Capitolo 42

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Camila's pov

I suoi occhi erano incollati ai miei, il mio respiro si era bloccato, mentre il suo era​ accellerato visibilmente. La mano di Anne  premeva sulla mia schiena, ma io non sentivo niente oltre al mio battito cardiaco, lo udivo dappertutto nel mio corpo. «Questa é Camila, la figlia del mio futuro marito.» la voce di Anne mi risveglió da quello stato di trans temporaneo e mossi i primi passi avvicinandomi al gruppo. Lauren guardava la donna alle mie spalle con cattiveria, aveva capito di essere stata raggirata e non le piaceva per niente farsi mettere i piedi in testa. «Piacere Amy, sono la damigella d'onore. É un piacere conoscerti, anche se non potrei dire il contrario visto che sei la figlia di suo marito.» si lasciò andare ad una risata ironica, per poi riportare nuovamente il bicchiere alle labbra e sorseggiare il vino. «Lasciala​ perdere.» si intromise una donna, forse la più giovane fra tutte. Dei riccioli rossi illuminavo il suo dolce viso e un abito semplice snelliva la sua figura. «Io sono Tanya, la sorella minore di Anne. Sono qui soltanto per bere, ma comunque é un piacere conoscerti.» la sua mano strinse la mia con decisione e un bel sorriso spuntò sul suo viso mostrando delle fossette carine. «Una curiosità, sei fidanzata?» disse sarcasticamente, ma allo stesso tempo con serietà. Seguí un silenzio imbarazzante, che venne poi rotto dalle risate di Amy e un'altra donna che non si era presentata, perché stava riempiendo il bicchiere di vino. «Ah io...» spostai gli occhi su Lauren, la quale inizialmente mi guardò tenendo le labbra schiuse, infine abbassò lo sguardo sulle sue scarpe e serrò la mascella, come se volesse tenere dentro le parole che spingevano di uscire. «S-si...» balbettai come una stupida. Subito qualche secondo dopo scossi la testa. «No, io non lo sono, o meglio lo sarei, ma non credo. Diciamo che è complicato.» dissi infine deglutendo a fatica. Tanya sorrise piegandosi in avanti, approfittandone per mettere una mano sul mio braccio. «Ho capito, non sei sul mercato.» le altre due donne ci raggiunsero sempre tenendo ben stretti i calico fra le mani. La signora che prima non si era presentata si fece avanti. Aveva un gran carisma, bisognava ammetterlo, ed era molto affascinante. Una di quelle persone che noti a prima vista in una stanza. «Sono Maggie. E non farò la ruffiana come hanno fatto le altre...» si avvicinò al mio orecchio, ma parló abbastanza forte da farsi sentire da tutte. «Ti dirò semplicemente che vedendoti mi viene una gran voglia di scoparti.» tutte la rimproverarono a gran voce. Amy disse che era colpa dell'alcool, Tanya ridendo le disse che non si smentiva mai, mentre Anne l'allontanó con una spinta e le vietó di avvicinarsi a me, ovviamente scherzando. Lauren rimase in silenzio voltando il capo  verso la parete. La mano di Anne, che fin ora era rimasta sulla mia schiena, scivolò lentamente verso il basso, lasciandomi fare il primo passo da sola, come quando si lascia per la prima volta la mano di un bambino che sta imparando a camminare. Gli occhi di Lauren erano  così vicini ai miei, mi ero persa  in quel colore chiaro e vivo, stavo di fronte a lei senza dire niente, semplicemente guardandola e lei faceva lo stesso. Una di loro, non riconobbi chi, tossí pesantemente come per darci una spinta. «Piacere Lauren.» il suo tono era sempre implacabile, il suo portamento pure. Tese la mano verso di me, la mia stringeva la pochette tremante e inoltre le ginocchia erano diventate molli. Temevo che stringendo la sua mano avrebbero ceduto da un momento all'altro. I suoi occhi mi fissavano, non come qualche secondo prima, ma nella stessa maniera che mi osservava quando eravamo a letto: minacciosamente. Mi stava ordinando silenziosamente di fare quello che la situazione richiedeva di fare. «Camila.» dissi con freddezza e afferrai la sua mano nella mia. Respirai profondamente quando le sue dita si unirono al mio palmo, scivolando successivamente sul dorso della mano. Era la stessa presa che aveva attuato nella stanza dei professori, quando mi aveva spinta contro il tavolo e le sue mani avevano toccato il mio corpo e poi si erano intrecciate alle mie. Dio. Sentii una vampata di calore, le guance divennero subito rosse e dovetti ritirare la mano velocemente prima di svenire sul pavimento. «Anne posso parlarti un attimo?»  chiese con gentilezza Lauren, avviandosi nell'altra stanza seguita dalla sua migliore amica. «Vuoi un bicchiere di vino?» domandò Maggie poggiando un braccio intorno alle mie spalle. Anche se avessi voluto non sarei riuscita a rifiutare anche perché mi trascinò via, letteralmente. «Tutte pronte per lo strip-club?» domandò Tanya versandosi un altro bicchiere di vino. «Non è giusto però! Mi portate in un posto per sole lesbiche, ma io sono etero.» si lamentò Amy scolando il vino e versandone un altro po' nel calice. «Non fare la schizzinosa. L'abbiamo messo ai voti.» rispose a tono Tanya dandole una gomitata amichevole. Per quando Amy cercasse di controbattere veniva sempre zittita dalle altre due. Strip-club? A quell'età? Davvero? Okay, la serata non sarebbe andata esattamente come l'avevo immaginata, ma forse stare in un posto pieno di donne nude mi avrebbe distratto da Lauren. «Allora andiamo?» Anne tornò in cucina seguita dalla sua migliore amica. Non potevo permettermi di guardare il suo collo, mi bagnavo solo a vederlo, così abbassai lo sguardo sul bicchiere e lo finii tutto. Anne sembrava abbastanza arrabbiata ma mai quanto Lauren, che nonostante fosse brava a  nascondere le sue emozioni, non poteva sottrarsi al mio sguardo. «Si abbiamo due macchine. Come ci organizziamo?» chiese Amy, che oltre ad essere dolce, era anche molto brilla. «Tu vieni con me. Per il resto fate come vi pare.» sentenziò Maggie prendendomi sotto braccio e rivolgendo un sorriso a tutte le donne nella stanza. «Vengo con voi» mi voltai di scatto verso Lauren, la quale aveva dipinto sul volto un'espressione più che seria, quasi arrabbiata, quasi gelosa. «Bene, allora: io, Anne e Tanya andiamo insieme.» disse Amy già super eccitata e uscì saltellando dalla porta.
Le macchine erano parcheggiate in garage. Anne si mise alla guida della sua, Maggie della nostra. Aprii la portiera anteriore, ma sopra c'era poggiato un regalo che sembrava abbastanza pesante. «Ah, accidenti mi ero dimenticata. Per favore Camila puoi sederti dietro?» mi sedetti sul sedile posteriore dove c'era anche Lauren. Era girata verso il finestrino, le mani incrociate sulle gambe, il vestito era corto e mi permetteva di vedere meglio le sue gambe adesso che ero così vicina a lei. Le stesse gambe che avevano aggrovigliato me durante le notti di passione, le stesse che mi avevano sfiorata sotto le coperte, le stesse che si erano messe a cavalcioni sul mio corpo. «Pronte?» domandò Maggie, ma delle sue risposte, entrambe eravamo troppo impegnate a non guardarci. Sapevamo che un solo sguardo sbagliato sarebbe stato in grado di accendere la passione repressa. «Lo prendo per un si.» disse la donna ingranando la marcia. Il viaggio fu abbastanza lento e silenzioso, se non per della musica che suonava in sottofondo. «Camila, ci verresti mai a letto con me?» la domanda di Maggie provocò il gelo nell'auto. Lauren si voltò di scatto verso la donna guardandola dallo specchietto retrovisore, io feci lo stesso. «Ah io, non credo, no.» un sorrisetto soddisfatto nacque sulle labbra di Lauren, mentre gli angoli delle bocca di Maggie si incurvarono verso il basso. «Non ti piaccio forse? Strano...» lo disse sorridendo come se non fosse abituata ai rifiuti. «E andresti a letto con Lauren?» il mio sguardo scattò verso la donna seduta al mio fianco, lei mi guardò con un leggero senso d'imbarazzo, ma allo stesso tempo di vendetta, come se potesse sbattere in faccia alla sua amica il suo sexappeal. «No.» risposi con fierezza. Il cambiamento nei suoi occhi fu chiaro. Si fece minacciosa, forse anche un po' preoccupata. «Ho chiuso con le donne più grandi.» mentre lo dicevo la guardai dritta negli occhi, notai il dolore riversarsi nelle sue iridi, era come se avesse appena ricevuto una pugnalata, ma allo stesso tempo il coltello avesse colpito anche me. «Qualcuna ti ha fatto soffrire? IO non lo farei mai!» ammise ridendo Maggie. Svoltò a destra, entrando in una via più affollata, la macchina di Anne ci precedeva a passo d'uomo. «Si.» non distolsi lo sguardo da quello di Lauren, ma non miravo al contatto visivo, volevo che i miei occhi scavassero in profondità dentro ai suoi e li facessero male, almeno la metà di quando lei aveva fatto a me. «Mi hanno spezzato il cuore.»
Entrammo nel club tutte insieme. Era un posto grande, con un bar illuminato da faretti al led, donne in topless dappertutto, cameriere con vassoi colmi di bottiglie di alcool.  Amy ed Anne non sapevano dove guardare, sembravano due bambine perse al supermercato. Tanya si era già buttata al bancone degli alcolici dove a servire c'era una donna in topless. «Beh almeno mio marito non sarà geloso» disse Anne sorridendo e afferrando Amy per la mano e portandola verso la pista. Erano già troppo brille per distinguere un corpo femminile da quello maschile. Ci andammo a sedere ad un tavolo dove poco dopo ci raggiunsero le altre. Le amiche di Anne le avevano organizzato una sorpresa inaspettata: mentre scolavamo shot una donna mezza nuda montò a cavalcioni sopra le gambe di Anne e iniziò a strusciarsi addosso a lei, facendola scoppiare a ridere, un po' per la situazione, un po' per l'alcool che entrava in circolo nel suo corpo. Piano piano altre donne arrivarono al nostro tavolo, una andò sulle gambe di Maggie, che probabilmente non aspettava altro da tutta la sera, l'altra venne verso di me. Ricordo di aver sentito le sue gambe contro le mie, delle sue mani dentro ai miei capelli, del suo seno contro il mio corpo e di aver stretto il suo sedere solo per far ingelosire Lauren che era seduta dietro. Avere il suo corpo contro il mio mi aveva quasi disgustata e se non avessi provato più le sensazione che le mani di Laren riuscivano ad accendere dentro di me? «Basta così.» la ragazza venne spintonata poco gentilmente, una figura poco riconoscibile mise i soldi nell'elastico delle sue mutande e poi l'allontanò, prendendo me per il polso e portandomi via. Quando entrammo dentro la stanza rossa, la luce illuminò i tratti di Lauren e allora mi divincolai dalla sua presa e mi allontanai di un passo, pronta a scappare via. Lauren chiuse a chiave la porta dietro di me e tirò le tende, oscurando l'entrata e anche l'uscita. Eravamo in una stanza tappezzata di rosso, con una poltrona di vellutata al centro e le luci soffuse, come diamine sarebbe potuta andare a finire?!  Prese le mie guance fra le sue mani e premette le labbra contro le mie. Appoggiai il palmo sopra il dorso delle sue mani e spinsi con più forza le nostre bocche l'una contro l'altra. I suoi occhi catturavano i miei, la guardavo come se fosse la cosa più bella che avessi mai visto e probabilmente lo era. «Ti piace giocare Camila?» domandò ad un centimetro delle mie labbra, ma non permettendomi di baciarla. Con l'indice premeva sul centro del mio petto e spingeva indietro, fino a farmi cadere sulla poltrona. «Giochiamo allora.» sentenziò infine iniziando a sfilarsi la prima spallina.

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