twentieth。

5K 411 103
                                    

❦

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Lascio Hoseok a terra e decido di scappare dal luogo dell'incidente, ancora sconvolto, forse perché non voglio realizzare che per colpa mia stia morendo un'altra persona.
E per quanto possa provarci non riesco ad andare tanto lontano per via delle mie gambe doloranti e del forte dolore alla testa.

Decido di fermarmi nel bosco che circonda i lati della carreggiata, lì c'è una piccola casetta che pare essere abbandonata e non ci penso due volte a farvi una sosta dentro.

Il mio primo pensiero? Chiamare un'ambulanza per Hobi sperando l'avrebbero medicato in fretta.
Speravo con tutte le mie poche forze che il danno infertogli non fosse tanto grave come dava a vedersi.

Quindi sfilo il telefono dalla tasca, con le mani tremanti e sporche di sangue del mio ex migliore amico e digito il numero sulla tastiera.

Spiego velocemente ai dottori dell'incidente e di dove si è svolto e loro mi promettono che si avvieranno subito.

Durante l'attesa, il momento dove l'ansia è palpabile nell'aria quasi irrespirabile dell'abitazione abbandonata, decido di digitare un altro numero.

«Pronto?» sorrido istintivamente a quella voce splendida che mi era mancata.

«J-jungkook? Sono Taehyung...» le mie lacrime bagnano le guance e passo le mani sporche di sangue su di esse nel vano tentativo di asciugarle ma il mio viso si colora inevitabilmente di rosso.

«Pensavo ci fossimo chiariti: non sono più il tuo psicologo, né il tuo giocattolo sessuale, né il tuo amico Taehyung» si sfoga al telefono e non lo biasimo, ha tutte le sue ragioni, ma non mi sembra il momento giusto.

«Ti prego aiutami... ho fatto una cazzata Kookie...» il mio tono tremante riecheggia nell'aria.

Esita un attimo ma poi riesco di nuovo ad udire la sua voce tentennante. «Dove sei Tae? Vengo subito lì.»

___

Le sirene dell'ambulanza e della macchina della polizia arrivano chiare alle mie orecchie non appena termina la chiamata, e non ci vuole molto che i poliziotti mi trovino nel mio nascondiglio a causa della lunga scia di sangue che ho lasciato dietro di me.

«Come sta Hobi-hyung?» chiedo ad un poliziotto, il quale mi costringe ad alzarmi da terra strattonandomi per un braccio.

«Lei è stato sorpreso sulla strada senza patente, ad alta velocità ed ha traversato sull'altra carreggiata, era anche ubriaco per caso?» mi chiede un uomo vestito in divisa.

«Lasciatemi cazzo, non sono ubriaco! Come sta l'altro ragazzo?» domando alterato e la ferita sulla testa continua a pulsare.

«Ormai non gliene deve fregare più nulla è stato portato d'urgenza in ospedale, la cazzata l'ha fatta. La prossima volta provi a pensare che le azioni che fa hanno sempre conseguenze.»

Ha ragione. Le conseguenze mi si presentano sempre davanti agli occhi, anche se non le voglio vedere, come se fossero gocce di pioggia che devi per forza accogliere sulla tua pelle, perché non c'è alcun riparo dalle cattive azioni.

➳My Personal Psychologist ✧ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋ✧ ⌈✔⌋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora