twenty sixth。

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Le infermiere mi hanno obbligato a restare a letto ancora per un paio di giorni, a causa dei miei giramenti di testa improvvisi, ma io ho deciso di non ascoltarle. Ho bisogno di farmi una passeggiata, e magari fumare una sigaretta.

Mentre cammino per i corridoi dell'ospedale arrivo alla porta di una stanza dove gira voce ci sia un paziente vittima di incidente stradale in progressivo miglioramento.
Quindi mi affaccio alla finestra incuriosito, non riuscendo comunque a vedere il viso del ragazzo rivolto in verso opposto.

Entro nella camera silenziosamente, dopo essermi guardato intorno con fare circospetto, non ho voglia di essere sorpreso dalle infermiere.
Il corpo snello del giovane è ricoperto di cicatrici e medicazioni, mi chiedo chi sia stato a ridurlo in queste condizioni.

«Chi è entrato? Se è lei dottoressa... sto bene, non si preoccupi...» afferma con voce flebile, rigirandosi nel letto. Voltandosi proprio verso di me e socchiudendo i suoi occhi in due strette fessure.
«La ricordavo più femminile... che cosa le è successo alla faccia...?» chiede confuso il ragazzo, prodigando una mano in mia direzione, magari ancora in dormiveglia.

«Ho-Hobi... hyung?» domando interdetto e per un attimo mi verrebbe da abbracciarlo, ma poi mi rendo conto delle condizioni fisiche di entrambi e cambio idea. Sono così felice che lui sia ancora vivo nonostante tutti i danni corporei che gli ho inferto.

«Oh TaeTae...» si stropiccia distrattamente gli occhi «ti ricordi ancora di me? Grazie per avermi soccorso durante l'incidente...» sorride, il suo viso solare mi scioglie il cuore.

«Idiota, non rigraziare. Sono stato io ad investirti, sono stato un coglione, scusami. N-non volevo...» mi inginocchio vicino al suo letto poggiando la testa sul materasso per scusarmi.

«Tae... sono vivo no? Non hai colpe, può succedere a tutti, è stato solo un piccolo incidente...» mi scompiglia i capelli ed io inizio a singhiozzare stringendo tra le mani i lembi della coperta. Per poi scuotere la testa con foga.
«Ehi, ehi! Non piangere, ti ricordi cosa ti diceva tuo padre no?» annuisco, tirando su col naso. «Nessuno vorrebbe vederti in lacrime, va tutto bene.»

«È che sono uno stupido, combino continuamente casini, ho perso tutti hyung.»

«Ci sono io con te, Taehyung.»

«Ma-» alzo la testa per guardarlo negli occhi. «Ti ho quasi ucciso, pensavo mi odiassi e come se non bastasse a causa mia abbiamo perso i contatti, ho preso la strada sbagliata e ti ho abbandonato ogni volta che volevi vedermi o avevi bisogno di me.»

«Sono stato io ad abbandonarti, non ti ho sostenuto abbastanza quando sono morti i tuoi genitori, non ti ho fatto cambiare idea quando hai preso la strada sbagliata, quando sei finito in prigione... tu avevi bisogno di me ed io non sono stato abbastanza forte. Mi sono meritato questo dolore fisico per averti lasciato quando ti facevi male nel cuore, nei sentimenti. Sono io che ho bisogno del tuo perdono.»
Mi abbraccia, e nonostante il dolore che proviamo entrambi questa stretta mi piace e mi consola, mi sento più leggero, più vivo. Posso andare avanti.

«Hyung, ti prego. Torniamo ad essere amici» gli propongo ancora col mento sulla sua spalla.

«Certo TaeTae, non vedevo l'ora che me lo chiedessi.»

ANGOLO AUTRICE

ehi~ spero che la storia vi stia piacendo. dovete sapere che andrò in vacanza per circa tre settimane e non so se potrò essere tanto attiva su wattpad, poiché la connessione wi-fi fa schifo e i giga non prendono bene. spero solo di poter continuare ad aggiornare una volta a settimana come faccio sempre. se non dovessi riuscirci vi prego solo di non abbandonare la lettura delle storie. grazie per la comprensione, ily♡

➳My Personal Psychologist ✧ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋ✧ ⌈✔⌋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora