20 Scovati

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<< Si è fatto più tardi del previsto>> la voce di Andromeda era velata dalla tensione. <<A quest'ora saremmo già dovuti essere arrivati al campo, ma no! Dovevi proprio incocciarti nel seguire le orme di quello stupido cervo, nonostante ci sia già sfuggito questa mattina. E qual è stato il risultato di tutto ciò: ci siamo persi, ci siamo stancati inutilmente per ritrovare la strada e ora non si vede più niente perché è notte! Complimenti! >> il tono della sua voce si andava via via alzando, fino a diventare stridulo.

<< Senti, non avevo intenzione di creare tutto questo disagio, ma se avessimo preso quel dannato cervo avremmo riportato più scorte al campo. Cibo, capisci? Per la tua gente! >> Landon piantò i piedi nel bel mezzo del sentiero, enfatizzando con gesti scomposti delle braccia la sua posizione.

<< La mia gente? Parli come se non facessi parte del clan>> ora la Radiata sembrava sinceramente offesa e colta sul vivo.

<< Sì, la tua gente. Passare due settimane in un campo di Radiati non fa di me, o di Tander, un Omega. Non conosco le vostre usanze, ma di certo io e Tander non apparteniamo alla vostra tribù.>>

<<E perché non dovreste?>> Andromeda si era fermata a sua volta e fissava duramente il casco metallizzato. <<Condividete il nostro cibo, le nostre strutture, la biblioteca! Per non parlare del tempo che passate con Akiva, Demi, Gliss e Bete!>>

<< Appunto Andy, io e Tander passiamo del tempo con cinque Radiati su quanti? Trecento? Tu non capisci, gli altri ci odiano. Non potremmo mai essere accettati dagli Omega. C'è una fottuta guerra in corso e si dà il caso che noi apparteniamo a due fazioni diverse. Per quanto pensi potesse durare questo stupido teatrino?>> ora Landon stava quasi urlando, mentre il respiro si faceva più corto e sentiva un dolore al centro del petto, come se qualcuno lo avesse aperto e lo stesso riempiendo con dei massi. Sapeva che quelle parole facevano male, tanto ad Andromeda quanto a lui stesso.

<< Stai... stai forse dicendo che tutto il tempo che abbiamo passato insieme – io e te – sia stato tutto una messa in scena?>> lo sguardo di Andromeda in quel momento passò dall'arrabbiato, all'offeso, al deluso e infine si fece infinitamente triste. L'aveva ferita, forse in modo irreparabile.

Guardando quegli occhi scuri che si perdevano nella notte, Landon lasciò che la collera lo abbandonasse e alzò una mano per posarla sulla guancia di Andromeda per consolarla. Ma non ci riuscì.

Ad interromperlo fu un bramito sonoro che li distrasse. Entrambi si girarono per fissare il cervo che aveva i suoi occhi luminosi su di loro. A differenza di quella mattina, l'animale non era per niente intimorito, anzi, stava cercando di comunicare con loro.

Landon e Andromeda dimenticarono momentaneamente il litigio e guardarono la creatura che batteva nel fango gli zoccoli in modo violento e scuoteva la testa facendo ondeggiare i palchi giganteschi.

<<Vuole dirci qualcosa>> la Radiata si avvicinò cauta, allungando la mano, tentando di sfiorarlo. Ma il cervo si ritrasse velocemente bramendo, disperdendo nell'aria fredda una nuvoletta di vapore. Poi scomparì, così com'era comparso, nel buio totale della foresta.

<<Ma che...>> Landon iniziò ma Andromeda lo zittì subito fissando il punto in cui era scomparso. Il ragazzo seguì il suo stesso sguardo, mentre il corpo della Radiata si irrigidiva avvertendo il pericolo imminente. A circa sessanta metri da loro, perfettamente nascosti nell'ombra c'era un gruppo di militari umani che indossavano la stessa armatura di Landon.

Ci fu un momento in cui entrambe le parti si fissarono. Poi finì.

<<Corri!>>

Andromeda e Landon si fiondarono nella vegetazione, lasciando cadere le provviste e che i loro piedi percorressero il terreno ad una velocità incredibile, lanciando degli sguardi alle loro spalle.

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