⌜ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴇᴅ⌟ ✓
✧내 개인 심리학자✧ {тaeĸooĸ}
❝Sei tu che mi fai impazzire, dottore.❞
❥Dove lo psicologo Jungkook, pur di aiutare il suo paziente Taehyung, decide di diventare il suo giocattolo sessuale.
➳Capitoli medio/corti
➳Gay smut
☆°ᴴᴵᴳᴴᴱˢᵀ ᴿᴬᴺᴷᴵᴺᴳ°☆ #2...
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«Ehi Taehyung...» vengo svegliato da Jungkook che si sposta da sotto di me. «Devo andare a lavorare nel mio studio psicologico... ho delle sedute importanti...»
«Non vuoi restare un altro po' con me?» chiedo con voce impastata dal sonno.
«Mi spiace, non posso proprio mancare» cerca di sgattaiolare via, posandomi un bacio sulla fronte.
Apro un occhio. «C'entra Jimin quindi?» si blocca, e dal suo viso sbiancato credo di avere ragione. Mi siedo sul letto, e sento l'ira ribollire dentro di me. «Come puoi dirmi che ti manco e che vuoi che mi innamoro di te se poi tu te la fai con quello lì?» il mio tono di voce si altera in pochi secondi. Non devo lasciare che la rabbia prenda il sopravvento, devo cercare di avere una conversazione normale con Jungkook.
«Gli devo solo parlare, è solo una seduta psicologica...»
«Cos'hai fatto con lui quando io non c'ero?» mi alzo dal letto corrucciato.
«Nulla... e poi... non puoi pretendere di essere geloso di Jimin quando non sono nemmeno tuo» controbatte, con tono di voce affatto calmo.
«Ma tu vuoi farmi innamorare di te. Inoltre dici di amarmi, ma ami anche quell'autolesionista vero?»
«No, non lo amo» mormora con fermezza.
«Però ci avrai fatto sesso e l'avrai anche baciato...» sputo acido.
«C-chi te l'ha detto?» domanda impaurito.
«Era solo... una mia supposizione... non pensavo... l'avessi fatto sul serio Jungkook...» sibilo sconvolto posizionandomi una mano sul petto, lì dove il mio cuore fa davvero male. Mi chiedo il motivo di questo dolore, non dovrei fregarmene, eppure sono qui, allibito e tremante a combattere contro la tristezza pronta ad investirmi come fosse un treno in corsa. Forse perché penso sia ancora il mio giocattolo sessuale e ne sono affezionato...
«Taehyung scusami...» l'espressione profondamente rammaricata sul suo viso mi trafora l'anima. «Tu mi sfruttavi sessualmente e Jimin era l'unico che diceva di amarmi... era l'unico che mi faceva stare bene. E poi minacciava di suicidarsi ed era l'ultima cosa che volevo... io ti amo sul serio» fa per abbracciarmi ma io lo respingo bruscamente.
«Sono davvero incazzato Jungkook... non parlarmi» sbotto, portandomi le mani sul viso, cercando di trattenere le mie emozioni. La verità è che sono sul serio disperato.
«Oggi ho fretta di andare da lui solo per porre fine a tutto. Ma io non lo amo... davvero.»
«Quindi hai mentito ad entrambi eh? Non me lo aspettavo da te» scuoto la testa.
«Taehyung, scusami...»
«Posso essere incazzato?! Vai da quel bastardo e fottitelo per bene. Tu qui non entri più.» Lo spingo via di casa, mentre mi implora di dargli una possibilità di spiegarsi.
«È stato solo un maledetto sbaglio, è stato quando mi hai spezzato il cuore... io ero troppo debole per pensare» lo butto fuori dalla porta, chiudendomi dietro la superficie di legno per poi appoggiarmi ad essa. Strisciandovi sopra con le spalle per sedermi a terra sconvolto. «Taehyung... ho sempre perdonato i tuoi sbagli perché ti amo, tu per favore perdona i miei. Mi avevi promesso di essere cambiato...» biascica contro la porta, sbattendovi i pugni con poca energia.
«Quante volte?» sussurro poggiando il viso sul legno freddo.
«Cosa?»
«Quante volte avete fatto sesso?» grido alterato.
«Solo una... ma non è durata molto, mi sentivo in colpa... il suo corpo pieno di lividi e tagli mi ha fatto pensare che dovessi aiutarlo e l'ho accontentat-»
«Okay stai zitto. Vai via. Non voglio sentire più nulla!» urlo alzandomi per allontanarmi dall'unica superficie che ci separa.
«Ma io ti amo hyung...» piagnucola ed io non rispondo, andandomene a denti stretti.
In effetti mi ha perdonato così tante volte quando facevo cazzate. Ma una cosa del genere non la potrei sopportare, è stato meschino da parte sua, o almeno penso. È che non riesco ad accettare le sue ragioni dopo tutte le belle cose che mi ha detto oggi e che mi hanno fatto pensare ai sentimenti che provo in realtà nei suoi confronti.
