Capitolo nove

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Brooklyn's point of view

Mi sto rigirando nel letto da un sacco di tempo, probabilmente ore. Non riesco a prendere sonno, nella mia mente c'è un pensiero fisso: la passeggiata di oggi con Castiel.

Me l'ero immaginata leggermente diversa, in verità: mi aspettavo che l'atmosfera suggestiva avrebbe portato a... qualcosa. A un bacio, per essere onesto. Sapevo d'illudermi.

Ma non è andata così male, non è andata affatto male. Castiel avrebbe potuto rifiutare o non apprezzare per nulla la passeggiata, persino prendersi gioco del mio luogo speciale.

Mi ha sorpreso, parlandomi di sua madre. È stato come dire: mi fido di te, mi fido di te e ti offro un pezzo di me, un pezzo importante.

Lo conserverò con cura, lo prometto.

Se mi affidasse il suo cuore... lo tratterei come un tesoro, un tesoro fragile e prezioso, lo giuro.

Castiel... Castiel...

Mi giro, affondando il viso nel cuscino. Vorrei che uscisse dalla mia mente per permettermi di dormire e al contempo che ci rimanesse, perché fantasticare un po' non fa male a nessuno...

Baciarci nel box di Wamblee o di Shining Tears. Baciarci nel paddock. Baciarci nel mio posto speciale. Perfino nella mia camera, magari. Fare una passeggiata a piedi e tenerci per mano. Parlare fino a tardi.

Smettila, mi rimprovero, farti tutti questi film mentali ti fa male eccome.

~~~

I cavalli sono animali estremamente sensibili. Quando sono felice, Wamblee è felice ed energico. Quando sono triste è fiacco, anche se cerca di tirarmi su di morale. Quando sono incerto, anche lui tentenna.

E quando sono nervoso, come oggi, anche lui lo è. So di essere io la causa, perciò non posso arrabbiarmi con il mio cavallo se scarta o si rifiuta di saltare.

Credo che Will abbia intuito che c'è qualcosa che non va. Quando sono emotivamente distante si aggrappa ai miei errori tecnici, sebbene sappia che non è quello il problema.

Castiel se ne va appena termina la lezione, io vengo trattenuto dal nostro istruttore.

- Eri un concentrato di stress, oggi - commenta, abbozzando un sorriso per addolcire il rimprovero. 

- Mi dispiace - mormoro, senza guardarlo negli occhi e strascicando i piedi.

- Credo che dovresti scusarti con Wamblee - ribatte dolcemente, stringendomi rapidamente una spalla con affetto. - Dev'essere stata una tortura per lui averti in sella.

Accarezzo il collo del mio cavallo e lui emette un lieve brontolio.

- Ci vediamo domani, Brook - si congeda Will, facendomi un cenno di saluto con una mano.

- Ciao, Will - replico. Libero Wamblee nel paddock, sperando che Castiel sia ancora qui.

È nel box di Shining Tears e ha appena finito di prendersi cura di lei. Io mi concedo qualche minuto per osservare i suoi capelli variopinti legati nella codina che adoro, perché oggi è una giornata da 'mi sento entrambi', per poi scendere fino al fondoschiena. Avvampo, scuotendo il capo.

- Castiel - lo chiamo, entrando nel box. Si volta. - Posso parlarti?

Mi studia per un lungo istante. I suoi occhi azzurri sono bellissimi.

- Okay - risponde, guardingo. Abbasso lo sguardo, cercando di ignorare il battito impazzito del mio cuore.

- Io... io... - comincio, sentendomi mancare il coraggio. Perché dev'essere così difficile? Sono solo parole. - Ecco... m-mi piaci e vorrei s-stare con te...

Arrossisco, sbirciandolo. Ha aggrottato le sopracciglia e intanto guarda altrove, non me.

- Io non provo lo stesso, quindi no, scusa - dice duramente. È peggio di un pugno allo stomaco.

Potrei accettare di essere stato respinto come una persona matura, invece faccio la prima cosa che mi passa per la mente: lo spingo contro il muro e afferro i suoi polsi, prima di baciarlo. Le sue labbra sono morbide e sanno di burro cacao alla ciliegia, o qualcosa del genere.

- Brooklyn! - esclama, divincolandosi. - Lasciami!

Lo ignoro, fissandolo. Sostiene il mio sguardo, contraendo la mascella. Le sue guance s'imporporano.

- Puoi resistere quanto vuoi - mormoro lentamente. - Non ho intenzione di gettare la spugna.

- Va' al diavolo! - ringhia, liberandosi e spingendomi via. Me ne vado, imponendomi di non voltarmi. Non avevo preventivato che sarebbe andata così, eppure me lo sarei dovuto aspettare.

Però l'ho baciato...

Mi passo la lingua sulle labbra: riesco ancora a sentire il sapore dolciastro del suo burro cacao.

Castiel's point of view

Mi appoggio al muro, boccheggiando, e non per il bacio, bensì per lo shock. Brooklyn mi ha forzato a baciarlo e ha confessato che gli piaccio. Mi sfrego furiosamente la bocca col dorso della mano per scacciarne il pensiero, dopodiché mi avvicino a Shining Tears e le cingo il collo con le braccia, nascondendo il viso contro di esso. Lei mi poggia il muso sulla schiena e mi passa una zampa attorno al corpo, ricambiando il mio abbraccio.

Resto così per un po', in silenzio. Non posso fare a meno di domandarmi se Brooklyn oggi fosse così nervoso perché stava pianificando di... di chiedermi di stare con lui.

Mi soffermo ad immaginare che sia il mio ragazzo. Immagino che mi baci di nuovo, qui nel box di Shine. Immagino di affondare le mani nei suoi ricci mentre ci baciamo. Immagino di dirgli quanto il suo sorriso mi faccia impazzire.

- Non posso - mormoro, stringendo più forte la mia cavalla. Non posso accettare. Perché poi sono sempre io a rimanerci male... - Non è giusto, Shine! Io ci tengo sempre troppo!

E quando ci tieni troppo, soffri di più.

Shining Tears brontola sommessamente e si allontana per chiedermi le coccole. Le faccio i grattini sul naso e dietro le orecchie.

- Vorrei solo... un amore come il tuo, capisci? - bisbiglio, appoggiando la fronte alla sua.

-

Note dell'autrice:
buon pomeriggio! Non ho nulla di particolare da dire, se non ancora grazie per il successo che sta riscuotendo questa storia. Grazie di cuore! Apprezzo molto il vostro supporto. Baci

Il silenzio del ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora