Capitolo 23

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Camila's pov

Mi faceva ancora male la testa per la sbronza della notte precedente.
Dopo che Lauren aveva lasciato il bagno, ero rimasta qualche istante a pormi petulanti domande, senza giungere a nessuna risposta. Mi ero guardata nello specchio, avevo colto quel bagliore che era solito attraversare le mie iride dopo essere stata sfiorata da Lauren,  quella luce persisteva, illuminava i miei occhi, metteva in risalto il bianco perla, accendeva il color nocciola, dandogli una sfumatura diversa. Ero rimasta chiusa in bagno per minuti, perché il mio maggior timore era che anche Emily si accorgesse di quella strana luce, che in qualche modo la catturasse e la sua mente avrebbe dato vita a scenari complessi. Non potevo permettere che lo notasse. Lei era la cosa più normale che mi fosse capitata in quei giorni, l'unica persona che mi ricordava la quotidianità. Avevo bisogno di quella naturalezza in un momento di completo caos. Mi sciacquai la faccia con foga, speravo di eliminare quel bagliore con l'acqua, come una gomma cancella gli errori. Mi guardai allo specchio: non era cambiato niente. Gettai un'altra volta l'acqua fredda contro le guance ancora calde e sfregai i palmi su di esse, poi passai il dorso della mano sulle palpebre chiuse e mi guardai nuovamente nel vetro. Non era cambiato niente. Certo non potevo restare dentro al bagno per tutta la sera, perciò ero tornata da Emily e avevo nascosto la mia infedeltà sotto un sorriso ombroso. «Ci hai messo un sacco di tempo!» mi fece notare sporgendosi verso il mio orecchio per soffocare la musica. Mi sedetti sullo sgabello accanto al suo, evitai il contatto fisico e visivo, non volevo tradirmi. «C'era fila.» fissai il palcoscenico davanti a me, i ragazzi avevano appena finito la canzone attuale e si prepararono a cantare la prossima. La musica rallentò, le luci si fecero soffuse e le coppie scesero in pista. Emily mi invitò a ballare. Inizialmente rifiutai dicendo che non ero brava, che mi vergognavo, ma infine mi strattonò per la mano e mi trascinò in pista. Le sue braccia furono dubito attorno al mio collo, le mie scesero lungo i suoi fianchi. Indugiai qualche secondo prima di poggiare i palmi attorno alla sua vita. Emily si spinse verso si me, ritirai i gomiti all'indietro, e il suo corpo entrò a contatto col mio. Era così piccola e fragile che mi sembrava di poterla stringere in una sola mano. Poggiò la testa contro la mia spalla e insieme dondolammo lentamente da una parte all'altra. Mentre accompagnavo Emily in un ballo lento, vidi sbucare Lauren di fronte a me. Era accompagnata da un uomo alto, con le spalle larghe, i muscoli ben definiti si contraevano sotto alla camicia blu. Sollevai leggermente la testa e osservai i suoi movimenti. Rideva con lui, lasciava che quell'uomo la toccasse, si faceva desiderare sotto ai miei occhi. L'uomo l'afferrò per i fianchi e la portò vicino a se, la gamba di lei scivolò in messo alle gambe di lui e danzarono assieme, sfiorandosi e stuzzicandosi a vicenda. Lo sguardo di Lauren volò verso di me, era come se sapesse da sempre dove mi trovavo e con chi. I suoi occhi zampillarono sui miei, si accesero della stessa luce che circondava i miei e anche se eravamo lontane, ballavano insieme. Sentivo una fiamma scorrere lungo tutto il mio corpo. Era come camminare sotto il sole cocente di agosto: la pelle che scotta, i piedi indolenziti, le ginocchia molli, eppure continui a camminare perché  sai che nonostante i fastidi il sole ti aggrada molto più della pioggia. «Vorrei andare a casa.» mormorò Emily nel mio orecchio e la sua voce sottile mi riportò alla realtà, sfocò ogni pensiero e chiarì le immagini davanti ai miei occhi. «Certo.» conclusi sorridendo. Con la mano destra portai la ragazza davanti a me e restai qualche secondo in pista da sola ad osservare Lauren, poi quando non sopportai più la vista di quell'uomo contro di lei, mi allontanai silenziosamente, a capo basso.

Era mattina e come dissi: avevo un gran mal di testa. Mi ero svegliata accanto a Emily, lei era mezza nuda, solo l'intimo in pizzo verde copriva il suo corpo. Non ricordavo più niente da quando avevamo lasciato il locale, solo qualche frammento: eravamo tornate a casa, ci eravamo scolate una bottiglia di vino a testa, la cosa più alcolica che avevamo trovato in dispensa, e poi buio totale. Cercai del tè negli armadietti della cucina, ma riuscii solo a trovare barattoli di cibo scaduto, della cioccolata, caramelle, patatine di tutti i gusti e tonno in scatola. Afferrai una barretta di cioccolato bianco e sprofondai sul divano bianco. Mentre ero distesa sul sofà mi tornò in mente un altro ricordo di quella sera precedente: eravamo proprio sul divano, Emily si stava spogliando e contemporaneamente saltellava sul divano lasciando gli indumenti per la stanza. La maglia era ancora poggiata sopra la lampada di fronte a me. Quando la musica si era fermata Emily si era chinata davanti a me, era venuta verso di me gattonando e montò sopra le mie gambe. Avevo stretto con forza il suo sedere, lei continuava a baciarmi il collo, io affondavo le labbra contro il suo petto nudo. E poi buio. Mi alzai di scatto dal divano, lasciai cadere la cioccolata e portai le mani contro la fronte. Premevo con forza contro di essa, non sapendo se volessi dimenticare tutto o ricordare l'intera notte. Che cos'era successo? Cosa avevo fatto? Ero andata a letto con Emily, proprio la sera che mi ero concessa a Lauren? Intrecciai le dita e premetti con più forza contro la fronte, le tempie pulsavano incessantemente e tutto ciò che riuscivo a ricordare arrivava fino a quel momento, tutto il resto era stato cancellato dalla mia mente.
Il telefono vibrò sul tavolo, corsi a prenderlo prima che si svegliasse Emily. Affrontarla era l'ultima cosa che volevo.

Nuovo messaggio da Papà:
Sono in città. Ti aspetto a casa. Un bacio.

Sorrisi fra me e me. Papà era appena arrivato in città! Non ci potevo credere, finalmente l'intera famiglia era riunita e questo mi riempiva il cuore di gioia. Cancellai il messaggio e notai che l'icona continuava a lampeggiare in alto: c'era un altro messaggio.

Nuovo messaggio da Lauren:
Ti ho vista lasciare il locale con quella ragazza. Non farmi arrabbiare Camila, altrimenti sai cosa ti spetta. Domani ti pentirai di avermi sfidata. Sapessi cosa ho in mente per te...

Oh no, non si  metteva bene.

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