Capitolo 15

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Tornai a casa alle sette di sera. Mia madre non aveva fatto caso alla mia assenza, era troppo impegnata a litigare con Lexie. Ormai approfittavo delle loro discussioni per sgattaiolare silenziosamente in camera mia e pretendere di studiare. Quelle due erano come cane e gatto: ognuna delle due non voleva abbandonare il proprio punto di vista, erano attaccate con gli artigli ai loro principi. Due gatte da pelare.
Mi chiusi la porta di camera alle spalle e respirai a pieni polmoni riperdendo fiato solo adesso: quando ero lontana da Lauren, dalle sue mani e dai suoi occhi. Solo adesso sentivo l'aria gonfiarmi il petto, poggiai una mano su di esso e ascoltai il cuore battere sul mio palmo. Per un attimo, quando la sua mano ha preso la mia nella sua, ho pensato che il sangue avesse smesso di pulsare nel mio muscolo cardiaco.
Quasi caddi a terra quando la porta alle mie spalle si aprì di scatto, ma venne respinta indietro dal peso del mio corpo. Mi spostai e girai la maniglia, mentre Lexie continuava a chiedermi scusa e ripeteva che non sapeva fossi tornata a casa. «Certo che non lo sai!» ribattei scuotendo la testa. «Sei sempre impegnata a litigare con mamma.» andai davanti all'armadio e mi sfilai la maglietta, lasciando scoperta la schiena. Lexie si mise a sedere sul letto, sospirò talmente forte che la sua frustrazione arrivò chiara alle mie orecchie, ma la incassai senza replicare e continuai a cambiarmi. «Camila tu non capisci...» con la coda dell'orecchio la intravidi scuotere la testa rammaricata. «Io e mamma abbiamo un rapporto diverso dal vostro.» «Questo è poco, ma sicuro.» girai lievemente il busto verso di lei e sorrisi con disinvoltura, mi aspettai una reazione radiante da parte sue, ma invece le si formò un ghigno preoccupato sulla faccia e si alzò lentamente dal letto, puntando il dito verso di me. «Camila che sono quei graffi?! Ma sei scema, fai a botte?! Chi è?! Giuro che lo ammazzo!» se dapprima il suo tono era tremante, adesso nei suoi occhi si era accesso qualcosa che faceva preoccupare me. Mi coprii velocemente con una t-shirt e mi allontanai di qualche passo da mia sorella sorridendo tranquillamente. «Ma no! E' solo un ricordo.» strizzai l'occhio come per farle capire cosa intendevo, lei ci mise un po' a comprendere il mio gioco, ma poi le si allargò un sorriso complice sul volto e mosse il dito verso di me, come per dire: "malandrina:" «Ahh, hai una nuova ragazza con cui ti balocchi.» mi prese in giro. Avanzò verso di me con le ginocchia piegate e l'aria da strafottente. «Smettila Lexie. Non ti dirò niente.» risposi incrociando le braccia al petto e mi appoggiai contro la scrivania sicura di me. Mia sorella alzò le mani in segno di innocenza e poi le nascose dietro la schiena mostrando un'espressione divertita sul volto. «Non mi dirai niente, per ora!» ah oddio! Quell'espressione continuava a perseguitarmi. "Per ora, per ora, per ora.." dannazione ma perché non per sempre?! Che problema ha la gente con il futuro? Mi irritai visibilmente e strinsi il legno bianco della scrivania, abbassai lo sguardo sul tappeto e annuii nascondendo il mio disappunto dietro ad un sorrisetto, mentre Lexie indietreggiava per appoggiarsi contro la porta. «Sei innamorata?» la sua domanda mi spiazzò. Sentii un improvviso colpo allo stomaco, mi si formò un groppo in gola e contemporaneamente nello stomaco. «No.» scrollai le spalle tenendo lo sguardo basso, fisso sulle punte delle mie scarpe che si muovevano irrequiete. «Solo sesso.» mi schiarii la voce e portai la mano sul punto dove c'erano i graffi lasciati da Lauren. «Solo sesso?! Davvero?» fece una faccia stranita, quasi incredula e sorrise portandosi indietro i capelli. «Wow sei cambiata sorellina. Non avrei mai pensato che ti saresti trovata una scopamica.» mi ritirai indietro con il corpo e sospirai schiudendo leggermente le labbra. Quella parola descriveva perfettamente il nostro rapporto, ma mi inflisse una pugnalata dolorosa. «Si, credo lo sia.» mi staccai dalla scrivania per mettermi seduta sul letto, portai una gamba sotto al sedere. I graffi sulla pancia mi bruciarono leggermente, ma non ci fece caso perché era un bruciore sopportabile e quasi piacevole. Lauren mi aveva marchiata, era come se avesse detto a tutti che io ero sua, forse non era affatto il suo intento, voleva solo vedermi urlare e gemere, ma i segni rossi scalfiti sulla mia pelle gridavano quanta passione ci legava. «Come si chiama?» «Ah no, basta così. » le mostrai i palmi delle mani per interrompere quel terzo grado e mi lasciai cadere all'indietro, distendendomi sul materasso. «E tu? Hai un ragazzo?» alzò le spalle con noncuranza e si venne a distendere accanto a me. Entrambe guardavamo il soffitto sopra di noi, io con le mani incrociate sulla pancia,  e Lexie sotto la nuca. «Credo di si. Credo di avere un ragazzo.» la guardai a bocca aperta e mi accorsi che non avevamo più quel rapporto di un tempo, lo avevamo perso restando lontane per tutti quegli anni, ma adesso che il rancore veniva rimpiazzato dalla nostalgia volevo recuperare il tempo perduto. In fondo, per quanto crea guai fosse Lexie, era pur sempre mia sorella e questo andava oltre tutti gli sbagli e i dissapori. La incalzai tirandole delle gomitate fraterne sui fianchi e le chiesi di fornirmi dettagli succulenti. «Si chiama Naom, è più grande di me, ma solo di 2 anni. Ci siamo conosciuti ad una gita in barca e abbiamo fatto sesso, tanto sesso, tanto, ma tanto...» «Okay, ho capito! Prosegui.» ridemmo della mia stessa affermazione, poi Lexie mi raccontò di quanto le piacesse questo Naom e di come fosse sfuggita da una cena di famiglia. E poi aggiunse informazioni sulle loro "sveltine", non so se furono più le facce schifate o divertite che feci, però parlammo tutta la notte senza curarci dell'ora, degli impegni, eravamo solo io e mia sorella. «Sei innamorata?» questa volta fui io a porle la domanda e lei annuì senza esitazioni, sorrise timidamente con le sue guance velate da una rosa acceso. «Come fai ad esserne sicura?» chiesi spostando lo sguardo verso di lei. Lexie scrollò le spalle e mi rivolse un'occhiata veloce per poi riportare gli occhi al soffitto. «Non c'è un vero modo per saperlo. Penso che te ne accorgi in un giorno di sole e sei fuori con gli amici, quando si scatena una pioggia improvvisa e allora sei costretta a correre fino a casa, ma non ti importa se cadi in una pozzanghera, o se i pantaloni nuovi si sporcano di fango. Non ti importa perché sei troppo impegnata a sorridere per il bacio che lui, o nel tuo caso lei, ti ha dato prima di salutarvi.» Lexie si addormentò sul mio cuscino, mi distesi accanto a lei con un braccio sul suo fianco e pensai intensamente alle sue parole.
Se Laren mi avesse baciata (o graffiata) prima di scappare a casa per un improvviso temporale, probabilmente sarei arrivata sorridendo.

N/A
Doppio aggiornamento per farmi perdonare.
Love you guys.

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