Brooklyn's point of view
È il giorno della competizione e io mi sento pronto come non mai; Wamblee è eccitato quanto me, quasi sapesse quant'è importante questo giorno. Purtroppo i miei genitori e Leya lavorano, ma mia sorella, Castiel e Will saranno in tribuna a guardarmi.
Will è sempre impegnato e raramente viene ad assistere alle gare, che partecipi un suo allievo o no. Anche lui un tempo saltava, con Sunny Day, tuttavia ha smesso di farlo agonisticamente.
Voglio renderlo fiero di me. Voglio portare l'ennesima coppa a mia sorella. Voglio dimostrare a Castiel che non ha assolutamente nulla di cui preoccuparsi, che io e Wamblee sappiamo il fatto nostro.
E voglio dimostrare a me stesso che io e il mio cavallo siamo nati per questo, per volare... volare oltre gli ostacoli.
- Come se avessimo le ali, eh, bello? - gli accarezzo il muso spruzzato di puntini marrone cioccolato, prima di baciargli il naso. - Tu avveri tutti i miei sogni, Wamblee.
Scosto la manica della giacca e poso un bacio sul polso, vicino al braccialetto che mi ha fatto Castiel. Avremo comunque bisogno di fortuna per non abbattere qualche elemento.
Chiamano il mio nome all'altoparlante e io m'affretto a montare in sella ed entrare nel campo ostacoli.
Gli ostacoli sono variopinti e paiono meno imponenti da qui, tuttavia mi sento un po' nervoso lo stesso. Che sia il pensiero di Will, Castiel e mia sorella a guardarmi? Ma io adoro che mi guardino.
Perché dovresti essere nervoso?, m'interrogo, dopotutto è come durante gli allenamenti, solo che a guardarti c'è qualche persona in più del tuo istruttore.
Scuoto la testa e m'impongo di concentrarmi. Il percorso in sé non è particolarmente difficile, però l'ultimo ostacolo, un oxer, è il più alto.
- Noi sappiamo volare, vero, Wamblee? - bisbiglio, mentre superiamo il primo ostacolo come se fosse un palo a terra. Bel ricordo, quello dei pali a terra.
Dopo il terzo ostacolo mi dimentico del mio nervosismo, ritrovando il familiare entusiasmo. Librarsi e restare per un interminabile istante sospesi nell'aria è ciò che più amo del salto e niente, a parte forse baciare Castiel, potrà mai battere questa sensazione di pura felicità.
Stiamo andando alla grande. Tuttavia più ci avviciniamo e più il nervosismo si reimpossessa di me. Quell'oxer è davvero alto. E se qualcosa andasse storto? Be', che sarà mai abbattere un elemento? Arrivare secondi va bene lo stesso.
Ma io so che Wamblee può saltare molto di più...
E se stessi esagerando? E se gli capitasse quello che è successo a Hickstead*? Non me lo perdonerei mai.
Non essere stupido, adesso sei paranoico.
Ho le mani sudate nei guanti e se non tenessi saldamente le redini credo tremerebbero. Ci stiamo avvicinando al galoppo all'oxer e me lo sento, sarà un disastro. Wamblee è inquieto quanto me.
Prendo un respiro profondo. Come andrà andrà.
Mi preparo allo stacco, pregando che non si riveli un terribile disastro. Il mio cavallo spicca il salto e si protende oltre l'ostacolo. Trattengo il fiato. Anche in tribuna devono star trattenendolo.
Per un secondo riesco quasi a sentire il battito forsennato del mio cuore.
Ce... l'abbiamo fatta?
Il battito del mio cuore viene sostituito da un rumore secco, prodotto dalle zampe di Wamblee contro l'ultimo elemento dell'oxer.
- Wamblee! - grido, aggrappandomi invano al suo collo. Vengo sbalzato di sella. Sto volando. E poi tutto si fa nero.
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Il silenzio del vento
RomanceBrooklyn ha quindici anni e aspira a diventare il campione assoluto di equitazione. Ma, quando nella sua vita irrompe un cavallerizzo che potrebbe essere più bravo di lui, con un cavallo forse più fenomenale del suo, il suo sogno vacilla. Sotto la r...