twelfth。

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Flashback↫

Il piccolo bambino dai folti capelli castani e dalla grande vivacità correva felice nell'angusto giardino di casa sua, calciando la palla impacciatamente, per poi cadere e ridere, con i nonni vicino a lui sempre pronti a rialzarlo. Non avrebbe mai pianto nonostante il dolore, era un bimbo forte, glielo ripeteva sempre il fantastico uomo che era suo padre. E il piccolo assicurava sempre il suo papà che dai suoi occhietti non sarebbero mai sgorgate le lacrime.
Ma quel giorno sarebbe andata diversamente.

Il minuto possessore di quel grazioso sorriso quadrato si beava del vento che gli accarezzava il viso e dell'odore dei fiori che investiva le sue narici.

Era il giorno del suo compleanno e purtroppo i genitori non erano presenti a causa del loro lavoro, ma gli avevano promesso che sarebbero tornati prima di tutti gli altri giorni, per fargli una grande sorpresa, e quindi al bambino non restava altro che aspettare il loro arrivo con ansia mista alla felicità di rivederli.

Era stato tutto il tempo a giocare con i suoi compagni di classe, considerato da sempre dai suoi coetanei come un bambino socievole e gentile, che amava divertirsi e che parlava con tutti. Gli piaceva davvero fare amicizia e ci riusciva anche bene.

L'ora del taglio della torta e dello scartaggio dei pacchi arrivò velocemente e dei genitori del piccolo nessuna traccia. Ma lui gioiva comunque e non voleva dare a vedere quella sua piccola tristezza e angoscia che nascondeva in cuor suo.

"Mamma, papà, quando tornate a casa?" chiese quella vocina infantile al telefono quando ormai la festa era finita e tutti si accingevano a tornare nelle proprie dimore.

"Amore siamo alla rotonda, quella vicino casa, stiamo tornando!" proferì la giovane donna, il suo tono dolce e gentile riecheggiava nelle orecchie del piccolo, mascherato dal suono metallico del cellulare che aveva in mano.

Il bambino preso dalla gioia di rivedere i propri genitori corse fuori casa, verso il luogo in cui sarebbero dovuti essere.

Corse e corse e le sue gambine avrebbero ceduto a momenti, quando in lontananza intravide l'auto familiare di quel rosso fiammante che tanto avrebbe voluto guidare da grande.

"Mamma! Papà!" gridò a gran voce accompagnato dagli ampi gesti delle piccole braccia. Da dietro le voci degli anziani nonni che l'avevano rincorso.

D'improvviso il sorriso del piccolo si tramutò in orrore, quando, quasi a volerlo fare apposta, un grosso camion si schiantò ad alta velocità contro l'auto rossa e quest'ultima fu catapultata via a causa del grosso impatto.
L'uomo ebbe un infarto alla guida, e la sua morte portò via con sé altre vite.

Sembrava una scena di un film, e in effetti quando certe cose succedono così brutalmente davanti agli occhi di un bambino, chiunque penserebbe che quella non fosse la realtà ma solo un grandissimo e terribile incubo dal quale, però, non ci si può più svegliare.

Kim Taehyung, era questo il nome di quel bambino che pianse per la prima volta in vita sua, quando l'esistenza dei genitori scomparve portandosi dietro il cuore e la voglia di vivere del piccolo che avrebbe avuto per sempre in mente quella scena successa, secondo lui, a causa sua.

➳My Personal Psychologist ✧ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋ✧ ⌈✔⌋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora