Capitolo trentasette

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Brooklyn's point of view

Bella non scherzava quando ha detto che avremmo festeggiato il lieto evento. Come ho potuto illudermi che scherzasse?

Mi ha chiesto di invitare qui Castiel, prima di annunciare che avrebbe fatto una torta. Leya le ha lanciato un'occhiata divertita e si è offerta di darle una mano.

Anche se fingo il contrario, non mi dispiace che la mia famiglia sia così affezionata a Castiel. Il mio prezioso Castiel. Che oggi viene qui.

- Brook, va' ad aprire la porta! È arrivato il tuo adorato!

Mi precipito ad aprire, non prima di aver scoccato un'occhiataccia a mia sorella (e averle strappato una risata). 

- Castiel! - esclamo, e lui alza una mano in segno di saluto, abbozzando un sorriso. I suoi capelli variopinti sono adorabilmente spettinati dal vento; indossa la mia felpa e, sotto di essa, una maglietta rosa vivo, più dei jeans neri. Una catenina d'argento con un ciondolo a forma di cavallo gl'impreziosisce il collo.

Arrossisco e deglutisco, folgorato dalla sua bellezza.

- Sei... b-bellissimo - farfuglio goffamente. Ride sommessamente e i suoi occhi color del cielo luccicano. 

Ti prego... fermati... mi sento le ginocchia di gelatina...

- Anche tu - replica, sorridendo ulteriormente e rubandomi un bacio dolcissimo. Perlomeno questo bacio mi strappa dallo stato di trance in cui sono caduto.

- E-entra... - dico, facendomi da parte per lasciarlo passare. Poi entro anch'io e chiudo la porta alle mie spalle. Castiel si sfila lentamente la felpa e la sistema sull'appendiabiti. Io seguo attentamente ogni suo più impercettibile movimento: le braccia che si piegano, la schiena che s'inarca leggermente, le spalle che vengono scoperte. Deglutisco sonoramente.

- Brook? - mi chiama, con una nota interrogativa nella voce.

- Ogni tuo gesto mi fa impazzire - mormoro, passandomi le mani sul volto. Ride sommessamente, di nuovo.

- Ah sì? - asserisce distrattamente, sulle labbra rosee un sorriso innocente. Quanto vorrei baciarglielo, quel sorriso.

- Sì - sbuffo, fintamente scocciato. - Forza, vieni con me, peste.

Mi segue tutto felice, stampandomi un bacio sulla guancia.

- Castiel! Ciao, caro! - esclama la mamma, abbracciandolo. Papà gli dà una pacca sulla spalla.

- Congratulazioni - ghigna Bella.

- È bello riaverti qui - dice Leya, sorridendo indulgente.

Castiel torna da me e io gli cingo un fianco con il braccio.

- Mangiamo, vi va? - chiede la mamma. La seguiamo tutti in cucina per pranzare. La mia famiglia inizia a sommergere il mio ragazzo di domande: come stai? A casa tutto bene? E Shining Tears? La scuola?

Lui risponde ad ogni domanda, imbarazzato ma contento. Io perlopiù resto in silenzio, mangiandolo con gli occhi.

- Per festeggiare il vostro ritorno insieme io e Leya abbiamo fatto una torta - annuncia Bella, alzandosi a prenderla. Castiel mi lancia un'occhiata perplessa e io mi stringo nelle spalle, sorridendo.

Mia sorella taglia la torta e poi ce la serve, esibendo un'espressione estremamente compiaciuta quando tutti concordano che è deliziosa.

Dopo pranzo io e Castiel andiamo in giardino e ci sediamo sull'erba.

- Mi piace la tua collana - mormoro, sfiorandogli il collo. Poi mi sporgo e vi poso un bacio delicato, strappandogli un fremito. 

Si porta una mano al collo e giocherella con il ciondolo.

Il silenzio del ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora