Capitolo trenta

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Brooklyn's point of view

Controllo un'ultima volta il mio aspetto allo specchio: i vestiti da equitazione mi vanno un pochino più larghi rispetto a prima dell'incidente, ma non eccessivamente. Mi passo una mano fra i ricci e poi vado a cercare mia sorella.

Mi aspetta fuori casa e non appena mi vede sorride.

- Stai benissimo - dice, dandomi un buffetto su una guancia. Brontolo un po', avvampando; non è mica la prima volta che mi vesto così. Saliamo in macchina e Bella accende la musica.

Oh. Questa è una delle nostre canzoni preferite, solo che non ho voglia di cantare con lei.

- Che c'è? Sei nervoso? - mi chiede, abbassando il volume. Mi lancia una rapida occhiata, tuttavia io sto guardando fuori dal finestrino.

- Io? Nervoso? No.

Non insiste e cambia cd, mettendo quello di musica classica di Leya.

Non sono nervoso, ma neppure tranquillo. Non sono di buon umore, ecco tutto, il che non è una novità.

- Chiamami quando decidi di tornare a casa - asserisce mia sorella, prima di arruffarmi dolcemente i ricci. - Andrà tutto bene, Brook.

- Hm-hm - replico, cercando di sistemarmi in qualche modo i capelli. Come se fosse possibile. - Grazie del passaggio.

Scendo dall'auto. Ecco, sono tornato al maneggio. Do un'occhiata attorno a me: ogni cosa mi pare così nuova e al contempo familiare. Mi sento... a casa. Non sapevo di aver nostalgia di questo posto finché non ci son tornato.

Purtroppo i miei ricordi non son tornati. Sapevo d'illudermi a pensare che bastasse ripresentarmi qui perché tutto sia di nuovo come prima.

Sospiro e attraverso il cortile. Ci sono dei cavalli nel paddock e mi sorprendo di riconoscerli. Mi avvicino alla scuderia. Okay, ora sono nervoso.

C'è un giovane, di spalle, ma anche senza vederlo in volto so chi è. Il cuore mi martella nel petto.

- Will... - mi sfugge. Lui si volta e sgrana gli occhi, dopodiché si apre in un sorriso gioioso.

- Brook! - esclama, e sul suo viso si può leggere quanto felice sia di vedermi. Mi stritola in un abbraccio e io gli do qualche goffa pacca sulla schiena. - Sapevo che saresti tornato! Mi sei mancato...

- Anche... tu... - replico faticosamente, siccome non riesco a respirare. Non mi ricordo quale sia di preciso il nostro rapporto, però mi è mancato.

- Davvero? Aspetta... ti ricordi di me?! - chiede, sbalordito, lasciandomi andare e permettendomi di rifornirmi di ossigeno.

- ... sì?

- Oh. OH. Non sai quanto sono felice!

Mi scompiglia la zazzera e poi entriamo nella scuderia. Fa per 'presentarmi' i cavalli nei box tuttavia, con mio enorme stupore, li so nominare tutti senza sbagliarne neanche uno.

Will pare impressionato. Anche i cavalli si ricordano di me, poiché mi salutano quando passo. Ad un certo punto un cavallo in fondo alla scuderia inizia a nitrire... forte.

Le mie orecchie riconoscerebbero quel nitrito tra mille, mi ritrovo a pensare. Peccato non sappia associare quel nitrito ad un nome.

- Ahah... qualcuno ha percepito la tua presenza - commenta Will, accompagnandomi da Wamblee. So che è lui perché l'ho visto moltissime volte nelle foto. E lui sa che sono io perché nitrisce di nuovo, fortissimo. 

Si sta premendo con il corpo contro la porta del box e allunga il collo in maniera impressionante.

- Accarezzalo - dice Will, sorridendo. Mi avvicino con cautela e poggio incerto una mano sul naso del mio cavallo. Wamblee spinge il muso contro il mio palmo con un po' troppo entusiasmo. Mi ritraggo.

Il silenzio del ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora