Camila's pov
Restai immobile sul sedile. Ansimavo irregolarmente contro la pelle nera dell'auto, era rimasto un piccolo alone di umido su di essa. Mi voltai lentamente verso Lauren, le labbra si erano schiuse e seccate, soprattutto agli angoli. «Moglie? Qua..quale moglie?» mormorai sorridendo fievolmente. Quella storia era talmente surreale che non riuscii a trattenere un riso. Forse stavo solo inconsciamente evadendo della realtà dei fatti. «Ex moglie!» specificò la parola "ex" con enfasi e poi terminò la frase in un sospiro che sapeva di rancore. «Quindi eri sposata?» Lauren si postò agilmente vicino a me aiutandosi con i gomiti. Ora riuscivo a capire il suo leggermente affannato e più pesante del solito. «Lo ero, si.» si alzò dal sedile per togliersi i capelli da dentro la maglietta e gli fece sventolare liberi sulla schiena. I capelli lisci le donavano un riflesso dorato alla faccia, mettevano in risalto i suoi lineamenti e guardarla era un omaggio. «Comunque non era niente di importante.» «Ma che dici?» la colpii sul braccio con un pugno scherzoso, ma preciso. Appoggiai la guancia contro il palmo della sua mano e la guardai da sopra. Era così bella. Se qualcuno l'avesse vista dalla mia prospettica, distesa sotto le proprie braccia, con gli occhi glauchi e i capelli diramati sul sedile. In quel momento avrei voluto avere l'abilità di un pittore e giuro che l'avrei immortalata sulla tela, ma nemmeno un grande artista avrebbe potuto renderle giustizia, non in quell'istante. «Non puoi dire che sei andata sull'altare e poi uscirtene con un: "Non era niente di importante."» la presi in giro con una voce diversa e risi serenamente, poi scostai i capelli su una spalla e gli feci oscillare vicino alla pancia della Jauregui. «Ma è vero.» scrollò le spalle con noncuranza, la sua mano accarezzò i capelli cascanti sopra di lei, poi si fermò sulla punta e giocò con essa dolcemente. Alcune volte mi chiedevo se fosse la stessa persona, quante sfumature aveva? Quante mi era concesso scoprirne? «E' stato un matrimonio banale, frivolo e anche molto corto.» rise della sua stessa battuta, non distaccò per un secondo i suoi occhi dai miei ed io non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo. «E' scappata quando si è accorta con quale persona si svegliava accanto.» lasciò scivolare i capelli fra le dita, essi si modellarono secondo la forma che lei li diede: avevano un leggero ricciolo sulla punta. «E' da quel momento che hai deciso di non volere più relazioni stabili?» quando le parole lasciarono la mia bocca Lauren rise quasi offesa. Si voltò verso il finestrino, la luce del sole le disegnò sul viso delle ombre sfocate, tornò a guardarmi quando ebbe finito di ridere. «No. Non ho mai avuto relazioni stabili, nemmeno quando ero spostata dirigevo una vita sentimentale monogama.» scosse debolmente la testa, forse pensava che io non fossi in grado di capire e credo che da una parte abbia ragione. Non riuscivo a capire come una donna decida di sposarsi se conosce la sua natura e i suoi istinti, se sa di non poter essere fedele. «Fai sesso solo con me, oppure c'è un'altra?» Lauren inspirò profondamente, il petto le si gonfiò come un palloncino e poi l'aria uscì tutta d'un fiato. Si scostò da sotto di me e si mise a sedere, poggiando la testa contro il finestrino. «Questi non sono affari tuoi.» si portò la gamba vicino al busto e distese l'altra lungo i sedili. Ritirai la testa all'indietro come se qualcuno mi avesse appena colpita con un destro micidiale. Ero ancora nuda, ma improvvisamente desiderai rivestirmi, coprirmi dalla sua vita. Odiavo l'idea che i suoi occhi si posassero su un altro corpo, che altre mani toccassero il suo. Per un secondo mi vergognai di essermi spogliata per lei. «Che stai facendo?» chiese. Seguiva meccanicamente ogni mio movimento, da come agganciavo il reggiseno, al modo in cui rimettevo la maglietta, a come i jeans scorrevano lungo le mie gambe. «Mi sto vestendo.» constatai e finii di indossare i vestiti, coprendo la mia nudità. «Perché? Oh andiamo, te la sei presa.» scivolò in avanti accostandosi a me, mi schiacciai contro il finestrino e negai l'evidenza. Mi chiuse in una gabbia con le sue braccia. Allungò il collo verso di me e passò le labbra, dapprima inumidita, sopra la mio collo. Mi irrigidii subito, tesi le braccia contro i sedili e ci piantai le unghie. «Camila, fai la bambina offesa? Eh?» parlava maliziosamente a bassa voce, le sue labbra sfioravano ogni centimetro della mia pelle. Passava dal collo al mento, dalle guance già accaldate alle palpebre e si spostava vogliosamente su di me, strusciando appositamente il suo corpo contro il mio. «Vuoi sapere se tocco altre persone così?» spinse due dita contro il tessuto dei pantaloni, automaticamente spinsi più a fondo le unghie dentro ai sedili e mi schiacciai maggiormente contro il finestrino. «Vuoi sapere se bacio altre persone così?» si avvicinò pericolosamente alle mie labbra, prima le baciò tutte attorno, poi le protese al centro, ma le sfiorò solamente, lasciando il suo sapore sulla mia bocca. Sorrise quando mi leccai le labbra, ed imitò il mio gesto redendo rosse le sue. Sembrava una mela colorita e succosa pronta ad essere mangiata. «Desideri sapere se guardo altre persone?» passò il dorso della mano dalla mia fronte alla mia guancia, fino al collo. Si fermò in un punto impreciso e mi baciò sul petto, rendendo il mio copro completamente un brivido. Le sue dita si muovevano ancora contro i miei pantaloni, ogni fibra del mio corpo pulsava sotto il suo tocco e lo ammetto, sarei anche potuta venire se mi fossi lasciata andare, abbandonata a lei, ma non glielo permisi e rimasi rigida. «Vuoi sentirti dire che sei l'unica studentessa che mi fotto? Sei l'unica Camila, per ora.» sorrise sull'ultima parte della frase, ma non mi toccò molto la sua avvertenza. Sapevo che doveva ribadire ogni volta il suo potere, sentirsi lei al comando e farmi sentire una pedina intrappolata in un gioco troppo grande. Quella era un'altra sfumatura di Lauren e l'avevo accettata ormai, anzi a volte mi piaceva. «Per ora eh?» dissi sorridendo e scuotendo la testa, lei sorrise di rimando e mi afferrò con forza per le spalle e in un secondo mi trovai sotto di lei, la sua mano era dentro le mie mutande e i vestiti volavano disordinatamente nella macchina. Gli indumenti sembravano piccoli coriandoli lanciati al vento e più colori si mischiavano nell'aria, più le nostre risate risuonavano con forza.

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Indecent |CAMREN|
FanfictionSTORIA NON MIA! La storia originale appartiene a @RedSara e la ringrazio per avermi dato l'onore di riadattarla in versione Camren! Love you! Trama: Era tutto nuovo per me...ancora non sapevo di vivere la storia più emozionante della mia vita.