3 La Superficie

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Erano tutti senza parole.

Nessuno fiatava.

Cosa potevano mai dire davanti a quello che si mostrava ai loro occhi? Tander non aveva mai visto nulla del genere, non sarebbe neanche riuscito ad immaginare un panorama simile. Voleva togliersi gli anfibi e toccare l'erba che ricopriva il terreno. Voleva togliersi i guanti e lasciare la mitragliatrice che aveva fra le mani per poter toccare l'edera sugli alberi. Voleva togliersi il casco e i respiratori per poter sentire l'odore dell'aria fresca. Voleva mandare tutto al diavolo e mettersi a correre per scoprire cosa celavano i vecchi edifici distrutti che spuntavano dalla boscaglia lì vicina.

Voleva, ma non poteva.

Per pochi secondi dimenticò che ogni cosa, ogni molecola, ogni atomo di ciò che lo circondava lo avrebbe ucciso. Era tutto terribilmente sbagliato. L'aria, seppur fresca e frizzantina, accompagnava con sé una leggera bruma grigiastra insalubre; l'erba era di un verde troppo intenso e brillante; gli edifici logori che si stagliavano all'orizzonte sembravano nascondere oscure presenze. L'attrazione per lo sconosciuto l'aveva in qualche modo destabilizzato e, con un'occhiata ai suoi compagni, capì di non essere l'unico. Erano tutti giovani, sulla ventina, e avevano trascorso ogni singolo giorno della loro vita sepolti in un caveau sotterraneo di cemento armato. Non conoscevano tutti quei colori, non conoscevano gli alberi, l'erba, le piante. Non conoscevano il cielo. Non erano più circondati da pareti grigie e fredde: l'infinito si estendeva attorno a loro. Per un secondo, un solo secondo, Tander si sentì libero. Si sentì veramente libero e senza confini.

 Ma un secondo dura solo un secondo.

Il generale Donald si girò verso la sua squadra e la sua voce suonò nelle loro orecchie tramite i microfoni impiantati nei caschi:<< Questa zona è sicura e monitorata da telecamere nascoste in tutto il perimetro. Il nostro compito è di esplorare le rovine che si trovano oltre la boscaglia. Non troverete dolci fatine dei boschi là dentro: ricordatevi che la Terra è cambiata. La natura è cambiata. Tutto ciò che là dentro è vivo vi ucciderà senza pensarci due volte. E da morti mi servite a ben poco, per non parlare di tutte le scartoffie che dovrò compilare se qualcuno di voi ci rimette le penne. Troveremo sicuramente dei Radiati, molto probabilmente si nascondono negli edifici. Quando li incontreremo non esitate a sparare. Se aspettate un solo secondo prima di premere il grilletto, vi ritroverete a terra con una freccia ben piantata nel cuore. Ora muovetevi!>>

Con le sue incoraggianti parole, il Generale si girò ed iniziò ad avanzare sul prato diretto nel folto del bosco. I giovani soldati, più per inerzia che per coraggio, seguirono il Generale cercando di pensare il meno possibile a cosa li aspettasse. A passo di marcia attraversarono il prato e non appena gli alberi crearono una fitta rete sulle loro teste, piombarono nel buio. C'era qualcosa di estremamente inquietante. I loro caschi si attivarono automaticamente, sensibili ai cambiamenti di luce, e sulla visiera comparve una mappa a raggi X che mostrava cosa il buio stava loro celando.

Il terreno era umido e la flora che creava il breve tratto di bosco era ricoperta da gocce d'acqua, a testimonianza delle piogge acide che erano cadute durante la settimana. Le felci più alte ondeggiavano, accompagnando le gocce d'acqua lungo il loro declino verso il suolo, mosse dal vento, o da creature nascoste tra le ombre. Stranamente, la luce del sole non arrivava al sottobosco, bloccata dalla fitta rete di arbusti che ammantavano la foresta in modo da creare una sorta di sottomondo, isolato, insalubre. La mancanza di luce aveva portato alla nascita, o forse alla mutazione, di varie specie bioluminescenti, appartenenti sia alla flora che alla fauna. C'erano piccole falene, le cui ali erano di un acceso verde-giallo, e costituivano una delle miserevoli fonti di luci, senza le quali (e sopratutto senza i caschi) non avrebbero saputo distinguere i loro piedi dalle rocce sul terreno.

Se prima i soldati erano stati accecati dalla luce del sole, adesso invece erano sprofondati in abissi così scuri a cui potevano paragonare solo i più intricati meandri della loro mente.

Se prima i soldati erano stati accecati dalla luce del sole, adesso invece erano sprofondati in abissi così scuri a cui potevano paragonare solo i più intricati meandri della loro mente

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 I soldati erano divisi in due file, perfettamente allineati e attenti a rispettare gli spazi: dove metteva i piedi il primo della fila, così il resto a seguire lo copiava. Era un ottimo metodo sia per non disperdersi che per evitare pericoli... o per beccarli in pieno – questo a seconda della fortuna. Caso vuole che uno dei capifila fosse particolarmente sfortunato: mise il piede in una piccola pozza d'acqua – o per lo meno pareva essere acqua- dalle sfumature verdognole e lanciò un urlo agonizzante. Dalla sua gamba partì una lingua di fuoco che gli ustionò tutto il polpaccio. Il soldato dietro di lui iniziò a battergli le mani guantate sulla coscia cercando di spegnere le fiamme mentre il capofila continuava a lanciare urli. Poi però smise. Smise quando il generale gli piantò un proiettile nel petto. Non ci era voluto molto.

Restarono tutti fermi, allibiti, e anche un po' spaventati. Nessuno parlò, solo il soldato che aveva cercato di spegnere le fiamme si rivolse al Generale:<< Perché lo ha ucciso? Le fiamme si stavano spegnendo, sarebbe potuto sopravvivere!>> La sua voce era tremolante, carica di rimprovero verso il Generale, anche se velata dal terrore, e risuonò forte e chiara nei caschi di tutti.

Il generale Donald, né si scusò per il proprio gesto né rimproverò la recluta per il suo tono accusatorio verso un superiore. Disse semplicemente:<< Urlava troppo, avrebbe attirato attenzione. Ora però tu prenderai il suo posto come capofila.>> detto questo si voltò di nuovo e continuò ad avanzare nel buio. Il nuovo capofila rimase per qualche secondo fermo e interdetto, fissando il corpo morto del giovane soldato non sapendo come comportarsi. Con una stretta al cuore però, si voltò per mettersi in pari e raggiungere la prima fila che si trascinava dietro il Generale. Tander invece, che chiudeva la seconda fila, rimase immobile a fissare il corpo semi ustionato del giovane soldato. Conosceva quel ragazzo, solo di vista e di lui sapeva solo il suo nome: Brady James. Abbandonò il corpo di Brady, evitando con cura di soffermarsi troppo sul sangue che grondava dalla ferita, e con gli occhi seguì la scia del liquido verdastro fino alla sua sorgente: erano dei funghi di un blu brillante, che dalle loro lamelle facevano sgorgare dei piccoli fiotti del liquido incendiario.

La natura è cambiata. Tutto ciò che là dentro è vivo vi ucciderà senza pensarci due volte.

Con un balzo Tander si allontanò dai funghi e con veloci falcate raggiunse la sua fila, prima che qualcuno potesse notare la sua assenza.

Erano passati 10 minuti da quando erano usciti in Superficie. Erano usciti in 8. Adesso erano 7. Tander sarebbe riuscito a tornare sotto terra vivo?


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