Capitolo diciannove

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Brooklyn's point of view

- Hai intenzione di prepararti e iniziare senza nemmeno farti augurare buona fortuna dal tuo ragazzo?

Castiel, il quale stava controllando i finimenti di Shine, si volta e mi guarda. Sorrido, mettendomi le mani sui fianchi.

- Non credo di aver bisogno di fortuna - replica, ridendo sommessamente. - Ho intenzione di vincere.

- E se io ti rubassi la vittoria? - ribatto, prima di stringere il suo viso tra le mani e baciarlo sulle labbra. - Buona fortuna, Castiel.

- Buona fortuna, Brook - risponde, posando un tenero bacio sulla punta del mio naso. - Farai il tifo per me?

- Non hai bisogno di fortuna ma hai bisogno che ti faccia il tifo? - lo punzecchio, sogghignando. Le sue mani ora sono sopra le mie e la sua fronte contro la mia.

- Nessun altro lo farà, altrimenti - bisbiglia. Lo bacio dolcemente, dopodiché gli sistemo la giacca.

- Terrò le dita incrociate per te. Per voi - mi rivolgo a Shining Tears, accarezzandole il collo dorato. - Sono sicuro che renderai il tuo padrone fiero di te.

- Devo andare, Brook. Ci vediamo dopo.

Gli mando un bacio sulla punta delle dita, mentre si allontana in sella a Shine.

La competizione di oggi è una delle tante piccole gare che permettono di qualificarsi a quelle più importanti. Shining Tears è in splendida forma, ormai, perciò Castiel ha deciso di partecipare. Sarà uno scontro interessante.

Mi dirigo verso il campo ostacoli. Il mio turno è lungi dall'arrivare. All'altoparlante invitano Castiel a prepararsi per iniziare.

Ho visto molte persone in sintonia con i propri cavalli, ma mai è passato sotto il mio sguardo un legame come quello che hanno Castiel e Shine... quasi telepatico, direi. È come se fossero un essere solo.

Non so, forse mi sembra speciale perché è il mio ragazzo. Tuttavia anche un estraneo sarebbe costretto ad ammettere il talento del fantino e il dono del suo cavallo.

Guardarli saltare è un piacere per la vista: Shining Tears si libra oltre gli ostacoli con la grazia e l'eleganza di una farfalla. Castiel la accompagna nei movimenti e non la trattiene mai; ogni volta che toccano di nuovo il terreno le dà una pacca affettuosa sul collo.

La performance si conclude senza alcuna penalità. Vado dal mio cavallo.

- Dovremo volare davvero, campione, per battere la tua vicina e il suo padrone - dico a Wamblee, facendogli i grattini sul naso. - Sei pronto, bello? Eh? Sei pronto?

- E tu sei pronto? - mi chiede una voce familiare, facendo comparire un sorriso enorme sul mio volto.

- Hmm... no, non ancora. Avrei bisogno di una cosa da te, mio pericoloso avversario...

- Cosa?

- Un bacio della buona fortuna - rispondo, arrossendo lievemente. Castiel si avvicina e mi cinge una guancia con la mano libera, l'altra occupata a tenere le redini, poi mi bacia dolcemente.

- Buona fortuna, Brook.

- Ne avrò bisogno! Siete stati bravissimi - gli sfioro una guancia con le labbra. - Sono orgoglioso di te.

- Dài, Brook...

- No, davvero. Sei il miglior fantino che abbia mai conosciuto.

Avvampa, rubandomi un ultimo bacio.

- Preparati - mormora, sorridendo. - Io e Shine faremo il tifo per voi.

- Ci conto!

Il mio turno giunge più presto del previsto. Sono estremamente di buon umore, non riesco a smettere di sorridere. Se Castiel dovesse aggiudicarsi il primo posto... accetterà finalmente di conoscere la mia famiglia! Una piccola parte di me lo desidera così tanto che lo lascerebbe vincere... ma non posso, non sarebbe corretto nei confronti di Wamblee.

Dobbiamo essere veloci, per vincere. Veloci e precisi. Il che non è facile, perché una maggiore velocità comporta calcoli con un più alto margine d'errore. Intendo, per la tempistica e la distanza.

Decido che non ha importanza se arriviamo primi o secondi. Io sono l'unico responsabile del mio cavallo, quindi sta a me assicurarmi che non si faccia male, soprattutto non durante le competizioni, a prescindere dal livello.

È questo lo spirito con cui lo conduco in campo. Wamblee è carico di energia come sempre, dunque cerco di trattenerlo il meno possibile.

- Stavo scherzando, non dobbiamo volare volare - gli bisbiglio supplicante quando affronta il primo ostacolo con uno stile tremendamente simile a quello di Sunny Day.

So che Wamblee può saltare in alto. Molto in alto. Forse più in alto di Sunny Day.

Ma non ce n'è alcun bisogno, al momento!

Per fortuna si calma un po', abbastanza da smettere di trattenerlo. Siamo sulla stessa lunghezza d'onda, ora, e abbiamo la concentrazione giusta per un percorso perfetto.

Il mio cavallo saluta l'ultimo ostacolo atterrando e poi scalciando con le zampe posteriori, euforico.

- Il mio campione pazzerello - lo apostrofo, accarezzandogli il collo. Usciamo dal campo e mi occupo di lui, in attesa delle performance degli ultimi concorrenti e infine dei risultati.

Castiel resta abbracciato a me tutto il tempo e si stacca solo quando ci chiamano sul podio, lui primo e io secondo. Il tempo ci ha fregati. O forse è colpa delle lunghe zampe di Shine, dalle falcate decisamente più ampie rispetto a quelle del mio piccolo Appaloosa.

- Così adesso hai una medaglia - osservo in tono casuale. Noto Leya venirmi incontro per farmi le congratulazioni, ma mi vede insieme a Castiel e si limita a farmi l'occhiolino.

- Già.

- Non te ne sei dimenticato, vero?

- No, Brook - risponde gentilmente.

- Però non voglio obbligarti a...

- Una promessa è una promessa e io mantengo tutte le promesse che faccio al mio ragazzo.

- Tutte tutte? - chiedo timidamente. Sospira lievemente.

- Sei... tenero, Brook.

- E questo cosa c'entra? - ribatto, arrossendo. 

- Niente... pensavo ad alta voce.

Vorrei chiedergli di promettermi di restare con me, però mi limito a baciargli la medaglia.

- Ti piacerà la mia famiglia, vedrai.

- Se nel tuo caso la mela non è caduta lontano dall'albero, allora non vedo l'ora.

~~~

- Mamma!

- Sì, tesoro?

- Posso invitare un amico da noi, uno di questi giorni?

- Che amico?

- Castiel - rispondo, sperando di non arrossire. È stata dura dire 'amico' e non tradirmi.

- Certo, perché no. A pranzo?

- E magari anche a dormire... per favore... 

Stavolta sono certo d'essere avvampato, mi sento il volto in fiamme.

La mamma mi accarezza dolcemente i ricci.

- Se ai suoi genitori va bene, allora non vedo dove stia il problema.

La abbraccio forte.

- Grazie, mamma! Sei la migliore!

Ride sommessamente, pettinandomi i capelli con le dita. 

- È bello vederti felice, tesoro - dice, baciandomi la fronte. - Io e papà vogliamo solo questo. Vedere felici te e Bella.

-

Note dell'autrice:
ahhh... non ci credo che domani devo preparare la valigia. Mi piange il cuore a dirlo, ma probabilmente questo sarà l'ultimo capitolo che posterò prima di partire. Mi mancherete, pasticcini... mi mancherete un botto. Sono certa che questa vacanza mi farà bene e chissà, magari mi darà un po' d'ispirazione. Buonanotte, pasticcini!

Il silenzio del ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora