24 Resti

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Ajax era in ginocchio nella piccola radura antistante all'Agorá. Sentiva le varie parti del corpo bruciare nei punti in cui era stato colpito e un mal di testa incessante lo confondeva più di quanto già non fosse.
Avevano vinto? Sì, no,forse?
Gli umani si erano ritirati poco dopo la caduta del bombardiere.
Questo voleva dire che avevano vinto.
Ma la posizione del campo era stata svelata, la recinzione distrutta e parte dell'Agorá era stata diroccata e incendiata.
Forse non avevano vinto.
Dieci scomparsi. Quarantasette feriti. Ventitre morti.
No, avevano perso.
Avevano senz'altro perso: Akiva, la futura Capoclan era scomparsa, e insieme a lei moltre altre persone, tra cui anche i due umani. Non che ad Ajax importasse molto di loro, ma Atreo si fidava di loro. Atreo... aveva visto fin troppo bene quando l'anziano capo si era buttato sulla bomba per impedire che l'esplosione uccidesse sua nipote e l'umano. Si era sacrificato per salvarli.
Una lacrima scese lenta sul volto del Radiato, portando con se la cenere, lo sporco e il sangue, ormai attaccati alla pelle.
Il sacrificio era stato vano. Ajax aveva visto con i suoi stessi occhi i corpi dei ragazzi perdere conoscenza nell' esplosione ed essere tascinati via dagli umani.
La lacrima finì la sua corsa, atterrando pesantemente su una pagina tutta bruciata che era volata sotto di lui.
Ajax alzò la testa verso l'Agorá, ancora fumante. Alcune stanze, in cui gli umani erano riusciti ad entrare erano state distrutte e tra queste c'era anche la biblioteca. Ora l'immensa sala, patrimonio della conoscenza e testimonianza del passato, non era altro che un cumulo fumante di cenere e detriti.
Non era una vittoria.
Quell' attacco, quel maledetto attacco era costato loro molto. Avevano perso tanto. E ora il clan si ritrovava solo, scoraggiato, sconfitto, e senza una guida. E senza Akiva.
Lui era solo senza di lei. Era la sua forza, il suo coraggio. La sua migliore amica e il suo unico amore.
Si era innamorato di lei quando aveva avuto 12 anni.
Molti non capiscono quale sia il momento in cui si innamorano di una persona, ma Ajax ricordava fin troppo bene quel momento.
10 anni prima, quando erano entrambi dei ragazzini, si erano interstarditi sul voler andare a caccia come tutti gli altri, come i grandi. Volevano dare il loro contributo al clan, ma soprattutto, volevano dimostrare la loro forza. Dopotutto erano i più bravi del corso di addestramento, che cosa sarebbe mai potuto andare storto?
E così una mattina partirono di nascosto, alle prime luci dell' alba, scalando le mura con un arpione che lui stesso aveva costruito. Si sentiva così fiero quando l'attrezzo funzionò a dovere, facendoli superare l'unica barriera di sicurezza che li separava dai pericoli della natura selvaggia e mutata.
Vagarono per i boschi bui, ammazzando qualche lepre, e seguendo le orme di un cervo. Peccato però che qualcosa stesse braccando loro.
Videro la pantera soltanto all' ultimo secondo, quando si fiondó fuori dall'oscurità e con le zampe artigliate atterrava sopra Ajax, sbattendolo a terra. Ricordó benissimo il dolore degli artigli affondati nella carne. La paura della morte. Gli occhi verdi come smeraldi. Le zanne coperte di bava pronte a lacerargli la pelle.
Ogni singolo particolare era vivido nella sua mente anche a distanza di anni.
Poi, il suono di una lancia che impatta neĺ pelo dell' animale, e il cadavere che cade pensante sul suo petto. Un sospiro, il sollievo di essere ancora vivo.
Era vivo solo grazie ad Akiva, che aveva ucciso l'animale proprio quando quest' ultimo stava per uccidere lui.
E fu nel momento in cui posó gli occhi su di lei, completamente sconvolta e selvaggia, che si innamorò. La ragazza che gli era stato accanto per una vita e che gliela aveva anche salvata.
Ma ora lei non c'era. Era scomparsa, forse morta.
Ajax si alzò osservando i supersiti attorno a lui correre da una parte all'altra indaffarati, mentre cercavano di salvare il salvabile.
In una parte del campo erano stati raccolti i morti, umani e Radiati separati, mentre dalla parte opposta coloro che erano stati radunati sotto l'Agorá si guardavano attorno spaesati, leggendo in ogni solco del terreno ciò che poche ore prima era accaduto.
Chi avrebbe guidato quella gente? Dove sarebbero andati? Chi li avrebbe aiutati?
Alcune esclamazioni di sorpresa catturarono l'attenzione di Ajax che portò subito lo sguardo verso le mura abbattute.
Gli Alpha erano tornati di nuovo. L'Orso Bianco era lì che lo fissava, scavando nelle profondità della sua anima alla ricerca di qualcosa, di una sua esitazione, affinché potesse prendere le redini della situazione.
Ajax non si oppose.
Strinsero un tacito accordo, l'unico modo che Ajax aveva di salvare quello che rimaneva degli Omega.
Ancora non sapeva cosa sarebbe stato di loro,ma forse, con l'Orso Bianco come guida, avrebbero avuto una minima possibilità di sopravvivenza.
E se lui fosse sopravvissuto avrebbe avuto la possibilità di trovare Akiva, oppure di vendicarsi della sua morte.

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