10 Cambiamenti

69 19 18
                                    



Il trono di marmo era vuoto, così come la stanza che lo accoglieva. L'aria riempiva il vuoto lasciato dai Radiati che si erano tutti trasferiti nel corridoio antistante alla camera del Capoclan. Dopo che era svenuto, Atreo era stato condotto immediatamente nelle sue stanze e un guaritore l'aveva raggiunto. Erano dentro da ore. La preoccupazione cresceva e tra i Radiati si diffondeva la voce che il Capoclan fosse malato. Alcuni già iniziavano a pensare ad eleggere un altro successore, altri invece pregavano e basta, seduti sulle caviglie e con le ginocchia a terra e il capo chino.

Garrett, Akiva, Andromeda e Sirio, padre di quest'ultima e fratello minore di Garrett, aspettavano dietro l'enorme porta bianca, i volti segnati dalla preoccupazione o dallo spavento, oppure lividi di rabbia, come quello di Sirio, che con i suoi occhi gelidi continuava a fissare Tander come se volesse dargli fuoco. Le voci che giravano tra i Radiati includevano anche lui: infatti si diceva che il malessere di Atreo fosse colpa sua, o addirittura che fosse stato lui a colpire il Capoclan. Nonostante  Akiva e le gemelle avessero testimoniato a loro favore, le occhiate che i Radiati rivolgevano ai due umani erano cariche di odio e rancore più della prima volta che erano entrati nel clan, ovvero del giorno precedente.

Il portone si aprì ed uscì il guaritore, che prese da parte Sirio e Garrett e iniziò a parlare con loro, sussurrando le parole in modo che nessuno potesse sentirlo. I fratelli lo ringraziarono e il medico si fece da parte lasciandoli entrare. Tander si catapultò in avanti, cercando di passare tra la folla accalcata, sperando di riuscire a parlare con Atreo. Loro due avevano parecchie cose da dirsi. Era ancora scioccato da quello che il vecchio aveva detto prima di svenire. Come diavolo faceva a conoscere i nomi dei suoi genitori? A lui non risultava che fossero mai andati in Superficie, da quando era nato erano rimasti sempre con lui svolgendo i compiti più banali da sottoufficiali. Anche se aveva sentito delle storie che dicevano che i suoi genitori un tempo fossero stati dei generali, poi degradati allo stato di sottoufficiali, un po' come era successo al vecchio Jahr.

Il guaritore, vedendo la massa che anelava per entrare chiuse immediatamente il portone alle sue spalle e alzò le mani.

<< Fermi tutti! Il nostro Capoclan ha bisogno di riposo, solo la famiglia può entrare.>> Dopo alcuni secondi di silenzio esplose un boato di protesta e il guaritore dovette squagliarsela affidando a due guardie il compito di non far entrare nessuno. Proprio in quel momento Tander era riuscito a raggiungere la porta con Landon al seguito che lanciava imprecazioni a tutto spiano cercando di non farsi sommergere dalla folla. Una mano pesante calò sulla spalla di Tander bloccandolo. Il ragazzo guardò davanti a sé e la guardia che lo aveva bloccato lo fissava in cagnesco. <<Dove pensi di andare umano?>>

<< Devo parlare con lui>>

<<Assolutamente no, ora fila via>> e con uno spintone lo spedì a terra. Tander si rialzò, infervorato, pronto a buttarsi in una scazzottata, pur di riuscire a parlare con il vecchio, ma una chioma rossa si interpose tra lui e la guardia. Fissò gli occhi verdi di Akiva che gli prese il braccio e lo condusse lontano dalla calca.

<<Cos'hai in mente di fare? Non ti conviene crearti altri nemici. Ti ricordo che il clan non ha ancora deciso se potete restare, quindi la vostra vita qui non è assicurata, soprattutto quando mio nonno non è in grado di proteggervi.>> Akiva piantò i suoi occhi in quelli di Tander, mentre il suo respiro tornava a farsi normale e il suo corpo iniziava a lasciare lo stato di rigidità in cui era calato nel momento in cui si era preparato alla lotta.

<< E allora cosa dovremmo fare?>> chiese indicando lui e Landon, il quale era dietro di lui e continuava a guardare con ansia la folla che rifiutava di lasciare il proprio posto davanti al portone bianco.

RadioactiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora