivai alla mia destinazione, spensi il motore e feci un respiro profondo.
Non scesi subito ma mi fermai a pensare. Stavo tradendo i miei amici, e in un certo senso anche Justin.
Ma in cuor mio sapevo che nessuno di loro avrebbe mosso un dito per aiutare Lauren. Non immaginavo che quelle 4 ragazzine viziate potessero essere tanto pericolose, o almeno così aveva detto Justin.
Insomma, a scuola le uniche volte che mi avevano trattata male, mi erano bastate poche parole per farle scappare a gambe levate. Non avrei mai pensato niente di simile.
Mi venne in mente tutto il tempo passato a prenderle in giro, insieme a Mary ed ai ragazzi, ed un sorriso mi spuntò sulle labbra. Avevo preso una decisione, dovevo salvare Lauren. E non sapevo minimamente come fare, se il mio piano avrebbe funzionato. Avevo 1000 domande in mente. Se il mio piano non avesse funzionato? Se non avessero liberato Lauren? E altre domande che mi passavano alla quale non sapevo dare risposta.
Speravo solo che funzionasse, che tutto finisse in fretta e che la mia vita tornasse quella di prima.
Narratore
Esatto, sono tornato. Avete letto bene.
Ma riprendiamo da dove eravamo rimasti.
Claire era ancora in auto, sommersa nei suoi pensieri, mentre Justin era a casa, preoccupato per lei e per Lauren. Era passata poco più di mezz'ora e Justin non sapeva cosa Claire avesse in mente, di conseguenza non sapeva cosa fare.
Andò nella sua stanza, nella loro stanza, e posò il telefono sul comodino. Si spogliò e andò a farsi una doccia. Quando tornò dal bagno vide un messaggio sul suo telefono.
Da Claire:
Non preoccuparti per me. Sto bene e starò bene. Voglio solo aiutare Lauren ed ho un piano. Capirai. Se gli atri ti chiedono di me, digli che ho deciso di prendermi una pausa e che sono andata a New York dai miei genitori. Ti amo.
Non ci stava capendo niente e la testa iniziò a fargli male. Si fidava di lei, con tutto se stesso, e sapeva che Claire si sentiva in debito con Lauren.
A Claire:
Ti amo.
Claire cancellò la conversazione sul telefono. Sapeva quello che doveva fare, ma non si sa per quale motivo, qualcosa la stava trattenendo. Non aveva mai indugiato in qualche missione, ma stavolta era diverso. Non era una missione come le altre. Era la sua missione.
Fece qualche respiro profondo, e si fece coraggio. Scese dall'auto e si avviò in direzione del vialetto di quella casa. Aveva preparato tutto un discorso ma in questo momento non ricordava più nulla. Decise solo di agire d'istinto, decise di fare quello che il cervello, o almeno la parte meno ragionevole, le diceva. E se quest'ultimo avesse deciso di dirle 'uccidi' lei lo avrebbe fatto. Esattamente come con Dan e gli altri. Non sapeva come ragionare lucidamente in certe situazioni ed aveva capito che l'unica via era quella di seguirlo, di non ragionare più.
CLAIRE'S POV
Scesi dall'auto e mi diresse verso il vialetto che conduceva alla porta di quella casa. Ero ancora immersa nei miei pensieri che non mi accorsi di essere arrivata davanti alla porta. Presi coraggio e bussai.
Arrivò ad aprire una donna, avrà avuto circa 45 anni.
"Salve signora. Vorrei parlare con-"
"E tu cosa ci fai qui?"
Venni interrotta dalla persona che cercavo. "Vai pure. Ci penso io a lei." Uscì dalla porta e la chiuse alle sue spalle. "Cosa vuoi?"
"Io... voglio unirmi a voi, Kendra!"

Cuore BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora