Prologo

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Brooklyn's point of view

- Hai fatto un buon lavoro, oggi, campione - dico, stampando un bacio affettuoso sul naso del mio cavallo, Wamblee. Significa aquila, nella lingua Sioux, e non potrebbe essere un nome più azzeccato: con lui mi sembra davvero di volare.

Mi scosto, accarezzandogli il muso e facendogli i grattini dietro le orecchie.

- Ci vediamo più tardi, eh? Ciao, bello - lo saluto. E voltandomi, vado a sbattere contro qualcuno. - Oh, scusa.

- Guarda dove vai - replica sgarbatamente il tipo che ho urtato per sbaglio. E chiude la porta del box, box che fino ad oggi era vuoto ed ora è occupato da un bellissimo palomino dagli occhi di ghiaccio. Anche il suo padrone ha gli occhi azzurri... e i capelli verdi e viola.

- Scusa, non l'ho fatto apposta. Sei nuovo? Non ti ho mai visto. Piacere di conoscerti, mi chiamo Brooklyn - mi presento cortesemente, sorridendo e porgendogli la mano. Lui la fissa per un lungo istante, senza stringerla.

- Castiel - soffia con sdegno, prima di andarsene senza neanche salutare il proprio cavallo. Io lo seguo con lo sguardo, lasciando che il mio braccio si afflosci.

Mi giro verso il palomino. Non avevo notato che era stata appesa la targhetta con il suo nome: Shining Tears.

- Hai un nuovo vicino, Wamblee - lo informo. Lui drizza le orecchie e mi guarda. - Benvenuto, Shining Tears! Ciao, Wamblee. Ci vediamo dopo, bello.

Esco e, mentre attraverso il cortile, incontro Will. Will, diminutivo di William, è il mio istruttore da quando ne ho memoria. Ci conosciamo da così tanto tempo che ormai è una sorta di fratello maggiore, per me.

- Ehi, Will - lo saluto. Lui si ferma e mi sorride.

- Ciao, Brook. Stavi andando a casa?

- Sì. Ho incrociato quello nuovo... - esordisco, abbozzando una smorfia.

- Oh, Castiel? Il ragazzo con il palomino?

- Sì, lui. Che razza di problemi ha? Io mi sono presentato gentilmente e lui ha a malapena fatto lo sforzo di dirmi il suo nome!

- Castiel... è particolare - spiega Will, arruffandomi i ricci. - Non credo volesse essere sgarbato. Penso abbia solo bisogno di ambientarsi.

- Sarà - sbuffo, poco convinto. - Be'... Shining Tears è stupendo.

- È una femmina - mi corregge. - A parte questo sono totalmente d'accordo con te. E... girano certe voci...

- Che voci?

- Ho sentito dire che è fenomenale - bisbiglia Will, come se fosse chissà quale segreto. - E anche il suo fantino...

- Vedremo - sbuffo di nuovo. Perché il cavallerizzo fenomenale di questa scuderia sono io e non ho intenzione di cedere il mio titolo tanto presto, soprattutto non al nuovo arrivato.

Il mio istruttore ridacchia.

- Sono solo voci - mi rassicura, dandomi una pacca sul capo.

- Brook! Ah, sei qui? Ti sto aspettando da un quarto d'ora! - esclama mia sorella, materializzandosi al mio fianco.

- Ciao, Bella - la saluta Will.

- Ciao, William - replica lei, senza nemmeno guardarlo. È impaziente, forse persino scocciata. - Andiamo, Brook?

- Sì, certo. Ciao, Will. Ci vediamo più tardi.

- A oggi pomeriggio - mi congeda, abbozzando una specie di saluto militare. Seguo mia sorella fino alla sua macchina.

- Scusa, non volevo farti aspettare - dico, allacciandomi la cintura.

- Per un attimo ho pensato che fossi già tornato a casa - borbotta.

- E come, a piedi? - chiedo, perplesso: la scuderia è abbastanza lontana da casa. - Stavo parlando con Will a proposito del nuovo arrivato.

- Nuovo arrivato?

- Castiel. Ha una cavalla bellissima, una palomina con gli occhi azzurri che si chiama Shining Tears.

- Sempre prima i cavalli e poi le persone - commenta Bella. Mi stringo nelle spalle. Che ci posso fare? Ho sempre amato i cavalli. - E lui com'è?

- Uno stronzo!

- Brooklyn!

- Che c'è? Ho quindici anni, sono grande abbastanza per dire le parolacce.

- In questa famiglia è proibito.

- Ah sì? Zio Adam e zio Paul ne dicono un sacco.

- Loro sono un caso a parte. Tu, caro il mio campione, dovresti curare il tuo linguaggio. Sennò che figura farai quando vincerai le Olimpiadi e t'intervisteranno?

Non ribatto. Mia sorella ha sempre la risposta pronta.

- Comunque, perché l'hai definito così?

- Io sono stato gentile con lui e lui mi ha snobbato! Non riesco ancora a crederci! - esclamo, passandomi una mano fra i ricci.

- Magari sta avendo una giornata no.

Taccio. Forse sto reagendo esageratamente. Forse dovrei concedergli il beneficio del dubbio.

- Può darsi - mormoro. Ed è così che comincia questa storia. La mia storia.

-

Note dell'autrice:
konbanwa! Nonostante Isa sia distrutta, stanca morta (sono stata al Pride... bellissimo)... ha deciso di terminare e postare questo breve prologo. Questa storia sarà un po' diversa dalle altre. Spero che vi piacerà... perché ci tengo davvero un sacco, è molto tempo che ci lavoro. E con ciò vi auguro una buona notte... baci

Il silenzio del ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora