Nella struttura di vetro e metallo, illuminati dalle torce e dalla flebile luce della luna calante, i Radiati si preparavano in silenzio alla battaglia. Respirando l'aria carica di elettricità indossavano le armature di cuoio e in piccoli gruppi uscivano diretti verso l'armeria. Tander li osservava mentre si davano colpi sulle spalle oppure si scambiavano parole d'incoraggiamento. Non era di certo la prima volta che si preparavano ad uno scontro, ma quella volta non avrebbero dovuto solo proteggere le loro vite, ma anche quelle di tutti i Radiati che non potevano combattere. Bambini, anziani, uomini e donne che non potevano partecipare allo scontro erano stati mandati nei sotterranei del palazzo di marmo, o com'era chiamato dagli Omega, l'Agorà, con alcuni soldati a proteggerli.
Se lo scontro fosse finito male, non avrebbero avuto nessuna via di scampo.
La doppia porta si aprì di nuovo, non per far uscire nuovi soldati, ma per far entrare Andromeda: il volto, solitamente fiero, era solcato da rughe di preoccupazione, mentre la carnagione era sempre più pallida. Raggiunse in poche falcate Tander, il quale era intento ad allacciarsi le fibbie degli stivali neri. Senza guardarlo negli occhi gli porse la mitragliatrice e le munizioni che gli avevano sequestrato diverso tempo prima. Il ragazzo prese l'arma per il calcio e l'appoggiò sulla spalla, avvertendo il peso familiare e il freddo del metallo quasi rassicurante.
<<Pensavo che ne avessi bisogno, visto che hai intenzione di combattere.>>
Tander fece segno di sì con la testa, assicurandosi che l'arma fosse in buono stato. Andromeda continuò a fissarlo aspettando che aggiungesse qualcos'altro, ma visto che non sembrava volesse parlare, cercò di spronarlo.
<<Perché lo fai? Cosa vorresti dimostrare?>>
Il ragazzo smise di controllare l'arma da difetti inesistenti e posò gli occhi cerulei in quelli scuri della Radiata.
<<Non voglio dimostrare niente. È mio dovere, in quanto soldato, proteggere la gente. Ed è mio dovere, in quanto uomo, fare ciò che è giusto.>> nei suoi occhi baluginò, per un singolo istante, una scintilla, ma che significato potesse avere, Andromeda non riuscì ad interpretarlo.
Bloccando sul nascere una nuova domanda della Radiata, Tander la zittì, ponendone una lui stesso:<<Tu cosa farai? Resterai con Landon o combatterai?>>
Landon, quello scellerato, si era fatto colpire in pieno per proteggere Andromeda e in quel momento era in infermeria a riprendere le forze con una bella sutura sulla schiena. Le sue proteste sul voler combattere si erano spente molto velocemente quando la Radiata lo aveva minacciato di legarlo e di confinarlo nei sotterranei insieme alle altre persone. Diciamo che non era troppo entusiasta di tornare di nuovo sottoterra.
<<Io proteggerò le persone che amo.>> Gli occhi di Andromeda divennero lucidi e, prima che Tander potesse reagire in alcun modo, lei si girò e corse fuori dalla struttura.
Complimenti Tander, migliori sempre di più nei rapporti con le persone!
Scacciando la vocina dalla sua testa, il ragazzo si infilò il casco e si diresse verso la doppia porta. Nel breve tragitto tra il suo lettino e l'uscita sentì su di sé gli occhi di ogni singolo soldato nella stanza. Alcuni li aveva conosciuti durante gli allenamenti e i loro sguardi bruciavano molto meno in confronto a quelli dei soldati più anziani, che consideravano lui e Landon i colpevoli di quella situazione.
Colpevoli. Colpevoli di averli protetti. Colpevoli di aver cercato di integrarsi nel clan. Colpevoli di essere stati rapiti. Colpevoli di essere nati dal lato sbagliato del fronte.
Tander poggiò una mano sul tastierino per aprire la prima porta, ma delle dita strinsero con forza la sua spalla.
Ecco, magari alcuni Radiati avrebbero colto l'occasione per vendicarsi, per punirlo in qualche modo, per sfogare la loro rabbia. Ma quando si girò, pronto a ricevere un colpo in pieno viso, Tander rimase sorpreso nel vedere i volti di Kaden e Vris, i due Radiati con cui aveva stretto di più in quelle settimane e che l'avevano aiutato a portare Landon in infermeria poche ore prima.
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Radioactive
Science FictionTu. Fermati, adesso. Smetti di fare qualunque cosa ed inizia ad immaginare. Immagina una guerra nucleare dalle conseguenze apocalittiche. Immagina la popolazione mondiale sopperire a causa delle radiazioni, delle malattie, delle carestie. Immagina a...