7 Nuovi alleati?

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Avete presente i trapani? Sì, esatto, proprio quelli. Beh, adesso immaginate di averne uno in testa, continuamente in funzione. Ecco, Tander si sentiva così, e guardando Landon steso accanto a lui, immaginava che provasse la stessa cosa. La testa era un continuo pulsare, avevano le bocche secche e il collo prudeva dove erano stati colpiti. Tander voleva massaggiarsi la testa, ma con il casco era impossibile: non potevano toglierlo o i gas nocivi avrebbero bruciato loro i polmoni. Quando il dolore alla testa si attenuò leggermente, i ragazzi provarono a guardarsi intorno. Non avevano la minima idea di dove si trovassero. Tander aveva perso i sensi alcuni minuti dopo che il Generale aveva cercato di ammazzarlo per non permettere ai Radiati di acquisire informazioni importanti sul Sito e sugli avamposti. Perché erano stati rapiti per quel motivo, giusto?

<<Ehi amico.>> Landon si mise a sedere e strinse le mani attorno al casco. Attraverso il microfono Tander riuscì a sentire i gemiti di dolore del compagno e anche tutte le bestemmie che seguirono.

<<Hai idea di dove ci troviamo?>> chiese guardando le pareti di cemento e le luci a neon che li circondavano. Erano fin troppo familiari. Per un momento si chiese se quello che era successo non fosse stato un sogno. Se si trovasse ancora nel Sito. Poi però il pulsare alle tempie lo riportò brutalmente alla realtà.

<<Allora parli. Penso che questa sia la prima volta che ti sento parlare dopo anni!>>Landon rise, ma con la gola secca gli uscì più un latrato.

Una porta che non avevano ancora notato si aprì ed entrarono due Radiate con in mano delle scimitarre. Avevano i volti minacciosi, ma anche familiari. Erano le stesse che li avevano drogati e rapiti.

<< Era ora. Il vostro pisolino è durato 12 ore. Ora alzatevi.>> disse una. Avevano entrambe il fisico alto e slanciato, tipico dei Radiati. I capelli erano una massa di dreadlock biondi, chiari come gli occhi azzurri. Erano uguali. Erano gemelle.

Gli umani si alzarono, senza fare discussioni, entrambi consapevoli di chi avrebbe vinto in un eventuale corpo a corpo. Avevano le braccia molli distese lungo i fianchi e le gambe non reggevano il loro peso. Le due Radiate si accostarono a loro e premettero il metallo freddo sulle loro schiene, incitandoli ad andare avanti. Una volta usciti dalla stanza, Tander si aspettava un corridoio grigio illuminato da sfarfallanti neon. Invece si trovò avanti ampie pareti rivestite di velluto rosso e illuminate da grandi candelabri. Fece scorrere gli occhi in ogni angolo, studiando quel luogo così nuovo e inusuale per i suoi occhi.

Raggiunsero presto una stanza enorme, di marmo, con statue e lucernari ad ogni angolo. A riempire la stanza però non c'erano solo la mobilia o le suppellettili. C'erano anche i Radiati. Tanti Radiati. Erano circa un centinaio tutti radunati attorno ad un trono di marmo ricoperto da una pelliccia scura a strisce verdi di una tigre di giada.

Sul trono sedeva un uomo anziano, dalla pelle con una sfumatura di verde più intensa, gli occhi verdi, i capelli e la barba bianca. Si lisciava il mento fissando un punto indefinito della stanza, assorto nei suoi pensieri. Non appena il mormorio che seguì l'entrata dei due soldati nella stanza si fece più inteso, il vecchio si riscosse e posò i suoi occhi acquosi su di loro. Un lieve sorriso increspò le sue labbra. Posò le mani nodose sui braccioli e si diede una spinta per alzarsi.

<<Umani, benvenuti!>> entrambi i ragazzi si fermarono al centro della stanza, davanti al trono rialzato.

<<È uno scherzo?!>> le parole sfuggirono di bocca a Landon, il quale, se non avesse avuto il casco in testa e le mani legate, se le sarebbe portate sulle labbra per tapparsele. Tander avrebbe tanto voluto picchiarlo in quel momento, ma resistette, pensando di non dover aggravare la situazione, più di quanto già non fosse.

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