32 There's a revolution coming

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Nei capitoli precedenti:

  <<Secondo la Carta delle Leggi, stilata durante la costruzione dei Siti affinché si potesse garantire una vita giusta nel nome della legge, chiunque si ribelli al Sito e ai suoi organi, mettendo in pericolo i suoi abitanti e i suoi soldati, sarà dichiarato traditore. Di conseguenza, la pena sarà la morte.>> 

. . . 

 Asimov sostenne lo sguardo. Per quel che potè. Ma capiva appieno ciò che il ragazzo aveva voluto trasmettergli.

Se solo avesse saputo quanto la sua condizione fosse difficile.

I soldati però iniziarono a spingerli fuori dalla stanza per ricondurli ai piani inferiori. Lì avrebbero aspettato la loro condanna, che si sarebbe tenuta il giorno successivo.

Se solo avesse potuto fare qualcosa...

Si girò dietro di lui, e posò il suo sguardo su Catos. Lui era rimasto nell'ombra, silenzioso per tutta la durata del "processo". In quel momento il suo sguardo era triste, perso in lontani ricordi.

<<Jahr...>> il vecchio soldato posò i suoi occhi in quelli del Presidente. <<Sorveglierai tu i prigionieri questa notte.>>

L'uomo drizzò la schiena, e muovendosi il suo uncino brillò sotto la luce a neon. Una scintilla gli attraversò gli occhi. Asimov sapeva esattamente di cosa si trattasse.

. . .


<<Potete andare.>> disse Jahr ai sottoufficiali che sorvegliavano l'entrata all'area di quarantena. I due controllarono lo schermo accanto alla porta che recava i turni di guardia: per quella notte era stato inserito il nome "Catos Jahr". Così dopo aver lanciato un'occhiata veloce all'uomo con l'uncino, si staccarono dalle loro postazioni per attraversare uno dei tanti corridoi che costituivano l'immenso labirinto del Sito.

Mantenendo la sua solita postura composta, l'uomo entrò oltre la pesante porta d'acciaio e chiudendosela alle spalle. Il suo cuore palpitava, spingendo il sangue e l'adrenalina lungo tutto il corpo. Egli infatti aveva paura. Temeva che qualcosa sarebbe potuto andare storto. Che non sarebbe riuscito a liberare i "criminali".

Il Presidente gli aveva offerto una possibilità assegnandogli il posto di guardia, ma sarebbe toccato a lui fare del suo meglio affinché il piano potesse riuscire.

Non era la prima volta che faceva evadere di nascosto qualcuno dal Sito, ma quella volta non era importante soltanto per il destino dei Radiati e degli umani. Era importante anche dal punto di vista personale.

Se fosse riuscito a salvarli allora avrebbe mantenuto la promessa che aveva accolto anni e anni prima. La stessa promessa che aveva fatto a Cale e Vincent prima che morissero. La promessa che avrebbe protetto Tander.

La loro morte era stato il momento più drammatico di tutta la sua vita. Ricordava ogni particolare del giorno in cui accadde.

Attraversò il corridoio passando davanti a diverse stanza vuote, finché non giunse davanti al pannello di vetro che lo separava dalla cella in cui era stato rinchiuso il ragazzo.

Nei suoi occhi esplodeva la stessa tempesta che infuria in quelli della madre 16 anni prima. Si concesse un momento per guardarli, e così fu risucchiato violentemente dal passato, atterrando violentemente a quel dannato giorno in cui aveva perso i suoi due migliori amici.

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